Festa di Maria SS. Ausiliatrice – Testimonianza di grazie di un alunno di Don Bosco

La grande devozione a Maria SS. Ausiliatrice in epoca moderna fu propagata soprattutto da Don Bosco che, a lei devotissimo ed avendone ricevuto molte grazie e favori, le costruì  a Torino un Santuario ancora molto rinomato e frequentato. Sul perché di tale appellativo e sulla sua diffusione riportiamo il pensiero del Santo tratto dal sito della omonima rivista dei Salesiani. 

 

Perchè Maria di Nazaret col titolo di Ausiliatrice? Lo stesso Don Bosco confidò un giorno ad uno dei suoi primi Salesiani, Don Giovanni Cagliero, grande missionario in America Latina e futuro Cardinale: “La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Ausiliatrice. I tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santa ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana”.

Il titolo di Ausiliatrice non è stato un’invenzione di Don Bosco e della sua grande devozione a Maria. Esisteva già fin dal 1500 nelle Litanie Lauretane. Il papa Pio VII istituì la festa di Maria Ausiliatrice nel 1814 e la fissò per il 24 maggio.

E’ proprio grazie a Don Bosco e alla costruzione del Santuario di Maria Ausilitrice, voluto dalla stessa Madonna, che il titolo di Ausiliatrice tornò attuale nella Chiesa.

Don Bosco stesso raccomandava ai suoi Salesiani, in qualunque parte del mondo si recassero, a propagare la devozione alla Madonna con il titolo di Ausiliatrice. 

Per questo oggi si parla di Maria Ausiliatrice come della Madonna di Don Bosco. Proprio per ubbidire a questo desiderio, o meglio a questa raccomandazione di Don Bosco di diffondere la devozione a Maria sotto il titolo di Ausiliatrice, è nata e continua ancora oggi, con le sue pubblicazioni.

 

Una storia singolare: Maria Ausiliatrice fonte di speranza e di gioia

Per gli alunni dell’Oratorio Maria Santissima era sempre madre pietosa e Don Bosco un tenero padre. 

Io – narra il giovane Battagliotti – sono un giovanetto liberato da gravissima sciagura per intercessione dell’augusta Regina del Cielo. Animato dal vivo desiderio di percorrere la carriera degli studi, mi ero caldamente raccomandato al mio sig. Prevosto affinché mi aiutasse e consigliasse con la sua solita carità.

Egli si adoperò e mi ottenne un posto nell’Oratorio di S. Francesco di Sales. Ero colmo di gioia e non attendevo altro che il mese di agosto per recarmi al luogo destinato, per tentare le prime prove e per cominciare il ginnasio.

Ma che! Una grave sciagura venne a colpirmi e deluse ogni mia speranza. Una sera di maggio di quest’anno, mentre facevo la mia preghiera, caddi da un fienile sul duro selciato e rimasi come morto.

Passai due giorni ignaro di quanto fosse avvenuto di me e tutti giudicavano ad ogni istante che io dovessi rendere l’ultimo respiro.

Avevo tutta la persona scompaginata, con una grave rottura. Tuttavia mediante le cure del medico e le sollecitudini dei miei parenti, dopo due giorni riacquistai l’uso dei sensi e poco per volta rinacque la speranza di guarigione.

Ma quando mi sembrava di essere guarito, mi accorsi che il malore mi aveva lasciato un triste retaggio, vale a dire mi avvidi che avevo perduto la facoltà intellettiva e la memoria.

Non si può esprimere il dolore e il dispiacere che ho provato nel vedermi così troncato il filo delle mie speranze.

Ho fatto ripetute prove, ma non ero riuscito a farmi entrare in capo un periodo di un libro o un pensiero di cose scientifiche.

Tuttavia, travagliato dal desiderio dello studio, col consiglio del mio Prevosto, volli recarmi a fare almeno una prova nell’Oratorio di S. Francesco di Sales, dove altri miei compagni mi attendevano.

Qui crebbe la mia desolazione. Passavo più ore sui libri, stavo con la massima attenzione nella scuola, ma nulla potevo né comprendere, né imparare.

