Con Tommaso e i teologi bizantini verso una riconciliazione teologica

Negli annali della storia, il dialogo teologico tra la Chiesa greco-ortodossa si è dipanato in maniera piuttosto regolare. Venivano spesso scambiate ambasciate tra Roma e Costantinopoli per condurre dibattiti teologici strettamente collegati ai negoziati per la riunificazione delle due metà del cristianesimo, specialmente dopo lo “scisma” del 1054.  Il principio del dialogo teologico con la Chiesa ortodossa non è stato mai messo in discussione. La prima riunificazione “riuscita” delle Chiese fu conseguita nel secondo concilio di Lione (1274).


Tragicamente, san Tommaso d’Aquino morì durante il viaggio per partecipare al concilio. San Bonaventura da Bagnoregio, fu forse il teologo più eminente a parteciparvi. A causa di una presenza greca minima e dell’eccessiva sottomissione alla volontà dell’imperatore bizantino Michele VIII Paleologo (1259-1282), che voleva consolidare la sua autorità sulla Chiesa bizantina, l’unione realizzata dal concilio si rivelò “lettera morta”. Non appena l’imperatore ritornò a Costantinopoli, la Chiesa greca e il popolo ortodosso  rifiutarono in massa di rendere effettiva l’unione.

In seguito, dibattiti teologici e aperture più seri furono promossi dal governo bizantino sotto la dinastia Paleologa (1261-1453). Questi dibattiti pubblici e queste discussioni teologiche fecero conoscere ai latini i Padri e i concili greci, e allo stesso tempo permisero agli eruditi bizantini di familiarizzare con i Padri latini e gli autori scolastici, molte delle cui opere furono tradotte in greco. Specialmente dopo la traduzione del De Trinitate di sant’Agostino e della Summa contra gentiles di san Tommaso d’Aquino,  i teologi bizantini iniziarono ad assimilare il pensiero patristico e le idee scolastiche nel proprio corpus theologicum.

Perfino autori famosi come Gregorio Palamas e Marco Eugenico (due pilastri dell’ortodossia) utilizzarono l’erudizione latina nelle loro opere. Fino a poco tempo fa, molte di queste scoperte sono sfuggite perfino all’analisi degli esperti. Attualmente  un nutrito gruppo di studiosi ortodossi e cattolici ha dedicato le proprie ricerche a scoprire le influenze latine e scolastiche nelle opere teologiche bizantine del XIV e XV secolo.
Christiaan W. Kappes

Fonte: L’Osservatore Romanodel 20 luglio 2012