Intervista di Camillo Longone a Costanza Miriano

I libri di Costanza Miriano non sono un consiglio ma un augurio. Spesso gli amici mi chiedono di consigliare loro quello che definiscono un “buon libro”, mettendomi in imbarazzo perché ognuno ha i suoi gusti e i miei non sono esattamente quelli correnti: non leggo gialli né sfumature né amici di Fabio Fazio. Ma quando ho la ventura di incappare in un “libro buono” (cambiando posizione all’aggettivo cambia tutto, fateci caso) non mi limito a suggerirlo pacatamente e mi spingo fino ad augurarlo di cuore. Auguro a tutti i lettori, uomini e donne, di leggere “Sposala e muori per lei” (Sonzogno).

 

E di incontrare persone che lo abbiano letto: sono pagine di una saggezza e di una dolcezza contagiose e chiunque, in un mondo infestato da saccenti-competitivi, vorrebbe avere al proprio fianco qualcuno che sia al contempo saggio e dolce.

Intervistare l’autrice, manco a dirlo, è un piacere.

Il titolo del libro lo fa supporre dedicato agli uomini ma non temi che alla fine sarà letto solo dalle donne? A noi maschietti l’esaltazione del matrimonio turba.

Agli uomini non piace parlare di sentimenti. Sono concreti, parlano per comunicare informazioni, non per discettare, sfogarsi o spaccare il capello come facciamo noi. Io vi amo proprio per questo. Ma che agli uomini non interessi l’amore eterno non lo credo. Se la donna rende lo stare vicino a lei un paradiso l’uomo non se ne stanca mai.

Anche per questo secondo libro hai scelto come titolista san Paolo, ma perfino le cattoliche più praticanti non ne vogliono sapere della Lettera agli Efesini e del suo invito alla sottomissione femminile.

San Paolo lo capisce solo chi capisce il battesimo, che è sostanzialmente far morire la nostra umanità per far agire la grazia, farsi piccoli, lasciarsi trasformare da Dio. È il mistero grande di Cristo che muore per la Chiesa. Perché doveva morire anziché venire comodo comodo, su un trono scintillante? Se uno non capisce questo non capisce niente di san Paolo e si offende a sentir parlare di sottomissione.

Cosa rispondi a chi, ignorante di Antico Testamento, ti accusa di una visione coranica della donna?

Confesso: non so quasi niente del Corano, e non mi interessa. Se però ti riferisci a una donna priva di libertà dico che la differenza sta proprio nella libertà. La Verità vi farà liberi. La Bibbia ci dice la verità su di noi. La verità della donna è che è bello per lei scegliere di obbedire a qualcuno che stima, quando appunto è una scelta. La pacifica, la rende felice. E l’uomo a cui lei obbedisce, poi, dà la vita per lei. Non c’entra niente con la logica di chi comanda: è un fare a gara nello spendersi.

Il libro precedente (“Sposati e sii sottomessa”, Vallecchi) più che una questione di copie è stata una questione di coppie. E’ vero che ha salvato matrimoni?

E’ vero, diverse persone mi hanno scritto che il loro matrimonio ha cambiato marcia. Quando la donna si arrende cade la barriera del sospetto reciproco e si entra in una dinamica tutta nuova. Ci sono donne che avevano portato le carte dall’avvocato e poi leggendo il mio libro hanno fermato tutto.

E col nuovo libro quali risultati speri di ottenere?

Mi piacerebbe che le donne convinte dal primo a essere accoglienti riescano a dire ai propri uomini come essere virili. Siccome gli uomini non ascoltano i predicozzi delle donne, c’è solo un modo per far arrivare il messaggio: mostrarsi belle, lasciarsi inseguire con la propria bellezza. Per gli uomini stare vicino a noi dev’essere piacevole e così, senza richieste, prediche, musi, scenate, si compiranno i nostri desideri. Anche se il come e il quando non possiamo deciderlo noi perché non siamo noi gli arbitri della realtà.

C’è un capitolo intitolato “Cos’è davvero la virilità”. Al lettore maschio, ovviamente interessatissimo all’argomento, puoi sintetizzarlo in due righe?

La virilità è la capacità che deve avere l’uomo di prendere su di sé i colpi della vita, a difesa di coloro che gli sono affidati. È la capacità di morire a sé stesso per far vivere gli altri. Il massimo della virilità è Gesù.

Nel libro parli delle “persone che tengono la maglietta macchiata per stare in casa, invece di riservare al marito, alla moglie, la parte migliore di sé”. E’ una critica alla sciatteria?

Sì, sono una profonda sostenitrice della cattolicità del reggicalze.

Puoi riassumere la tua idea di “amore accogliente” che tanto mi piace? Come dev’essere l’amore della donna?

La donna deve prima di tutto resistere alla tentazione di dire all’uomo come deve essere. Non deve fare la maestrina, criticarlo o cercare di formattarlo. Deve lealmente fidarsi di lui e del suo sguardo virile sul mondo. E se proprio vuole fargli arrivare un messaggio deve trovare il modo di parlare con la vita, e di essere talmente dolce e sorridente e solida (non una bambina che fa i capricci o mette i musi) da far venire all’uomo la voglia di seguirla.

Fonte: il blog di Costanza Miriano