Il Cardinale Marx: “Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare in Germania”

Reinhard MarxIl presidente della conferenza episcopale tedesca, cardinale Reinhard Marx, in una conferenza stampa che ha tenuto in questi giorni ha reso noto che i vescovi tedeschi non si assoggetteranno alle decisioni del prossimo Sinodo sulla famiglia per decidere i modi  con cui giustificare la concessione dell’eucarestia alle categorie a cui oggi viene negato l’accesso a tale sacramento.

Afferma il quotidiano Il Foglio: “Che i vescovi tedeschi fossero i più battaglieri sulle materie oggetto della riflessione sinodale lo si sapeva già. Lo scorso agosto, dopotutto, annunciarono che sarebbero calati su Roma con un documento recante in calce tutte le firme dei presuli favorevoli alle tesi proposte dal cardinale Walter Kasper. Oggi, poco soddisfatti dei risultati del primo appuntamento, il Sinodo straordinario dello scorso ottobre, si preparano alla sfida finale.”

Il problema principale pare essere l’urgenza di dare risposte alle istanze dei cattolici che oggi si ritengono ingiustamente discriminati, mentre probabilmente la presa di posizione dell’episcopato tedesco è dovuta al timore di vedere nuovamente bocciate le tesi sul matrimonio e la pastorale familiare presentate dal card. Kasper al Sinodo straordinario dell’ottobre scorso.

Per accelerare i tempi Marx ha annunciato l’imminente pubblicazione di un documento di preparazione al prossimo dibattito sinodale, documento nel quale verranno proposte le modalità per trovare “nuovi approcci” che siano in grado di aprire le porte a coloro che ad oggi sono esclusi dall’eucarestia. Quel che appare evidente quindi è  l’intenzione di procedere secondo una linea programmatica già codificata che non ammetterà veti né si sottometterà alle decisioni dell’assemblea sinodale.

Ed è altrettanto palese che in tale determinazione il card. Marx, che è uno stretto collaboratore di papa Bergoglio come membro del “C9” (il consiglio di nove cardinali che lavora alla riforma della Curia) e come presidente del Consiglio vaticano per l’Economia, sente di agire in perfetta sintonia di intenti con il Papa.

Infatti in un’intervista rilasciata a gennaio alla rivista America, edita dalla Compagnia di Gesù, fra l’altro ha affermato: “È mia impressione che siamo in un modo nuovo. Non stiamo creando una nuova chiesa, rimane cattolica, ma c’è l’aria fresca, un nuovo passo in avanti.

Papa Francesco non dà risposte magiche a domande complesse, ma piuttosto trasmette il percorso dello Spirito, la via di evangelizzazione, essendo vicino alla gente, vicino ai poveri, vicino a quelli che non sono riusciti, vicino ai peccatori, non è una Chiesa narcisistica, non una Chiesa di paura. C’è un nuovo impulso di libertà di uscire.

Alcuni si preoccupano di ciò che accadrà. Francesco usa un’immagine forte: Preferisco una chiesa che è ammaccata, malata e sporca perché è stata fuori per le strade piuttosto che una chiesa che è molto pulita e ha la verità e tutto il necessario. Quest’ultima Chiesa non aiuta le persone. Il Vangelo non è nuovo, ma Francesco si esprime in un modo nuovo ed ispira un sacco di persone, in tutto il mondo, che dicono che questa è la Chiesa“.

Per quanto riguarda in particolare i problemi attinenti al sacramento del matrimonio ha dichiarato: “Ho l’impressione che abbiamo un sacco di lavoro da fare nel campo teologico, non solo per quanto riguarda il divorzio, ma anche sulla teologia del matrimonio. Sono stupito che alcuni possano dire tutto è chiaro su questo argomento. Le cose non sono chiare.

Non si tratta di affermare che la dottrina della Chiesa è determinata dai tempi moderni. Si tratta di una domanda di aggiornamento, per dirla in un modo che la gente possa capire, e di adattare sempre la nostra dottrina al Vangelo, alla teologia, al fine di trovare in modo nuovo il senso di quello che ha detto Gesù, il significato della tradizione della Chiesa e della teologia. C’è molto da fare.

Spero che il Papa possa ispirare questo Sinodo. Il Sinodo non può decidere, solo un concilio o il Papa può decidere. Queste domande devono essere intese in un contesto più ampio. Il compito è quello di aiutare le persone a vivere. Non è, secondo l’Evangelii Gaudium, su come possiamo difendere la verità. Si tratta di aiutare le persone a trovare la verità. Questo è importante.

L’Eucaristia e la riconciliazione sono necessarie per le persone. Diciamo per alcune persone. Il dire non sarai mai riconciliato fino alla morte è impossibile da credere quando si vedono le situazioni. Potrei dare esempi.

Nello spirito dell’Evangelii Gaudium dobbiamo vedere come l’Eucaristia è la medicina per le persone, per aiutare il popolo. Dobbiamo trovare il modo per le persone di ricevere l’Eucaristia.

Non si tratta di trovare il modo per tenerli fuori! Dobbiamo trovare il modo di accoglierli. Dobbiamo usare la nostra immaginazione a chiederci possiamo fare qualcosa? Forse non è possibile in alcune situazioni. Ma non è questa la domanda. L’attenzione deve essere su come accogliere le persone.

E’ molto importante che il Sinodo non abbia lo spirito del tutto o niente, questo non è un buon modo. Il Sinodo non può avere vincitori e vinti. Questo non è lo spirito del Sinodo. Lo spirito del Sinodo è quello di trovare una maniera per conciliare le diverse posizioni.”

Ci sarebbe molto da riflettere su tali affermazioni. Innanzitutto bisognerebbe valutare  se la fretta di accontentare tutti i cattolici tedeschi non discenda dalla contrapposizione fra le loro Chiese vuote e l’obbligo di versamento di una tassa di appartenenza.

Considerando poi il tutto dall’ottica della fede, viene da chiedersi se l’enciclica Evangelii Gaudium non si proponesse in realtà la sostituzione dell’allegrezza cristiana di chi vive in grazia di Dio con una copia deformata della Società dell’allegria vissuta dai fanciulli di Don Bosco.