Croazia, gli ex comunisti la buttano sul sesso – di Josip Horvaticek

La Chiesa croata sta affrontando il più massiccio e potente attacco contro la fede cattolica del popolo croato dai tempi dell’invasione dei turchi, un attacco perfino più grave e pericoloso dei quasi cinquant’anni di dittatura comunista jugoslava.

 

Incapace di risolvere la gravissima crisi economica che sta portando il Paese sull’orlo della bancarotta e della povertà di massa, il nuovo governo di sinistra guidato dall’ex (ma non troppo) comunista Milanovic cerca di mantenere unita la propria base elettorale puntando tutte le sue carte su uno scontro diretto contro la Chiesa cattolica e su una radicale rivoluzione di valori che trasformi la cattolica Croazia in un Paese dalla legislazione tra le più liberal del mondo.

 
Negli ultimi mesi, infatti, viene sempre più limitata la presenza pubblica della Chiesa: in alcune classi della scuola superiore è stata eliminata la lezione di religione, provvedimento che rappresenta con tutta probabilità un esperimento che precede la sua abolizione nelle scuole di ogni ordine e grado; viene ristretta la libertà di azione pastorale della Chiesa tra i militari e la polizia; con il nuovo codice di procedura penale si è cercato di abolire l’esenzione dall’obbligo di testimonianza concessa ai sacerdoti a motivo del segreto confessionale, tentativo fallito per la decisa reazione dei vescovi.

 
Anche la vita e la famiglia sono oggetto di un durissimo attacco da parte del governo. Dopo avere infatti reso la Croazia un Paese con una tra le più liberali legislazioni al mondo in materia di fecondazione artificiale, e in attesa della già annunciata nuova  Legge sulla famiglia che autorizzerà i matrimoni omosessuali e darà alle coppie gay la possibilità di adottare bambini, della liberalizzazione delle droghe leggere e della legalizzazione dell’eutanasia, il suo governo ha imposto l’introduzione nelle scuole quale materia obbligatoria – a partire dalla terza elementare fino al termine della scuola superiore – un programma di educazione sessuale ispirato alla teoria di genere (o gender), con la manifesta intenzione di aprire le porte alla pratica della sessualità da parte dei bambini fin dalla più tenera età.

 
Siamo di fronte a un pericolo gravissimo, come ha ricordato recentemente il Papa, più grave delle ideologie che hanno insanguinato lo scorso secolo: l’imposizione di una visione del mondo e un sistema di valori che sovvertono i tradizionali valori cristiani e dell’uomo.

Con l’ideologia gender si cerca di sconvolgere le fondamenta naturali dell’essere umano creato da Dio come uomo e donna, di pervertire l’animo umano fin dalla più tenera infanzia rendendolo schiavo di una sessualità disordinata, e potremmo dire anche perversa, al solo scopo di giustificare e glorificare tendenze sessuali disordinate e contronatura.

 

L’ideologia di genere è un’ideologia totalitaria, al pari di fascismo, nazismo e comunismo, e non può essere proposta, bensì imposta; di conseguenza il governo Milanovic ha introdotto il programma di educazione sessuale nel sistema scolastico croato con il sopruso, la violenza morale e l’inganno.

 
Questo programma, realizzato dall’Agenzia per l’educazione e la formazione del Ministero dell’istruzione, è stato infatti introdotto con la definizione ingannevole di Educazione alla salute, caratterizzata da quattro capitoli, dei quali i primi tre, del tutto condivisibili, riguardano l’educazione alla pulizia personale e a un mangiare sano, la prevenzione di comportamenti violenti e la prevenzione dalle dipendenze (droga, alcol e gioco d’azzardo).

 
Il quarto capitolo, intitolato Parità di diritti di genere tra i sessi e comportamento sessuale responsabile, si pone due scopi: attraverso l’ideologia di genere ‘convertire’ il popolo croato all’accettazione dell’omosessualità e di tutte le altre degenerazioni della galassia LGBT, nonché introdurre una precoce sessualizzazione dei bambini, partendo dai principi di sessuologia del malfamato Kinsey Institute.

