Enciclica del papa: nessuna misericordia per Sandro Magister – di Riccardo Cascioli

magisterUna fuga di documenti non è mai una cosa piacevole, ma si fa fatica a comprendere perché la pubblicazione anticipata di due giorni dell’enciclica del Papa Laudato si’ da parte del sito dell’Espresso abbia portato la Santa Sede sull’orlo di una crisi di nervi, e alcuni vaticanisti a perdere anche il senso del ridicolo indicando un complotto ai danni di papa Francesco.

Che complotto sarà mai svelare con due giorni di anticipo i contenuti di un’enciclica? Anzi, l’iniziativa dell’Espresso rischia di creare ancora più attenzione intorno alla conferenza stampa ufficiale di presentazione dell’enciclica – giovedì 18 alle 11 – se non altro per verificare eventuali differenze tra la versione già online e quella definitiva.

Eppure come complotto è stata trattata, tanto che la Sala Stampa ha preso la drastica decisione di sospendere a tempo indeterminato l’accredito al vaticanista di lungo corso Sandro Magister, ritenuto colpevole del misfatto. M

a non basta: la lettera a Magister in cui si notifica la decisione è stata esposta pubblicamente in Sala Stampa vaticana e riportata con grande risalto da quel blog semi-ufficiale che è Il Sismografo. E non è tutto: non bastasse la pubblica gogna, in rete sono fioriti commenti al vetriolo contro Magister da parte di colleghi e di personalità vaticane.

Magister è un vaticanista molto noto, ha un sito (chiesa.espresso) e un blog (Settimo cielo) che sono molto seguiti e un sicuro punto di riferimento per chi desideri notizie e approfondimenti sulla Chiesa che vadano oltre i comunicati ufficiali. Ovvio, quindi, che nel tempo si sia fatto anche un po’ di nemici, ma il trattamento che gli è stato riservato fa nascere diverse domande.

Anche perché nulla di tutto ciò si era visto, tanto per fare un esempio, al tempo di Vatileaks, quando una mole enorme di documenti trafugati dall’appartamento di papa Benedetto XVI furono pubblicati creando uno scandalo al cui confronto la pubblicazione anticipata dell’enciclica fa sorridere. Inoltre Magister è solo indirettamente responsabile dell’accaduto, perché  – come è stato spiegato fin dall’inizio – la copia pirata dell’enciclica è arrivata sulla scrivania del direttore dell’Espresso, che ha deciso di pubblicarla chiedendo a Magister una breve presentazione.

Inoltre, tecnicamente non si può neanche parlare di embargo violato come ha giustamente fatto notare il vaticanista americano John Allen. L’embargo esiste quando un documento è consegnato in anticipo ai giornalisti per dare loro tempo di leggerlo e prepararlo per la pubblicazione. In pratica io ti do il documento in anticipo, tu ti impegni a non parlarne prima della data prefissata.

Ma in questo caso la Santa Sede aveva deciso – cosa insolita e sgradita – di consegnare l’enciclica solo pochissime ore prima della conferenza stampa, quindi nessuno l’ha ancora ricevuta per vie ufficiali.

Un impegno morale del direttore dell’Espresso c’era soltanto nel caso in cui anche la manina che ha consegnato clandestinamente il testo dell’enciclica avesse chiesto di rispettare la data del 18 giugno, ma questo è altamente improbabile.

Malgrado ciò su Magister si è abbattuta l’ira del Vaticano: per lui niente attenuanti, niente misericordia, solo pubblica vergogna e la cacciata dall’Olimpo dei vaticanisti.

Ben diversamente ci si era comportati con quel vecchio volpone di Eugenio Scalfari, quando pubblicò due interviste a papa Francesco – ottobre 2013 e luglio 2014 – che hanno portato non poca confusione nella Chiesa: poi si scoprì che nella prima erano state aggiunte da Scalfari delle frasi mai pronunciate dal Papa e la seconda non sarebbe dovuta neanche uscire perché Scalfari si era impegnato a non parlare di quel colloquio personale che aveva avuto con il Papa.

Un comunicato di precisazione, per quanto duro, è stato l’unico provvedimento; anzi Scalfari è stato anche premiato perché le sue interviste  compaiono nel libro “Interviste e conversazioni con i giornalisti” (Lev), uscito nei mesi scorsi.

Si può dunque ragionevolmente pensare che Magister paghi non tanto l’anticipazione dell’enciclica quanto il costante lavoro di informazione teso a dare notizie o mettere in rilievo fatti che non sono in linea con il coro di adulazione che circonda – e danneggia – questo pontificato.

L’incidente dell’enciclica è solo il pretesto per regolare i conti con un giornalista autorevole ma dipinto come un punto di riferimento per il dissenso. Un segnale ben preciso lanciato dai nuovi cortigiani a chiunque voglia anche sollevare domande, secondo una vecchia strategia: colpirne uno per educarne cento.

Non a caso, come si diceva, a lanciare veleno nei suoi confronti sono tra i più entusiasti sostenitori della nuova era della misericordia. Anche chi per ruoli istituzionali dovrebbe almeno astenersi da certe intemperanze.

Come l’esperta di comunicazione aziendale Francesca Immacolata Chaoqui, ingaggiata per la pontificia commissione incaricata della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, che non ha mai perdonato a Magister di averne fatto rilevare la tendenza a parlare troppo. Ebbene, poco dopo la notizia della sospensione di Magister, ecco cosa ha scritto sulla sua pagina Facebook:

 Chaoqui su facebook

Ogni commento è superfluo, solo è la testimonianza che la stagione dei veleni in Vaticano è tutt’altro che alle spalle. Lo dimostra un altro segnale: il Fatto Quotidiano ha indicato con sicurezza nella Segreteria di Stato la fonte della copia fatta arrivare all’Espresso e di un presunto sabotaggio nei confronti di papa Francesco (clicca qui). Un’informazione certamente non sparata a caso, che fa presagire che prossimamente ne vedremo delle belle.

P.S.: Il portavoce vaticano padre Lombardi ha dichiarato che quella pubblicata dall’Espresso è solo una bozza dell’enciclica, non la versione definitiva, lasciando intendere che il testo ha subito ulteriori modificazioni. Noi invece scommettiamo che il testo dell’enciclica già online sia quello definitivo. Vedremo giovedì.

 

articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana