Il Vaticano mi scrive che Bergoglio e Parolin sono concordi su tutto. Ma i fatti dicono l’opposto – di Antonio Socci

Francesco e ParolinGentilissimo sig. Socci,

già un’altra volta, confidando sulla sua sensibilità di credente, mi ero permesso di invitarla ad essere più obiettivo nel dare certe notizie, magari cercando informatori più attendibili.

Il suo pezzo ( QUI ) di oggi (domenica 6 agosto, ndr), mi spiace dirglielo, è offensivo nei riguardi del Papa e dello stesso Card. Parolin. 

A parte la bufala su Enzo Bianchi, mancato Cardinale, deve sapere che la politica della Santa Sede su Maduro è stata mandata avanti di concerto tra la Segreteria di Stato e il Santo Padre, senza alcuna contrapposizione.

Così anche per il bimbo Charlie, il Santo Padre, una volta ricevuta la lettera dei genitori, ha concordato con la Segreteria di Stato le iniziative da intraprendere in favore del piccolo.

Il Card. Parolin non ispirò, nè corresse il Papa, si espresse e favorì la disponibilità del Bambin Gesù in caso di eventuale ricovero.

Tanto le dovevo per obiettività dei fatti e rispetto del ruolo del Santo Padre. Con cordiali saluti.

 + Angelo Becciu

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Domenica scorsa, quando è uscito il mio articolo sul Segretario di stato vaticano, card. Parolin, che cerca di rimediare o scongiurare i colossali guasti politici di papa Bergoglio, da Oltretevere mi arrivarono questi due riscontri: “Hai fatto centro” e “sarà un putiferio”.

In effetti mi è arrivata questa lettera (irrituale) la quale significa che ho messo il dito su una piaga molto delicata ed esplosiva.

Bisogna sapere che l’Arcivescovo Angelo Becciu è il sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.

E’ ai vertici del Vaticano, braccio operativo del papa e del Segretario di Stato. E’ toccato a lui, dunque, il compito di dirci che papa Bergoglio e il card. Parolin hanno perfetta identità di vedute, al contrario di quanto ha scritto il perfido Socci.

 

IL PRECEDENTE

Ho avuto l’occasione di conoscere personalmente il Sostituto Becciu in una circostanza analoga, come lui stesso ricorda all’inizio della sua missiva.

Accadde quando mi telefonò nell’autunno 2012 (poi c’incontrammo pure di persona). Voleva smentire un mio articolo in cui evidenziavo la distanza siderale che c’era fra la sapiente paternità pastorale di Benedetto XVI e lo stile di comando del card. Bertone (allora potentissimo Segretario di Stato).

Il tempo si è incaricato di mostrare che avevo ragione io, che allora ero quasi l’unico ad avere l’incoscienza di attaccare un uomo forte come Bertone (oggi caduto in disgrazia).

Il tempo ha anche mostrato lo strano spettacolo di tanti che in quella situazione omaggiavano o perfino sostenevano Bertone e poi, nel volger di un mattino, sono diventati paladini della rivoluzione bergogliana (magari deprecando i tempi di Bertone).

Vengo al merito della lettera.

 

SIGNIFICATIVE OMISSIONI

Noto subito che l’Arcivescovo Becciu glissa totalmente sulla questione “migranti”: io avevo ricordato che il card. Parolin è stato considerato dalla stampa, per una sua dichiarazione del mese scorso, in rotta di collisione rispetto a mons. Galantino (ovvero Bergoglio). Dunque non c’è smentita su questo. E’ significativo un tale imbarazzo.

Infatti l’ossessivo martellamento ideologico di papa Bergoglio sull’accoglierli tutti, idea che va contro la stessa dottrina sociale della Chiesa, ha avuto un’influenza deleteria sui governi italiani che in pratica si sono arresi all’invasione. E ha alimentato l’impopolarità del Vaticano fra la gente.

Ma il Sostituto ha evitato di smentire anche (e soprattutto) la palese contrapposizione fra il Segreterio di Stato e papa Bergoglio sul rapporto Trump/Putin e Putin/Assad.

Il papa aveva fatto la nefasta dichiarazione a Scalfari. Essendo le sue parole gravissime, io ho elogiato il card. Parolin per aver chiaramente ribaltato quel giudizio, ribadendo la tradizionale posizione della Santa Sede che è per il dialogo fra le grandi potenze e contro il muro innalzato (da Obama) verso la Russia di Putin.

Prendo atto che su questo il Sostituto non ha nulla da ridire.

 

CASO MADURO

Invece smentisce ciò che ho scritto sul Venezuela. Ma mons. Becciu è sfortunato perché, proprio in queste ore, Maduro in persona ha smentito lui.

Infatti il dittatore, dopo il “siluro” della Segreteria di Stato vaticana, ha dichiarato alla radio argentina: Una cosa è il percorso del Papa come difensore dei popoli cristiani con la sua umiltà, un’altra, molto diversa, è la struttura della Segreteria di Stato vaticana, della burocrazia. Sfortunatamente” ha aggiunto Maduro “monsignor Parolin è caduto nelle mani dei settori più estremisti del vertice della Chiesa cattolica venezuelana”.

