Gay Pride e S. Paolo

Il Gay Pride arriva a Roma e sulle strade del percorso appaiono manifesti per dire “no a Roma Capitale dell’orgoglio omosessuale”. A corredare la scritta c’è la foto di Giovanni Paolo II.
I manifesti sono stati affissi dal movimento politico cattolico Militia Christi, che cita le parole che Wojitila pronunciò nel 2000 proprio in occasione della manifestazione: “A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato […] e per l’offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la Verità […] perchè non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male”.


Per Militia Christi  “manifestazioni del genere, che rivendicano orgogliosamente comportamenti innaturali, sono un’offesa per chi ancora ha a cuore una sana visione antropologica della società, sono un modello nefasto per i giovani oltre ad essere deleterie verso chi sente dentro di sé tendenze omosessuali. Inoltre non servono a combattere i cosiddetti pregiudizi ma solo ad aumentare diffidenza, squallore, volgarità e irriverenza”.

E non solo. Per il movimento cattolico tutte le manifestazioni a favore dei diritti degli omosessuali “sono l’espressione ideologica di movimenti che altro fine non hanno se non quello di promuovere falsi diritti e legittimare comportamenti disordinati e dei quali bisognerebbe vergognarsi per intraprendere, al contrario, un percorso di ricostruzione dell’affettività che conduca alla riscoperta del vero significato della differenza complementare della sessualità umana, maschio-femmina”.

Immediata la reazione delle associazioni omosessuali. “Se non ci fossero lesbiche, gay e trans e i Pride Militia Christi non saprebbe che fare”, dicono il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo e il presidente di Arcigay Roma, Roberto Stocco, “I manifesti affissi a Roma oggi ne sono la dimostrazione. Chiediamo al Comune di rimuoverli”. L’appello è stato ascoltato e i manifesti sono stati rimossi prima dell’inizio del corteo.

Fonte: Il Giornale

Aggiungiamo per chiarezza che la Chiesa, e quindi i Romani Pontefici, non possono che attenersi alle Sacre Scritture, fondamento unico della fede cattolica. Riportiamo quindi, sul tema, il passo della lettera ai Romani di S. Paolo (1, 16-32).

“Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.

In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.

Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.

Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.  Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.

E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,  maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.

E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.”  

Redazione La Madre della Chiesa