Se corteggiare è reato. Elogio della galanteria reazionaria

In tempi in cui il dibattito sul c.d. “femminicidio” occupa tutti i giorni le pagine dei giornali, rischia di passare quasi inosservata una notizia che ci sembra evidenziare una violenza contro gli uomini, di certo meno cruenta di quella – innegabile, sia chiaro, anche se andrebbero indagate meglio le cause culturali che ne costituiscono la base – subita da tante donne, ma non meno ingiusta ed odiosa.

 

Un docente universitario 59enne di Urbino finisce al centro di aspre polemiche, accusato di essere un “pedofilo sporcaccione”, per aver fatto avances ad una studentessa 22enne del suo corso di filosofia teoretica, facendole recapitare un appassionato biglietto (e già questo, nell’era di whatsapp e delle chat, ci riporta a un romanticismo di altri tempi).

Questo il testo incriminato, e diffuso nei corridoi universitari con tanto di fotocopie: «Oggi volevo dirti alcune cose, ma non mi sembra possibile, come vedi non siamo soli. Per il momento desidero dirti solo che ti amo moltissimo».

Parole per nulla scandalose, quasi da adolescente de “Il tempo delle mele”, che però sono costate al professore innamorato prima la pubblica gogna nell’università e poi una denuncia alle autorità dell’ateneo, con tanto di provvedimento disciplinare.

 

Intendiamoci: io al posto del prof. prima di dichiararmi avrei opportunamente aspettato la fine dei corsi, (e magari che la studentessa sostenesse l’esame), onde evitare accuse di favoritismi e facili pettegolezzi boccacceschi, che negli ambienti universitari, si sa, nascono e si diffondono anche quando non sono basati su dati di fatto. Al massimo ci sarebbe stata da valutare, deontologicamente parlando, una eventuale questione di “conflitti d’interesse”, ma questo in caso di una relazione concreta che però non è mai nata.

Finché però un uomo adulto, ancorché ingenuo, manda un biglietto romantico e per nulla volgare ad una donna (perché tale è una 22enne: altro che “pedofilia”) che male c’è? Si poteva pensare a un fermo, ma cortese due di picche da parte della ragazza, al massimo a una denuncia alle autorità accademiche.

 

Di sicuro il prof. innamorato non meritava lo sputtanamento a cui è stato sottoposto nonostante l’approccio fosse stato tra i più cortesi e discreti. Una dice no e finisce lì, come accade tutti i giorni in tutto il mondo, ma non esiste il mettere alla gogna una persona in quel modo plateale e soprattutto indignato, in un’era in cui l’indignazione, per le faccende sentimentali e di letto, non è ammessa nemmeno più per i rapporti intimi consumati davanti alle telecamere di un reality show.

 

Se siamo arrivati al punto per cui un uomo adulto non può corteggiare garbatamente una donna adulta siamo davvero alla frutta… alla faccia della tanto sbandierata laicità, che però non è ammessa quando a giudicare, secondo i parametri di un moralismo senza morale, è una certa ideologia nazifemminista che ha fatto della misandria acida la propria missione quotidiana.

 

È singolare che in una società ormai secolarizzata, dove si rivendica da ogni parte il diritto assoluto a poter fare quello che si vuole, soddisfacendo ogni istinto, specie sessuale, venga bollata come inaccettabile proprio l’ancestrale e tradizionale propensione di un uomo a fare il galante con una donna. O forse è inaccettabile proprio per questa sua “arcaicità?”

Francesco Mastromatteo

 

articolo pubblicato su Campari & De Maistre