Il Papa: i Padri conciliari non volevano creare una Chiesa nuova ma rinnovarla nella continuità

L’Osservatore Romano ha pubblicato un numero speciale in occasione del 50.mo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II. Una pubblicazione, in 40mila copie, corredata da narrazioni intense della stagione conciliare con dettagli di cronaca poco conosciuti e fotografie rare. Apre il numero speciale un testo di Benedetto XVI che ai lavori del Concilio partecipò come giovane teologo.

I Padri conciliari “non potevano e non volevano creare una fede diversa o una Chiesa nuova, bensì comprenderle ambedue in modo più profondo e quindi davvero ‘rinnovarle’. Perciò un’ermeneutica della rottura è assurda, contraria allo spirito e alla volontà” di quanti parteciparono al Concilio: così scrive Benedetto XVI nella sua introduzione al numero speciale dell’Osservatore. Il Papa rievoca le sue emozioni di giovane teologo presente ai lavori conciliari:

“Fu impressionante vedere entrare i vescovi provenienti da tutto il mondo, da tutti i popoli e razze: un’immagine della Chiesa di Gesù Cristo che abbraccia tutto il mondo, nella quale i popoli della terra si sanno uniti nella sua pace. Fu un momento di straordinaria attesa. Grandi cose dovevano accadere”.

“Il cristianesimo, che aveva costruito e plasmato il mondo occidentale, – scrive il Papa – sembrava perdere sempre più la sua forza efficace”:

“Appariva essere diventato stanco e sembrava che il futuro venisse determinato da altri poteri spirituali. La percezione di questa perdita del presente da parte del cristianesimo e del compito che ne conseguiva era ben riassunta dalla parola ‘aggiornamento’”.

Il Papa ricorda come i singoli episcopati si fossero avvicinati al grande avvenimento con idee diverse. L’episcopato centroeuropeo – Belgio, Francia e Germania – aveva “le idee più decise”. Tuttavia c’erano alcune priorità comuni: il tema dell’ecclesiologia, la rivalutazione del ministero episcopale nel contesto del primato papale, il ciclo tematico Rivelazione-Scrittura Tradizione-Magistero, il rinnovamento liturgico – molto importante per gli episcopati centroeuropei – così come l’ecumenismo, argomento sentito in modo particolare dai vescovi tedeschi:

“Il sopportare insieme la persecuzione da parte del nazismo aveva avvicinato molto i cristiani protestanti e quelli cattolici; ora questo doveva essere compreso e portato avanti anche a livello di tutta la Chiesa”.

Sergio Centofanti

Fonte: Radio Vaticana