Compito invero arduo, poiché i croati, sebbene si stiano sempre più allontanando dalla vita sacramentale e religiosa cattolica, hanno mantenuto una mentalità tradizionale sul tema della famiglia quale comunione di padre, madre e figli, tanto che ai Gay Pride partecipano sempre pochi intimi, mentre un massiccio dispiego di forze di polizia deve ‘proteggere’ i manifestanti omosessuali dall’ira popolare.

 
Questo programma è stato introdotto in violazione di una lunga serie di disposizioni di legge, fatto che evidenzia come la coalizione governativa abbia voluto avviarlo subito e a tutti i costi, con citazioni errate di leggi nel decreto di introduzione del ministro Jovanovic, nella totale violazione della procedura di introduzione di nuovi programmi scolastici, senza recensione del programma da parte di agenzie indipendenti e senza formazione degli insegnanti.

 
Ai genitori viene negato il diritto di scelta se fare partecipare o meno i propri figli a tali lezioni, in questo modo violando l’art. 63 della Costituzione della Repubblica di Croazia che assicura loro «il diritto e la libertà di decidere autonomamente sull’educazione dei figli», nonché da altre leggi croate e da diverse convenzioni internazionali.

Manca un manuale, ma c’è una ricca bibliografia «consigliata» – questa l’espressione ufficiale – in maggior parte pubblicata dalle associazioni orbitanti attorno alla galassia LGBT, e che a un’attenta lettura mostra chiaramente quali sono gli scopi di questo programma.

 
Così nel libro Spol i rod pod povecalom (Sesso e genere sotto la lente d’ingrandimento) di Amir Hodzic, Natasa Bijelic e Sanja Cesar del 2003, leggiamo a pagina 81: «Il sesso è qualcosa che ci è stato imposto molto tempo prima che avessimo la possibilità di esprimere la nostra opinione a tale proposito». Ne consegue che «alcuni distinguono il sesso e il genere dicendo ad esempio: “Il mio sesso è femminile, ma il mio genere è maschile”».

Perché quindi «non dire: io sono un maschio con la vagina? Perché non smontare anche questo imperativo biologico che contrassegna gli organi genitali come maschili e femminili?».

 

Mariela Castro Espín, psicologa cubana, figlia dell’attuale presidente Raúl Castro, in Cosa succede nella pubertà afferma (pag. 82 della versione croata): «E’ importante comprendere che l’omosessualità e la bisessualità non sono malattie né comportamenti immorali, bensì l’espressione di diversi aspetti della sessualità del genere umano … L’orientamento sessuale inizia a modellarsi durante la pubertà. In questo periodo i rapporti eterosessuali, omosessualità e bisessuali possono essere solamente una delle esperienze che si vivono durante la scoperta e lo sviluppi dei propri orientamenti sessuali».

 

In With Pleasure: Thoughts on the Nature of Human Sexuality, di Paul R. Abramson and Steven D. Pinkerton, a pagina 146 della versione in lingua croata, leggiamo: «Nonostante gli attacchi e i divieti da parte dei genitori, il godimento sessuale rappresenta un importante elemento dell’infanzia. Storicamente l’infanzia è stata considerata come un rifugio protetto dalle preoccupazioni e dalle responsabilità degli adulti … un periodo, quindi, nel quale nel modo migliore ci si può dedicare ai godimenti, sessuali e di altra natura.

Tenendo conto che nel corso dell’infanzia la riproduzione è impossibile, si può godere dei piaceri sessuali in modo multidimensionale – orale, anale, genitale, eccetera – senza possibilità di procreazione».

A pag. 215 gli autori affermano inoltre: «La pornografia ha uno scopo didattico, poiché accresce la conoscenza della sessualità e l’utilizzo della pornografia a scopi terapeutici può ridurre le inibizioni, offrire nuova ispirazione sessuale, fornire un insegnamento tecnico e accrescere la comunicazione tra i partner. Oltretutto, la visione, la lettura o l’ascolto della pornografia, accompagnato o meno dalla masturbazione, rappresenta una forma di sesso sicuro».

 
Le metodologie di lavoro da attuare durante le lezioni di Educazione alla salute sono rappresentate da gruppi di lavoro che richiedono la partecipazione attiva degli alunni, toccandosi gli uni gli altri, rappresentando scenette, facendo esercizi pratici, disegnando o svolgendo discussioni in classe.

