E’ valida la benedizione del patriarca Bartolomeo I a papa Francesco?

Bartolomeo I«Alla fine del suo discorso papa Francesco ha chiesto la benedizione del patriarca Bartolomeo e si è chinato davanti a lui per ricevere la benedizione. Il patriarca lo ha baciato sul capo. È un gesto fortemente simbolico quello che conclude la giornata. È ormai calata la sera a Istanbul, e nella vigilia della festa di Sant’Andrea, patrono del patriarcato ortodosso, Francesco varca la soglia della chiesa insieme al fratello Bartolomeo».

Vatican Insider (29 novembre) descrive così la “storica” benedizione ricevuta da papa Francesco, che insieme alla preghiera in moschea, ha rappresentato uno dei due gesti più “discussi” ed emblematici della visita di Bergoglio in Turchia.

La benedizione impartita da un cristiano, in questo caso il patriarca Bartolomeo, appartenente ad una Chiesa peraltro scismatica come quella ortodossa, è valida? O è solo un gesto carico di significati simbolici, ma privo di “efficacia”?

 
SACRAMENTALE CHE OFFRE GRAZIA
«Una benedizione – spiega ad Aleteia padre Robert Gahl Jr., docente di Etica Filosofica alla Pontificia Università della Santa Croce – è un sacramentale, cioè, un’azione simbolica che offre Grazia secondo le disposizioni delle persone che partecipano».

Il Catechismo della Chiesa Cattolica 1667-1672 e 1677-1678 spiega dettagliatamente la funzione di un sacramentale.

 
DA’ AUTORITA’ A CHI LA RICEVE
Anche il Codice di Diritto Canoninico 1166 evidenzia: «I sacramentali sono segni sacri con cui, per una qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati e ottenuti per l’impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali».

«La benedizione più frequente – prosegue padre Gahl – nel vissuto quotidiano dei cristiani è la benedizione prima dei pasti. La persona che offre la benedizione è normalmente scelta tra “pari” o esercita una certa autorità su coloro che la ricevono.

In quanto il capo del collegio episcopale, il Papa normalmente offre lui stesso la benedizione e in occasioni specialmente solenni può anche offrire una benedizione apostolica con l’indulgenza plenaria».

 
AFFETTO E VENERAZIONE PER FRANCESCO
In tale direzione, il Codice di Diritto Canonico 1170 recita: “Le benedizioni, che vanno impartite in primo luogo ai cattolici, possono essere date anche ai catecumeni, anzi, se non vi si oppone una proibizione della Chiesa, persino ai non cattolici”.

«In Turchia, invece – evidenzia il docente – come un gesto di speciale rispetto ed affetto per la Chiesa Ortodossa di Costantinopoli ed il suo vescovo, il patriarca Bartolomeo, il Papa ha chiesto la benedizione da quest’ultimo.

Il patriarca, palesemente sorpreso, invece di impartire una benedizione tradizionale, ha baciato il papa sulla testa in segno di affetto e venerazione reciproca, per la persona e per l’ufficio».

 
OLTRE I PROTOCOLLI TRADIZIONALI
«Non è la prima volta che il papa Francesco fa un gesto forte, sorprendente, e forse del tutto spontaneo che provoca critiche da cattolici molto legati ai protocolli tradizionali.

Tuttavia, con questi gesti, il papa raccoglie affetto da molti perché manifesta la sua autenticità personale ed uno spirito evangelico, in questo caso il suo forte desiderio di unità tra la Chiesa Cattolica e gli ortodossi».

 
LA VALIDITA’ DEI SACRAMENTI ORTODOSSI
Fin qui il punto di vista di un esperto di dottrina della Chiesa cattolica. Ma, invece, un ortodosso come ha letto la benedizione al papa da parte del “proprio” Patriarca?

Innanzitutto può essere considerato un sacramento valido (nella dottrina ortodossa non c’è differenza tra sacramento e sacramentale come in quella cattolica, in cui la benedizione è un sacramentale)?

 
“FRATELLI” NONOSTANTE LO SCISMA
Va infatti sottolineato che nonostante la cancellazione bilaterale della scomunica ad opera di Paolo VI e Athenagora, gli ortodossi sono ancora considerati scismatici.

Don Basilio Petrà, presidente Atism e docente di Teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale di Firenze, esperto di dottrina ortodossa, chiarisce: «L’abolizione delle scomuniche ha un valore simbolico notevole ma scarso significato teologico e canonico. Per noi, gli ortodossi sono fratelli che hanno una comunione imperfetta con la Chiesa cattolica, nella quale sussiste la vera Chiesa.

I sacramenti ortodossi sono validi anche per i cattolici, e dunque lo è pure la benedizione sacerdotale a qualsiasi livello».

 
INVALIDATI O “LEGATI”
A parti invertite, cioè se fosse stato Bergoglio a benedire Bartolomeo, non sarebbe la stessa cosa. «Gli ortodossi considerano i cattolici eretici o scismatici. E per loro i sacramenti degli eretici non sono in sé validi, quelli degli scismatici sono legati, cioè vuol dire che la loro efficacia sacramentale è come sospesa. Se non è efficace il sacerdozio non è efficace neppure la benedizione: rimane una semplice preghiera».

 
ASSENZA DI RECIPROCITA’ CON I CATTOLICI
Pertanto, «per gli ortodossi che ritengono eretici i cattolici, la benedizione sacerdotale cattolica non ha alcun valore, nella migliore delle ipotesi. Per chi li ritiene scismatici è una benedizione che non dà quello che potrebbe dare.

Tra cattolici e ortodossi non c’è reciprocità nel riconoscimento dei sacramenti: noi riconosciamo i loro; loro non riconoscono i nostri. Questa naturalmente è la dottrina. Mentre la prassi assume forme varie».

Fonte: Aleteia