Dimissioni del Papa, il primo dopo 600 anni

Benedetto XVI rinuncia al soglio pontificio e lascerà il 28 febbraio. Una decisione di portata storica che ha pochi precedenti in epoca recente. Il caso più famoso è quello di Celestino V: Pietro da Morrone, sacerdote, condusse vita eremitica. Diede vita all’Ordine dei Fratelli dello Spirito Santo, denominati poi Celestini, approvato da Urbano IV, e fondò vari eremi.

 

Eletto papa quasi ottantenne, dopo due anni di conclave, il 5 luglio 1294, fu incoronato ad Aquila (oggi L’Aquila) il 29 agosto  nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove è sepolto.

Prese  il nome di Celestino V e, uomo santo e pio, si trovò di fronte ad  interessi politici ed economici e a ingerenze anche di Carlo d’Angiò. Accortosi delle manovre legate alla sua persona, dopo 4 mesi  rinunziò alla carica, il 13 dicembre 1294, morendo poco dopo in  isolamento coatto nel castello di Fumone. Giudicato severamente da Dante come «colui che per viltade fece il gran rifiuto», oggi si parla di lui come di un uomo di straordinaria fede e forza d’animo, esempio di umiltà e di buon senso.

 

GREGORIO XII –Il secondo caso che la storia ricorda è quello di Gregorio XII, papa dal Papa dal 19 dicembre 1406 al 4 luglio 1415. Veneziano, una  volta eletto si impegnò a porre fine al «grande scisma» fra i  pontefici di Roma e quelli di Avignone. Ma ogni tentativo risultò vano. Solo il concilio di Costanza (1414-1417) vi riuscì. Gregorio XII rinunciò al pontificato e si ritirò a Recanati. Nel 1417, due anni dopo  la sua morte, il suo successore lo nominò Pontefice Emerito di Roma.

 

PIO XII – Da documenti d’archivio di fonte ecclesiastica, relativi alla Seconda Guerra Mondiale, sembra inoltre che Papa Pio XII (1876-1958) avesse scritto un documento segreto dove affermava che doveva essere considerato dimissionario nel caso in cui fosse stato rapito dai nazisti su ordine di Hitler. Eugenio Pacelli era stato informato di un piano del dittatore tedesco per arrestarlo e portarlo in una piccola località in Germania.

 

I PRECEDENTIPapa Clemente I (in carica dal 88 al 97 Dc), quanto pontefice romano, rinunciò alla carica a favore di Evaristo, poiché arrestato ed esiliato non voleva che i fedeli rimanessero senza una guida spirituale. Nella prima metà del III secolo, Ponziano lo imitò poco prima di essere esiliato in Sardegna; al suo posto venne eletto Antero. Silverio, 58esimo vescovo di Roma, fu deposto da Belisario e in punto di morte (11 marzo 537) rinunciò in favore di Vigilio, fino ad allora considerato un usurpatore. Vi sono poi molti altri casi, più problematici, in cui si discute se vi sia stata rinuncia o addirittura rinuncia tacita, come nel caso di Martino (VII secolo). Altro caso più difficilmente inquadrabile è quello di Benedetto IX, che prima venne deposto in favore di Silvestro III, salvo poi riassumere la carica per poi rivenderla a Gregorio VI, il quale, accusato di simonia, fece atto di rinuncia dopo aver ammesso le sue colpe. Siamo nella prima metà dell’anno Mille.

Redazione Online del Corriere della sera

 

Fonte: Corriere della sera