Attacco agli USA – Egitto, Meunier (Copti): ecco il movente dell’attentato

“Gli attacchi contro l’ambasciata del Cairo fanno parte di una strategia dei partiti islamisti per mobilitare le piazze e ottenere un risultato favorevole al prossimo referendum costituzionale che potrebbe tenersi in ottobre”. Lo afferma Michael Meunier, cristiano egiziano e cittadino americano, presidente della US Copts Association e fondatore del partito Al-Hayat con sede al Cairo. Martedì un gruppo di estremisti ha attaccato l’ambasciata americana al Cairo, sostituendone la bandiera con quella nera di Al-Qaeda.

Mentre ieri l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens, è stato ucciso a Bengasi insieme a tre funzionari. Tutto è nato da una protesta contro un film che insulta Maometto. Per Meunier, “quanto sta avvenendo è la diretta conseguenza della debolezza della politica estera di Obama, che mette in grave rischio gli interessi americani e la libertà religiosa nel mondo. Lunedì di fronte all’ambasciata Usa è stata bruciata una Bibbia, ma il presidente non ha avuto il coraggio di dire una sola parola su quanto è avvenuto”.

Meunier, gli attacchi sono una diretta conseguenza del film su Maometto o si tratta soltanto di una scusa?

Si tratta di una reazione sproporzionata, ed è stata utilizzata per radunare le masse e in particolare per prepararsi per il prossimo referendum costituzionale e portare lo schieramento islamista a votare a favore del quesito cui si oppongono invece le forze laiche.

Qual è il ruolo dei partiti islamisti in quanto è avvenuto?

Il capo del partito salafita, Emad Abdel Ghaffour, e il suo portavoce Nader Bakkar, si trovavano all’esterno dell’ambasciata durante l’attacco. Prima che quest’ultimo avvenisse, Bakkar ha pronunciato diversi discorsi dai toni roventi. Per non parlare del fatto che uno dei manifestanti più fanatici ha bruciato una Bibbia. Il tutto mentre un consigliere del presidente Morsi si trovava fuori dall’ambasciata Usa.

I Fratelli musulmani però hanno condannato l’assalto all’ambasciata …

Ritengo che si sia trattato di un attacco pianificato. Il vicedirettore del giornale che per primo ha fatto scoppiare il caso è un esponente molto in vista dei Fratelli musulmani, ed è proprietario anche del sito web del movimento islamista. Il film è stato realizzato due anni fa e si trovava online già da due mesi, ma la stampa ha atteso che mancassero due giorni all’11 settembre per pubblicare la notizia. E’ su questo che ho qualche interrogativo.

Che cosa ne pensa del film?

Non mi piace affatto, è qualcosa che dei cristiani non dovrebbero fare, in quanto non aiuta certo i copti.

Eppure dietro alla sua produzione ci sarebbero proprio i copti americani …

Questo non è vero, il film è stato prodotto dal pastore Terry Jones. Chi afferma che in questa operazione sarebbero coinvolti dei copti lo fa soltanto perché ambisce a diventare famoso e farsi intervistare dalla tv.

Che cosa ne pensa delle reazioni degli Stati Uniti a quanto è avvenuto?

E’ chiaro che l’amministrazione Obama è debole, e che la sua politica estera sta danneggiando gli Stati Uniti e la loro immagine. Ne è prova il fatto che l’ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens, è stato ucciso a colpi di proiettile. Ma anche quanto è avvenuto al Cairo, dove i manifestanti hanno ammainato la bandiera a stelle e strisce in cima all’ambasciata. Nessuno avrebbe dovuto attraversare l’area della sede diplomatica, perché è territorio statunitense.

Per Obama, “gli Stati Uniti sono in guerra con Al Qaeda, non con l’Islam”. Condivide questa affermazione?

Ritengo che non siano assolutamente sinceri. I Fratelli musulmani hanno il potere nelle loro mani, e avrebbero potuto mandare la polizia per mettere fine alle violenze, barricare l’ambasciata e proteggerla con tutti i mezzi possibili.

C’è anche un legame con l’anniversario dell’11 settembre?

E’ una dichiarazione politicamente corretta, e Obama è libero di fare tutte le esternazioni che vuole. Il presidente però deve essere forte, a prescindere da quale sia la religione della persona che attacca gli interessi americani. Ciò che gli deve importare è soltanto di perseguire queste violazioni.

In che modo dovrebbe intervenire Obama?

Anche le dichiarazioni hanno un peso. Quando la bandiera statunitense è sottoposta a vilipendio, e la Casa Bianca non risponde in nessun modo, anzi smentisce le affermazioni dell’ambasciata stessa dichiarando che non le ha autorizzate, significa che quello in carica è un presidente senza mordente. Può quindi soltanto danneggiare gli interessi dell’America e i valori che rappresenta, come democrazia, diritti umani e libertà religiosa. Se il mondo si convincerà che gli Stati Uniti non sono in grado di difendere i loro interessi, allora si scaglierà anche contro i suoi valori.

Quali saranno le conseguenze per l’intero Medio Oriente di quanto è avvenuto al Cairo e a Bengasi?

Molto dipenderà dalle decisioni che prenderà Obama. Se non cambierà corso, gli estremisti si galvanizzeranno. Ieri pomeriggio si sono registrate altre dimostrazioni all’esterno delle ambasciate Usa, come quella in Tunisia. Il presidente americano deve quindi attuare provvedimenti forti, schierandosi a favore della libertà di parola e sottolineare il fatto che i cristiani sono attaccati in diverse occasioni in modi ben più gravi di un semplice film. Sul piano più strettamente politico, deve chiarire che se gli Usa saranno ancora attaccati risponderanno. Se ciò non avverrà, gli Usa e la libertà di religione continueranno a finire nel mirino.
Pietro Vernizzi

Fonte: ilsussidiario.net