La Corte Suprema ha respinto oggi il ricorso per evitare che l’Alder Hey Hospital stacchi la ventilazione ad Alfie Evans e permettere il trasporto di Alfie in un altro ospedale. La Corte Suprema ha negato la possibilità di una udienza per dibattere il caso dopo che la Corte d’Appello di Londra aveva già rigettato i nuovi argomenti dei legali della famiglia Evans che contestava il sostanziale stato di detenzione in cui si trova Alfie, a cui viene negata la libertà di movimento (in questo caso per essere trasportato all’ospedale Bambin Gesù di Roma).
«Avendo considerato le posizioni delle parti “sulla carta” – ha detto un portavoce – la Corte Suprema del Regno Unito ha negato ai genitori la possibilità di un appello». I giudici hanno detto che l’ospedale si deve sentire «libero di fare ciò che è già stato determinato come il miglior interesse di Alfie». La Corte Suprema ha dunque approvato un piano per sospendere il trattamento e terminare la vita di Alfie.
I giudici hanno detto che «non c’è alcuna ragione di ritardi ulteriori» e che «non ci saranno altri ostacoli all’ordine della Corte d’Appello». «Questa è la legge del nostro Paese. Nessun ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo può o dovrebbe cambiarla».
Malgrado l’avvertimento della Corte Suprema, oggi viene presentato dai legali degli Evans un appello urgentealla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) fondato sull’articolo 5 della Convenzione dei Diritti Umani dell’Unione Europea, sempre inerente alla libertà di movimento.
La CEDU è ora l’unica possibilità per evitare che già lunedì venga tolta la ventilazione ad Alfie.
L’Alder Hey Hospital da parte sua ha reagito alla decisione della Corte Suprema affermando che la Corte «ha mantenuto la decisione dell’Alta Corte e della Corte d’Appello confermando che “è stato definitivamente confermato che non è nel miglior interesse di Alfie continuare a ricevere trattamenti o viaggiare all’estero per trattamenti».