 

Vediamo nel dettaglio alcuni tra i temi affrontati da questo capitolo del programma di ’Educazione alla salute’ (si tenga presente che in Croazia gli alunni vanno a scuola a sette anni e che il ciclo elementare dura otto anni, con il successivo passaggio alla scuola superiore che dura quattro anni).

In terza elementare – quindi a nove anni di età – gli alunni apprendono quali sono i toccamenti ‘accettabili’ e quelli ‘inaccettabili’. Gli insegnanti inviteranno i bambini a toccarsi gli uni gli altri in determinate parti del corpo, ivi incluse quelle ‘indesiderabili’; in seguito vi sarà una discussione nella quale gli alunni saranno invitati ad analizzare se e per quale motivo essi si sono sentiti a disagio.

In quarta elementare viene introdotta l’ideologia di genere (gender) che da questo momento verrà trattata fino alla fine della scuola superiore. Gli alunni vengono invitati a riconoscere gli stereotipi sessuali e di genere, le discriminazioni e le stigmatizzazioni delle minoranze sessuali. Le bambine dovranno imparare a mettere su di sé i tamponi davanti a tutta la classe.

In quinta elementare viene analizzata «la masturbazione quale parte integrante della sessualità dell’uomo» nonché «le credenze, un tempo dominanti, che ritenevano la masturbazione come dannosa».

Per i bambini di dodici anni che frequentano la sesta elementare il programma prevede l’analisi della pornografia. Gli alunni dovranno «discutere il modo in cui la pornografia mostra la sessualità dell’uomo nonché i ruoli sessuali maschili e femminili».

 
Secondo uno dei fogli di lavoro diffusi dal Ministero, i ragazzi di quattordici anni, che frequentano l’ottava e ultima classe del ciclo elementare, dovranno essere suddivisi in gruppi nei quali ‘reciteranno’ alcune situazioni di vita quotidiana.

Una di queste situazioni, sicuramente la più scabrosa, viene descritta dal Ministero nel modo seguente: «E’ venerdì sera, e Tanja sta partecipando a una festa organizzata da alcuni coetanei che conosce solo di vista. Le hanno offerto da bere, e ha consumato due vodke mescolate a succhi di frutta. Comincia a ballare, sente il calore inondare il suo corpo e la stanza comincia a girare attorno a lei. Si accorge che Kristijan la sta guardando, un ragazzo di appena qualche anno in più che è molto popolare nella sua compagnia. E’ un ragazzo che tutte le sue amiche vorrebbero avere come ragazzo.

Kristijan le si avvicina, e Tanja fatica a credere ai suoi occhi. Ballano abbracciati molto forte. Kristijan le propone di andare al piano di sopra perché lì fa caldo. Mentre sta andando via con lui, si accorge che sopra è buio e non c’è nessuno. Prega Kristijan di tornare là dove sono gli altri. Egli sorride e le dice: “Forse non mi credi”. Kristijan comincia a toccarla su tutto il corpo e la spinge sul divano. Tanja gli dice “no“, di smettere, cerca di divincolarsi da lui. Comincia a piangere, ma egli continua, ignorando le sue suppliche. La obbliga al rapporto sessuale».

Ribadiamo il concetto: questa scena deve essere recitata da due o più alunni di quattordici anni.

 
A quindici anni l’atto sessuale viene presentato come un normale atto fisico senza alcuna connotazione morale e senza alcun valore. Gli alunni impareranno, attraverso esercizi pratici, come indossare il preservativo, come utilizzare le pillole anticoncezionali (la questione della cosiddetta ‘protezione’ rappresenta il punto focale dell’intero programma della scuola superiore); dovranno discutere sulle diverse posizioni esistenti riguardo all’aborto, definito eufemisticamente ’interruzione della gravidanza’.

Agli studenti di terza superiore (diciassette anni) verrà presentato l’atto omosessuale come del tutto naturale; le unioni omosessuali vengo definite con la parola ‘matrimonio’ e messe sullo stesso piano della comunione matrimoniale fra uomo e donna.
 