Esattamente ciò che io ho scritto domenica. Altro che accordo fra Bergoglio e Parolin.

Il fatto è che il dittatore di Caracas si è ormai sputtanato a livello mondiale, per i morti che ha fatto il suo regime, per aver ridotto alla fame il Venezuela e aver calpestato i diritti umani; dunque il popolo e la Chiesa venezuelani non accettavano più che potesse vantare la tacita vicinanza di Bergoglio (che già nel 2013 lo gratificò di pubblica benedizione).

Perciò Bergoglio si è dovuto arrendere alle pressioni di Parolin e dei vescovi venezuelani e ha dovuto mollare il tiranno per evitare che il suo discredito internazionale ricadesse pure su di lui.

O almeno ha fatto fare alla Segreteria di stato quel comunicato critico col regime. Perché di scomuniche dirette da parte di Bergoglio contro Maduro non c’è nemmeno l’ombra. Quelle le riserva solo a Trump, non ai dittatori rossi.

 

PROFONDO ROSSO

Vorrei chiedere a Becciu: perché Bergoglio, invece di scatenare il duo Spadaro/Figueroa contro i politici “Pro life” americani (da Reagan a Trump), non lo ha scatenato contro Maduro o contro i Castro, despoti di Cuba, o contro i tiranni comunisti cinesi?

Becciu sa bene quali parole e gesti amichevoli ha avuto il papa populista per i dittatori cubani e cinesi, i cui regimi grondano lacrime e sangue.

Ecco perché è inaccettabile – per me – che il Sostituto giudichi “offensivo nei riguardi del Papa” un articolo dove espongo fatti politici e atti che stanno sotto gli occhi di tutti. Il Papa è offeso dalla verità?

O piuttosto è offensivo nei confronti della Chiesa questo atteggiamento verso i regimi comunisti che perseguitano i cristiani?

Papa Bergoglio, agendo da politico (a mio avviso da pessimo politico), si sottopone alle regole della politica: perciò viene incensato da sinistra e criticato da chi condanna quei regimi liberticidi.

Del resto mons. Becciu sa bene che nella Chiesa bisogna sempre distinguere il ministero dalla persona.

Il più grande poeta cattolico di tutti i tempi, Dante, era devoto alla Cattedra di Pietro (il ministero), ma fu feroce con le persone che – nel suo tempo – ricoprirono l’incarico di papa, mettendoli all’inferno. Lo fece anzitutto per i loro atti politici.

Sulle infelici scelte politiche di papa Bergoglio non solo è lecito il dissenso, ma direi che è doveroso. E’ carità cristiana – oltreché dovere professionale – criticarlo.

A differenza di Dante, io non mando all’inferno nessuno: mi limito all’analisi critica, da giornalista.

 

ROTTURA

Mi pare evidente (e perfino rivendicato trionfalmente) l’abbandono del tradizionale insegnamento sociale e politico della Chiesa da parte di papa Bergoglio.

E qui arriviamo al caso del piccolo Charlie Gard. E’ palese che Bergoglio abbia accantonato i “principi non negoziabili” della Chiesa, facendo sua, invece, l’Agenda Obama e l’agenda onusiana (ecologia, emigrazione, abbraccio con l’Islam e ponti verso l’ideologia della rivoluzione sessuale).

Lo stravolgimento della Pontificia Accademia per la vita e le dichiarazioni delle persone da lui nominate, anche sul caso Charlie, sono l’ennesima triste conferma.

Bergoglio sul dramma di questo bambino ha mantenuto un ostinato silenzio. I cattolici hanno dovuto sommergere il centralino vaticano di telefonate di protesta, quando già la sorte del bambino era segnata, per riuscire a strappare al Papa, sia pure in modo vago e indiretto, un qualche riferimento alla tragedia di quel piccolo.

E’ umiliante per i cattolici constatare quanto il Vaticano di oggi sia subalterno all’ideologia dominante.

 

SMENTITE

Infine per quanto riguarda la porpora a Enzo Bianchi: la notizia è uscita il 12 luglio sul “Giornale”, firmata da un giornalista bergogliano, ripresa da vari media e non è mai stata smentita.

Mi pare dunque incredibile che il Sostituto smentisca oggi, a me, una cosa del genere.

Oltretutto da quattro anni – nonostante le sollecitazioni – il Vaticano si rifiuta di smentire le enormità eterodosse che Eugenio Scalfari attribuisce a papa Bergoglio nel corso delle sue interviste, che il papa peraltro continua a rilasciargli, così confermando implicitamente quanto gli attribuisce (le ha perfino pubblicate in volume a proprio nome). Questo sì che getta discredito sulla Santa Sede e scandalizza i fedeli.

 

Antonio Socci

Da “Libero”, 9 agosto 2017

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