Dove batte il cuore di Parigi. Il culto di Santa Genoveffa che sconfisse Attila

StGenevieveSe nel terzo millennio non ci fossero gli apache a Parigi, Saint Genevieve, la patrona Santa Genoveffa, non avrebbe onorata la sua celebrazione tra le vie antiche della Capitale di Francia. Apache a Parigi? Sì, e autoctoni per giunta. Al grido di Paris populaire, Paris identitaire ogni inizio gennaio c’è chi si impegna a riportare tra le strade della sua città l’eroina (divide il podio con Giovanna D’Arco) dei parigini. A pensarci sono gli apache, un nucleo di giovani identitari parigini che, nella Francia iper-secolarizzata e con una Chiesa in disarmo culturale, si sono presi la responsabilità di “autogestire” di fatto il ricordo della patrona in città.

Si chiamano così perché si rifanno alla definizione che i giornali degli anni ’30 davano delle bande giovanili parigine: un epiteto, che tradotto nella contemporaneità, si pone come atto di “resistenza” contro l’omologazione.

 

Gli apache sono tra i promotori di Paris Fiertè, associazione che si occupa di promuovere l’identità parigina «contro chi vorrebbe la Capitale di Francia trasformata in un parco divertimenti per turisti» (e per questo qualche anno fa hanno lottato contro l’installazione di uno Starbucks, la catena americana di caffè, nel centro di Montmartre).

 

«Nel 451 gli Unni di Attila arrivano terribili nella Gallia del nord, e Parigi e i suoi abitanti temono per la propria esistenza – raccontano gli apache -. Mentre l’alta società dei tempi pensava a come fuggire, Saint Genevieve – anche grazie alla sua diplomazia con le grandi famiglie – si fa avanti: incita alla resistenza di Parigi e dei parigini. Il suo invito viene raccolto; certo, c’è chi la vorrebbe morta per questo, ma in tanti obbediscono».

 

La battaglia poi viene condotta del generale romano Ezio, che sconfigge Attila presso Chàlon-sur-Marne.

 

Genoveffa diventa eroina di Francia. «Per noi – spiegano durante la marcia allegra e illuminata dalle torce e dai vessilli degli antichi rioni di Parigi – questo rappresenta quell’elemento di continuità per chi è chiamato a difendere la nostra identità anche oggi, di fronte a un nemico che si manifesta con la veste della dissoluzione del nostro patrimonio culturale e civile».

 

Se Asterix “vive e lotta”, gli apache parigini, guerrieri identitari e metropolitani, che negli anni hanno risvegliato il genius loci della capitale richiamandosi allo spirito della riserva indiana contro la massificazione, rappresentano appieno un certo modo di essere francese.

 

Estratto del libro di Antonio Rapisarda “All’armi siam leghisti”, nel quale viene analizzato in modo meticoloso il mondo identitario francese.