Nel vedere i miei condiscepoli di giorno in giorno progredire nelle lezioni ed io invece rimanermene senza profitto, privo di speranze passavo i miei giorni nella melanconia, nell’afflizione, nel pianto.

Un mattino andai in sagrestia, mi presentai a Don Bosco e scoppiando in un pianto dirotto “ Don Bosco” gli dissi “mi faccia guarire dal mio mal di capo”.

“Caro figlio – egli commosso mi rispose – vorrei saperti suggerire qualche rimedio efficace… ma… hai già fatto ricorso a Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani? Hai fiducia nella bontà del Signore e nella potenza dell’augusta sua Madre Maria Santissima?”

“Sì che l’ho e faccio tutto quel che posso per accrescerla” – “Vieni, ascolta con devozione la S. Messa e poi ci parleremo, e spera.”

Dopo che ebbe celebrata la S. Messa, mi condusse davanti all’altare della Beata Vergine e mi disse: “Fa’ una novena, recita tutti i giorni tre Pater, Ave, Gloria a Gesù Sacramentato, con tre Salve Regina alla Madre di Dio con la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

Se guarisci dal tuo male riconoscilo alla protezione di Maria Ausiliatrice e per la grazia ottenuta farai qualche oblazione per i lavori della Chiesa che in onore di Lei si va qui costruendo.”

“Farò quanto mi dice riguardo alle preghiere, ma essendo io un povero giovane non posso fare alcuna oblazione”

“Tu farai oblazione di preghiere affinché la SS. Vergine ispiri qualche suo devoto a fare oblazioni di altro genere e, per gratitudine verso la tua celeste benefattrice, racconterai la grazia ricevuta.”

Tutto promisi ed io sentivo in quel momento una fede così viva in cuore che già mi sembrava di essere guarito. Ma era illusione. Il male di capo continuò maggiormente, la mia testa sempre più confusa, la mia memoria sempre più alterata.

Ogni giorno pregavo, mi raccomandavo alle preghiere dei miei Superiori e dei miei compagni, ma senza alcun risultato.

Era l’ultimo giorno della novena ed io ero peggiorato e sentivo crescere i miei malori e per di più mi pareva che acuti chiodi mi fossero conficcati nel cervello.

La sera di quel giorno, oppresso dal dolore, mi presentai a Don Bosco che, appena mi vide, subito mi disse: “Ebbene, come stai? Hai migliorato?”

“Niente finora! Molto peggio di prima! Ho perduto ogni mia speranza!”

“Ragazzo che sei, perché dubitare? Va’ a fare la solita preghiera, riponi piena confidenza in Maria SS. Ausiliatrice e spera.”

Feci quanto mi veniva proposto, dopo andai a riposo. Mentre addolcivo i miei dolori con la speranza, senza sapere se dormissi o fossi desto, mi parve che una mano mi spingesse sollevando tutta la mia persona.

Io sono guarito – dissi subito, sentendomi pieno di vigore – Io sono guarito: lo stomaco, il capo non soffrono più alcun male.

Colmo di gioia, a stento potei chiudere occhio in quella notte. Ma questa gioia crebbe mille volte di più quando, fattosi giorno ed aperti i libri di scuola, potei studiare la mia lezione, compiere i doveri scolastici, capire tutta la spiegazione del mio maestro.

Debbo inoltre notare che non solo rimasi totalmente guarito delle facoltà intellettuali, ma anche dei mali corporali, così che ho potuto ripigliare le mie ordinarie occupazioni, con fondata speranza di continuare la carriera degli studi e giungere, se a Dio piacerà, allo stato ecclesiastico.

Ognuno può facilmente comprendere qual sia stata la mia contentezza. L’allegria mi inondava il cuore e mi muoveva alle lagrime.

Andai al medesimo altare a ringraziare Maria Ausiliatrice e racconterò sempre la grazia che per la potente intercessione di Lei ho ricevuto.

Se mai qualche mio compagno leggerà questo fatto, non dimentichi di sperimentare la potenza di Maria Ausiliatrice, ricorrendo alla sua intercessione nei suoi particolari bisogni” (MB VIII 496-499) .

(Spiritualità Giovanile Salesiana) Maria Ausiliatrice – autore: AA.VV.

 

Fonte: Innamorati di Maria