« La UE vuole togliere soldi all’Italia per darli all’emigrazione » di Antonio Socci

merkelLe ultime notizie dalla savana di Bruxelles sono – come sempre – micidiali per l’Italia. E fanno capire perché le cancellerie europee spingono per avere a Palazzo Chigi un tecnico di loro gradimento che, come i governi Pd, vada a genuflettersi e a dire “signorsì!” ai padroni tedeschi e francesi.

Filtrano infatti le prime indiscrezioni sul prossimo bilancio comunitario, quello che determinerà la nostra futura politica economica. Pur essendo una discussione ancora agli inizi, l’aria che tira è, per l’Italia, quella di un’ennesima, pesante fregatura, che pagheremo salata. E bisogna intervenire subito.

“Il Messaggero” ha pubblicato la notizia secondo cui la Commissione Europea, per questo bilancio 2021-2017, punterebbe a diminuire sostanzialmente i soldi destinati all’agricoltura ( -5 per cento) e il fondo per la politiche di coesione ( -7/-10 per cento). Due voci decisive per il rilancio della nostra economia e lo sviluppo del nostro Meridione.

Al tempo stesso sarebbe previsto un aumento dei fondi per l’immigrazione. Così la nomenklatura di Bruxelles potrebbe prendere per il naso l’Italia dicendo: è vero che avrete meno soldi per il Sud, ma vi veniamo incontro con le spese che sostenete per il soccorso e l’accoglienza dei migranti.

La fregatura però è evidente e di dimensioni colossali, perché così – in pratica – l’Unione Europea toglie fondi al nostro meridione per spenderli a favore dei migranti. Due volte contro l’Italia.

Perché così avremmo un doppio danno e la beffa. Non c’è solo un danno rappresentato dal pesante taglio dei fondi per lo sviluppo meridionale, ma addirittura due perché si andrebbe ad incrementare quella politica di apertura all’emigrazione incontrollata che grava proprio sulle spalle dell’Italia.

Il Trattato di Dublino prevede che il peso della gestione dei migranti sia, quasi sempre, il paese di primo ingresso, cioè il paese di sbarco, e basta guardare una cartina geografica per capire a chi tocca la fregatura: all’Italia.

Ma Nicola Latorre – sul “Messaggero” – fa notare che adesso i paesi centroeuropei puntano a modificare quel Trattato “in modo ancora più penalizzante per i Paesi di ingresso” dunque “è legittimo sospettare che un aumento di spesa del capitolo immigrazione possa essere finalizzato proprio a supportare questo tipo di cambiamento del sistema Dublino”.

Ci sarà dunque un’enorme differenza se nelle durissime trattative che si annunciano per la definizione del bilancio comunitario l’Italia sarà presente con un governo “sovranista”, che difende con le unghie e con i denti i nostri interessi nazionali, oppure se ci sarà un governo tecnico e in continuità con i precedenti, che piegherà la testa e farà subire al Paese enormi danni.

Adesso è chiaro perché i giornali vanno dicendo da due mesi che le cancellerie europee “non gradirebbero Salvini al governo”.

Ed è chiara anche un’altra cosa: il governo guidato da “un tecnico apprezzato in Europa” che – secondo i giornali – è nei piani del Quirinale, sarebbe un governo che continua a fare gli interessi dell’Europa (cioè di Germania e Francia) e non dell’Italia.

Per capire l’assurdità dei tagli contro l’Italia prospettati dalla Commissione europea si deve ricordare che l’Italia da anni paga molto di più di quanto riceve dall’UE: Franco Bechis ha calcolato (su queste colonne) che “negli ultimi 10 anni se ne sono andati netti più di 50 miliardi di euro, la differenza fra quanto versato per contribuire al bilancio dell’Unione europea e quanto incassato invece con i vari fondi che da Bruxelles arrivano in Italia”.

Dunque il taglio dei fondi destinati al Sud è inaccettabile e ingiusto e va bloccato. Anche perché il dramma del Sud di questi anni è dovuto proprio alle nefaste politiche europee.

Si veda l’eccellente libro di Andrea Del Monaco, “Sud. Colonia tedesca”. Nella prefazione l’economista Marcello Minenna scrive: “L’austerità stringe nella sua morsa l’Italia e ancor più il suo Mezzogiorno. L’austerità aggrava la questione meridionale. I vincoli di bilancio europei allontanano sempre più il Sud dal Nord Italia”.

 

Antonio Socci

Da “Libero”, 7 maggio 2018

 
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