In tutto il programma non vi è alcuna educazione ai valori, all’amore, alla vita che si forma quale frutto del rapporto fisico tra due persone che si amano, alla famiglia. In tutto il programma, la parola amore viene menzionata una sola volta, e non si fa la benché minima menzione dell’atto sessuale quale strumento di trasmissione della vita.

 
Dal momento in cui sono stati resi noti questi programmi del Ministero dell’Istruzione (verso la fine settembre del 2012), le associazioni dei genitori che promuovono i valori umani e cristiani, in particolare VIGILARE e GROZD, hanno avviato una campagna di forte sensibilizzazione dei genitori di bambini in età scolare sui contenuti di questi corsi di educazione sessuale.

 
Ben presto la gerarchia ecclesiastica ha assunto la guida di questa lotta, nella quale si è distinto in modo particolare l’arcivescovo di Zagabria, Cardinal Josip Bozanic, e tra i sacerdoti, il cappellano degli studenti universitari di Zagabria don Damir Stojic, salesiano, conosciuto in tutto il Paese poiché nelle sue catechesi egli tratta frequentemente il tema della “Teologia del corpo” di Giovanni Paolo II.

La Conferenza Episcopale croata ha avviato una serie di conferenze per i genitori in tutte le diocesi e parrocchie, e il giorno di Natale ha fatto distribuire volantini in tutte le chiese, nei quali venivano illustrati con dovizia di particolari i contenuti di questo programma di educazione sessuale, e fornite indicazioni ai genitori su cosa fare per proteggere i loro figli, ivi inclusa l’extrema ratio del ritiro dei figli da queste lezioni, sebbene tale assenza venga sanzionata dai dirigenti scolastici come ‘assenza ingiustificata’.
 
Ben presto i vescovi sono stati fatti oggetto di una campagna denigratoria da parte degli organi di stampa schierati con il governo di sinistra, nonché di insulti e provocazioni provenienti direttamente dalle fila del governo medesimo.

La Chiesa è stata ammonita dall’esecutivo a non ’immischiarsi’ nei programmi scolastici ed è stata accusata di mentire. Il Ministro dei reduci della Guerra per la Patria, Predrag Matic, è giunto perfino a paragonare il cardinale Bozanic al defunto presidente serbo e criminale di guerra Slobodan Milosevic.

Oggetto di pesanti critiche è stato anche il vescovo ausiliare di Zagabria Valentin Pozaic, il quale in occasione di una tavola rotonda sull’argomento tenuta due settimane fa ha tenuto un coraggioso e chiaro discorso contro la politica governativa sull’educazione dei giovani.

 Prendendo a pretesto l’appello di Mons. Pozaic a una nuova Oluja (il nome dell’operazione che nel 1995 ha portato alla liberazione delle zone del Paese occupate dai ribelli serbi), la stampa filo-governativa l’ha accusato di volere istigare a una rivolta armata per il rovesciamento delle istituzioni democratiche, giungendo perfino ad associarlo a uno squilibrato che in quegli stessi giorni aveva fatto esplodere alcuni ordigni esplosivi a Zagabria.

 
I metodi totalitari dell’esecutivo nell’attuazione di questo programma sono confermati dal fatto che esso minaccia di licenziamento gli insegnanti e i presidi degli istituti scolastici qualora non attuino il programma nella sua interezza, negando così loro il diritto all’obiezione di coscienza.

Nella Croazia di oggi, un Paese che fra cinque mesi entrerà nell’Unione Europea, chi osa parlare contro il governo rimane senza lavoro.

I migliori esempi di questa politica sono rappresentati dall’ondata di licenziamenti di presidi di fine 2012 – chiaro avvertimento alla categoria che non ci sarebbe stato spazio per alcun dissenso -, nonché dal licenziamento di una giornalista dell’ente radiotelevisivo pubblico per avere mostrato un servizio sul maniaco Alfred Kinsey, fondatore dell’omonimo istituto di sessuologia, sui cui presupposti pseudoscientifici si fonda il programma di educazione sessuale imposto al sistema scolastico dal governo.

Allo stesso modo, un professore universitario di Zara è stato sospeso dal servizio dopo avere parlato dell’ideologia gender a un gruppo di giovani in una parrocchia.

 

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana