Martin Lutero. Per la stesura delle sue 95 tesi importante fu il gabinetto.

das-kloacCertamente nemmeno gli uomini illustri furono esenti da malanni fisici, incurabili nelle epoche in cui vissero, se, come riferisce Plutarco nelle Vite parallele, Giulio Cesare soffriva di epilessia e, come sappiamo da una lettera al fratello Jerome, Napoleone Bonaparte fu vittima di una stipsi cronica che gli procurò terribili disturbi che si acuirono drammaticamente proprio il giorno della battaglia di Waterloo. E proprio ai dolori atroci che lo tormentarono stando in sella alcuni storici attribuiscono la concausa della clamorosa sconfitta.

Le infermità dei personaggi storici restarono comunque sempre custodite nel ristretto ambito dei familiari e dei collaboratori più prossimi, perciò stupisce sapere che Martin Lutero non solo non ne facesse mistero ma addirittura ne parlasse apertamente quasi fosse un vanto.

Infatti soffriva della stessa infermità di Napoleone ma a differenza di quello, che era obbligato all’azione, svolgendo egli un’attività eminentemente intellettuale risolse il problema trascorrendo gran parte della sua giornata seduto su quello che i tedeschi chiamano Klo, trasformandolo nel suo scrittoio, pensatoio e trono.

L’originalità di mente del Riformatore raggiunse tali vette da far sì che ciò che chiunque avrebbe tenuto discretamente occultato come un accidente da ascrivere alla decenza della sfera privata, in lui si trasformò in argomento di conversazioni conviviali e di pubblico dominio.

A tal punto quel gabinetto svolgeva un ruolo determinante nelle sue attività giornaliere e di pensiero che per quattrocentocinquant’anni i suoi studiosi hanno cercato di scoprire dove fosse finito quell’arredo talmente fondamentale da fargli affermare in due discorsi dopo cena (nn. 1681 e 3232b) che il protestantesimo era nato nella fogna: “Lo Spirito Santo mi ha ispirato questa riforma quando ero sulla cloaca.” (Der Spiegel).

Orbene, sappiamo che il vento soffia dove vuole e non si conosce da dove viene e dove va (Gv 3,8) ma, per avere la certezza che qualcosa sia nata dallo Spirito, prima ancora di valutarne i frutti dobbiamo esaminare il contesto dell’evento: occorre perciò figurarci Martin Lutero in profonda meditazione mentre espleta le sue funzioni intestinali, seduto su una tazza collegata ad una fogna, nell’istante in cui una colomba, raffigurazione cristiana dello Spirito Santo, si ferma al di sopra della sua testa benedicendo l’attività sottostante.

Dato per scontato da parte dei suoi studiosi ed estimatori che proprio così si svolsero i fatti, il funzionale arnese fu cercato per centinaia d’anni, come sopra detto, fino al fausto giorni in cui, nell’estate del 2004, tornò alla luce durante alcuni lavori di ristrutturazione nel giardino della sua casa di Wittenberg.

La scoperta eccitò a tal punto l’animo di archeologi, storici e appassionati studiosi del Riformatore che rimbalzò sulle testate giornalistiche di tutto il mondo, compreso il nostro Corriere della sera che ne dette notizia con un articolo del 23 ottobre dello stesso anno.

“Questa è una scoperta grandiosa – affermò trionfante Stefan Rhein, direttore della Luther Memorial Foundation – Qui è dove è nata la Riforma.” (The Sydney Morning Herald)

Tenne poi a precisare che il gabinetto, in quanto costruito con blocchi di pietra, era molto evoluto per la sua epoca e che, insolitamente, aveva una seduta di 30 centimetri quadrati, dotata di un buco che attraverso uno scarico primitivo lo collegava ad un sottostante pozzo nero.

Invece il dottor Martin Treu, teologo ed esperto di Lutero, residente a Wittenberg, commentò l’avvenimento alla BBC News Online ponendo un grave e angoscioso problema, che riportiamo:

“Lutero ha lasciato un catalogo dettagliato della sua battaglia contro la costipazione intestinale ma, nonostante questa ricchezza di informazioni, alcuni dettagli chiave rimangono oscuri, cioé quali succedanei potrebbe aver utilizzato il grande riformatore al posto della moderna carta igienica. Infatti la carta del tempo sarebbe stata troppo costosa e troppo rigida per lo scopo.”

Un dilemma che in effetti anche a noi sembra centrale al luteranesimo, ma essendo passati molti anni da quando lo scrupoloso Dott. Treu si pose il quesito, può darsi che nel frattempo, con grande soddisfazione generale, l’abbia risolto.

Durante gli scavi si scoprì anche la presenza “di un sistema di riscaldamento a pavimento, che presumibilmente diede a Lutero un po’ più di conforto durante le ore spese in contemplazione” (Der Spiegel)

Quindi, comodamente seduto e riscaldato, il fondatore del protestantesimo poteva trascorrere ore a contemplare le verità di Dio, seppur non sappiamo se ciò facesse da solo o anche tenendo concione, in quanto la stanza in cui era collocato il suo trono aveva una dimensione di circa trenta metri quadrati.

Quel sacro pensatoio influenzò pure la successiva produzione creativa e riformatrice di Martin Lutero, viste le caricature che egli stesso faceva realizzare da uno dei massimi pittori e incisori tedeschi dell’epoca, Lucas Cranach il Vecchio.

Tali caricature, che egli stesso ispirava per ridicolizzare il romano pontefice, si imperniarono spesso su temi collegati alle funzioni intestinali, come possiamo constatare nel pregevole libro della storica Angela Pellicciari intitolato appunto Martin Lutero (ed. Cantagalli).

Non è dato sapere se, a giudizio dei suoi seguaci, anche queste ulteriori ideazioni siano state opera dello Spirito Santo o se possano essere attribuite al solo spirito di Lutero.

La nostra preoccupazione ora è invece il viaggio che Papa Francesco andrà a fare in Svezia per partecipare ai festeggiamenti dei cinquecento anni della Riforma e per gli impegni che andrà ad assumere a nome dei cattolici (qui). Infatti, leggendo i cinque “imperativi” concordati, che dovranno essere pronunciati e sottoscritti da entrambe le parti per accettazione (qui), pur non essendo teologi possiamo pacificamente prevedere che susciteranno molte polemiche. E speriamo solo quelle.

 

Paola de Lillo