Il papiro e la “moglie” di Gesù. Facciamo un po’ di chiarezza

I fatti sono risaputi e li abbiamo pubblicati, insieme ai commenti di alcuni  autorevoli vaticanisti. Quelle che invece non abbiamo pubblicato sono le reazioni da parte dei non credenti che hanno approfittato di questa ghiotta occasione per sferrare attacchi e offese alla Chiesa Cattolica tali da far apparire bazzecole i fumetti su Maometto. Tant’è che persino alcuni pastori protestanti hanno ritenuto di dover spiegare perché Gesù non aveva moglie. 

Queste reazioni parrebbero motivate, in sintesi, dalla presunta sessuofobia della religione cattolica che impedirebbe ai preti di sposarsi.

Ma è chiarissimo che quei ragionamenti sono solo pretesti per sfogare l’insofferenza, se non in certi casi addirittura l’odio, verso una religione che non teme di condannare l’edonismo sfrenato di cui questa società è ormai impregnata e da cui è completamente accecata.

E’ chiaro che il libro di Dan Brown ha fatto buona scuola perché, al di là della religione, ha fatto credere vere quelle che invece erano solo falsità storiche e baggianate scientifiche, talmente spropositate da far scrivere alla medievalista statunitense Sandra Miesel Il Codice Da Vinci è talmente pieno di errori che il lettore istruito applaude in realtà quelle rare occasioni dove Brown (suo malgrado) incespica nella verità.”

Il punto è proprio quello indicato dalla Miesel. Infatti  poche persone sono in grado di comprendere la portata delle sciocchezze scritte da Dan Brown, e quest’altra notiziola non fa che accrescere la convinzione che nella Chiesa esistano poteri occulti che da sempre falsificano la verità. Infatti leggiamo dappertutto le stesse conclusioni: “Certo che Gesù era sposato, con Maria Maddalena, lo sanno tutti.”

Perciò, a quelle che già sono state scritte, vogliamo aggiungere altre considerazioni che confutino quest’ennesima falsità sulla vita di Gesù.

Innanzitutto i Vangeli su cui si fonda la dottrina cattolica sono storicamente e unanimemente riconosciuti come scritti da due apostoli di Gesù, Matteo e Giovanni, e da due seguaci degli apostoli, Marco e Luca. E sono stati redatti entro il primo secolo dopo Cristo, cioè quando i testimoni di quegli avvenimenti erano ancora viventi. E proprio per queste ragioni la Chiesa li ha sempre riconosciuti come gli unici veri (cfr. La datazione dei Vangeli canonici).

Ad esempio Luca nel proemio del suo Vangelo afferma: «Molti hanno già cercato di mettere insieme un racconto degli avvenimenti verificatisi fra noi, così come ce li hanno trasmessi coloro che fin dall’inizio furono testimoni oculari e ministri della parola. Tuttavia, anch’io, dopo aver indagato accuratamente ogni cosa fin dall’origine, mi sono deciso a scrivertene con ordine, egregio Teofilo, affinché tu abbia esatta conoscenza di quelle cose intorno alle quali sei stato catechizzato » (Lc. 1, 1- 4). Quindi Luca verificò puntualmente l’esattezza di ogni fatto o discorso riguardante Gesù, la sua vita e la sua predicazione.

I vangeli apocrifi, di cui il testo del papiro farebbe parte, sono comparsi invece durante il secondo secolo, cioè cento anni dopo, ed erano scritti quasi sempre da persone appartenenti alla corrente cosiddetta “gnostica” che era in aperto contrasto interpretativo con le verità insegnate dalla Chiesa Cattolica. Il papiro in questione apparterrebbe addirittura al IV secolo d.C. e quindi, dal punto di vista della conoscenza delle vicende umane di Gesù, ha una credibilità pari a zero.

Dato questo per assunto, analizziamo quello che viene riferito sulla vita di Gesù dai Vengeli canonici negli anni che intercorrono dall’inizio della sua predicazione fino alla sua morte e resurrezione.

Gesù si sposta sempre da solo, si fa accompagnare dai discepoli che si è scelto ma appena può si isola a pregare in luoghi nascosti; viene cercato dai suoi e dalla gente ma a volte sembra quasi che sia costretto dalla pietà a dar retta alle folle che vogliono ascoltarlo  o avvicinarlo per chiedere delle grazie; neanche la presenza della madre e dei parenti, bisognosi di parlargli, gli fa interrompere la predicazione.

La prova definitiva che non aveva né moglie né tantomeno figli è data dalla presenza, sotto la Croce, della sola madre, oltre alle pie donne e a Giovanni, e se affida a quest’ultimo quella che per tutti noi è la diventata la Madonna è perché non esisteva nella sua vita altro parente stretto a cui dare l’incarico di tenerla con sé.

Anche dopo la sua resurrezione gli Atti degli Apostoli parlano solo della presenza fra loro di alcune donne, probabilmente le stesse che erano presenti alla crocefissione e ne annunciarono la resurrezione, e  della  madre di Gesù (At, 1-14).

Quanto poi ai motivi per cui la Chiesa ha ritenuto che il sacerdozio debba essere limitato agli uomini celibi, va spiegato con ragioni di somiglianza con il Maestro. Va inoltre fatto notare che Gesù scelse come apostoli solo maschi e li mandò a predicare a due a due invitandoli a non portare con sé nulla, quindi nemmeno le  mogli, se ne avessero avute.

Ma Gesù non era affatto sessuofobo né misogino, le donne sono protagoniste di molti episodi del Vangelo, sono da lui difese, convertite, ascoltate, miracolate, perdonate dei peccati e proprio a loro affida l’annuncio della resurrezione. E pure la Chiesa, da perfetta allieva, ha ribaltato il rispetto che a quei tempi si aveva per la figura femminile. Infatti  non dimentichiamo che alle donne fu consentito di fondare ordini religiosi e di dirigerli, il che significava spesso diventare dei veri e propri capi d’impresa. E non solo, ha riconosciuto alle donne le stesse qualità spirituali degli uomini  riconoscendole, se del caso, “dottori” al pari di quelli.

Per quanto riguarda poi le affermazione che un Rabbi non avrebbe avuto autorità se fosse stato celibe, va ricordato che  all’epoca in cui visse Gesù presso gli ebrei era anche presente la comunità monastica degli Esseni, contemplativi che vivevano a Qumran, presso il Mar Morto, e che nel 1947 nelle grotte in cui vissero furono trovati nascosti dei preziosissimi rotoli con frammenti dei Vangeli canonici, riconosciuti risalenti esattamente agli anni in cui furono redatti dai loro autori.

Concludiamo affermando che se la religione cristiana fosse stata fondata su menzogne, verità nascoste, manipolazioni e poteri occulti assoggettati a uomini mortali,  non avrebbe resistito al passare del tempo e della storia, come invece accaduto alle sette gnostiche, di cui il papiro ritrovato è una produzione.

Infatti, come ci insegna la Costituzione dogmatica Dei Verbum:

Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte .

Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».

 

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