Elezioni. I sondaggi non si possono rivelare, ma oggi il Corriere è molto esplicito: Grillo su, Bersani e Monti giù

Elezioni. I sondaggi non possono essere resi pubblici, ma oggi un articolo  sul Corriere della Sera è molto chiaro nell’indicare cosa dicano le  rilevazioni demoscopiche che circolano nelle mani dei politici e nelle redazioni  dei grandi quotidiani. «Una valanga grillina» e il «calo di Monti» si legge sul Corriere, in cui si dà conto dei timori del Partito democratico.  Secondo quei sondaggi che in questi giorni «si fanno ma non si dicono», «Grillo  è in salita costante e, apparentemente, inarrestabile».

Tanto che «il Movimento  5 Stelle si è piazzato al secondo posto, giusto dietro il Partito democratico». La forbice tra i due partiti ad oggi «è ampia», ma «i dati rivelano che il trend  del Pd tende al ribasso, quello dei grillini, al contrario, è al rialzo».

SCELTA CIVICA DI MONTI Come se non bastasse, a preoccupare  Pier Luigi Bersani rispetto ad alleanze future, ci sono anche i sondaggi che  riguardano Scelta civica di Monti, «che aprono una prospettiva inquietante»: Bersani, infatti, se il suo partito non dovesse riuscire ad ottenere una «vittoria piena» a Palazzo Madama, avrebbe «bisogno come il pane di un gruppo di  sostegno montiano» al Senato; in particolare, Bersani avrebbe bisogno che Monti  ottenga «almeno 15, 20 senatori». Tanti ne servirebbero, infatti, «in caso di  pareggio, per consentire al Partito democratico di mettere in piedi un governo  di centrosinistra» Il problema è che questi numeri, almeno per il momento,  non sono una «sicurezza».

I sondaggi «raccontano che nelle regioni chiave i  montiani arrancano e non riescono a sottrarre voti consistenti al centrodestra». Anche perché, proprio in quelle regioni «dove il Partito democratico va bene, il  listone del premier è in affanno. Ergo: non è al centrodestra che il premier  toglie i voti». E «un Monti che non riesce a fare argine nei confronti delle  truppe berlusconiane rischia di servire poco o niente al centrosinistra».

TESTA A TESTA IN LOMBARDIA. «In Lombardia è testa a testa», spiega ulteriormente il Corriere, e «in Sicilia pure». E se in Veneto  Bersani e alleati «perdono senza possibilità di sorprese dell’ultima ora», in  Campania «la vittoria è saldamente nelle loro mani». Morale della favola? «In  queste regioni Monti rischia di non fare comunque la differenza»; e «tutti i  calcoli che sono stati fatti finora al Partito democratico vanno rivisti».

 

Fonte: Tempi

Vedi anche: Sondaggi elettorali 2013, sul web il M5S è il primo partito