Il tempo del silenzio

In Vaticano inizia il tempo del silenzio. Dopo l’Angelus domenicale che, come di consueto,  Benedetto XVI guida a mezzogiorno in piazza San Pietro, dove sono attese numerosissime persone, nel pomeriggio cominciano gli esercizi spirituali quaresimali, che si protrarranno fino a sabato 23. In questo periodo vengono sospese le udienze private e speciali, compresa quella generale del mercoledì.

A predicare gli esercizi nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che affronta il tema «Ars orandi, ars credendi. Il volto di Dio e il volto dell’uomo nella preghiera salmica». Durante la settimana il porporato indicherà al Papa e ai membri della Curia romana un itinerario di riflessione attraverso il salterio. Gli esercizi vengono spiegati in un’intervista al nostro giornale nella quale il cardinale tra l’altro immagina il futuro ruolo di Joseph Ratzinger dopo la rinuncia al pontificato: «Una figura che continua la funzione dell’intercessione, così importante nella Chiesa».

Sulla decisione di Benedetto XVI si moltiplicano i commenti e le notizie. Nell’autunno del 2011 il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, autore di tre libri dove sono pubblicate due interviste al cardinale Ratzinger e una  a Benedetto XVI,  ha iniziato a raccogliere elementi per una biografia del Pontefice che dovrebbe completare non prima del 2014. Per questo nella seconda metà del 2012 ha tra l’altro incontrato più volte monsignor Georg Ratzinger, alcuni degli antichi allievi del Papa e, in estate e in dicembre,  lo stesso Benedetto XVI.

Di questi incontri Seewald  ha parlato con il settimanale tedesco «Focus» che nella mattina del 16 febbraio  ha diffuso alcune anticipazioni dell’articolo pubblicato domenica 17.  Alla domanda che cosa ci si potesse ancora attendere dal suo pontificato, il Papa avrebbe risposto di essere ormai molto avanti negli anni e di ritenere in ogni modo che quanto ha fatto sia sufficiente. Da queste parole emerge dunque quel diminuire delle forze e del vigore con il quale Benedetto XVI ha poi spiegato l’11 febbraio la decisione di rinunciare al pontificato.

La determinazione del Pontefice non è stata in alcun modo influenzata dalla vicenda del furto di documenti riservati dal suo appartamento. Secondo quanto riferisce il giornalista e scrittore tedesco, l’episodio infatti non ha sconvolto il Papa, né gli ha fatto sentire il carico del suo ministero, anche se per Benedetto XVI si tratta di un atto incomprensibile. Nella risoluzione del caso per il Pontefice è comunque importante che in Vaticano vi sia stata l’indipendenza della giustizia e che non si sia verificato l’intervento di un monarca.

Fonte: L’Osservatore Romano