«Le false profezie sui social cattolici. Quando l’ignoranza sale in cattedra»

Fake-NewsChe le si chiamino bufale o fake news il significato non cambia, restano banalissime bugie. Parliamo di quelle false notizie che compaiono dal nulla, di cui non si sa l’autore né la provenienza, ma che ciascuno trasmette agli altri in un’interminabile catena di S. Antonio. Oppure vengono pubblicate sui profili facebook, quando non addirittura sui blog, e rimpallano riemergendo periodicamente, dopo che si era convinti di essersene liberati.

Se non è dato conoscere gli autori materiali dei falsi c’è da dire però che le firme sono autorevoli ed è inutile spiegare a chi ti ha inviato un inopportuno omaggio che S. Francesco al momento del transito non ha pronunciato quelle parole catastrofiche, che le fonti francescane riferiscono esattamente cosa disse e che solo quelle fanno testo: le bufale continueranno il loro girovagare.

E non si riesce a fermarle nemmeno se si scomoda appositamente il direttore dei media intitolati a P. Pio (Qui) per fargli smentire le profezie che il Santo di Pietralcina non ebbe mai a pronunciare.

La battaglia poi è persa in partenza se sono pubblicate su un sito che gode di una qualche autorevolezza.

Un autore latino, Terenziano Mauro, coniò il motto habent sua fata libelli, intendendo che i libri hanno una loro fortuna secondo il gradimento dei lettori. Oggi possiamo concludere che sul web cattolico le attribuzioni fasulle sono graditissime e di lunga vita, perché non solo le profezie sono molto gettonate ma anche le pillole di “saggezza” che sgrammaticati e fantasiosi compositori attribuiscono spavaldamente a uomini illustri.

Ed è inutile spiegare al volgo che all’epoca di Platone si usava un linguaggio differente, non esisteva la televisione e le donne non uscivano la sera da sole, o che Shakespeare non ha lasciato scritte delle esortazioni. Messo alla strette l’interlocutore risponderà che non importa chi sia l’autore di quei profondissimi pensieri, conta solo che siano molto belli.

In questi giorni tocca alla Signora del Buon Successo farsi portavoce dei desiderata di qualche incauto che, per orientare a suo piacimento l’opinione altrui,  le ha attribuito delle profezie mai pronunciate.

Infatti, come una freccia impazzita, sta cavalcando il web questa fake news che sarebbe stata pronunciata durante quelle apparizioni: “…questo apparente trionfo di Satana porterà enormi sofferenze ai buoni Pastori della Chiesa, ai molti e bravi sacerdoti, e al Supremo Pastore e Vicario di Cri­sto sulla terra che, COME UN PRIGIONIERO IN VATICANO , verserà lacrime amare e segrete in presenza del suo Dio e Signore, implorando luce, santità e perfezione per tutto il clero del mondo, di cui egli È Re e Padre”

Va premesso che questo sito ha pubblicato un articolo puntuale sulle apparizioni di Quito e sulle profezie che la S. Vergine rivelò a Madre Mariana, superiora del Monastero dell’Immacolata Concezione (Qui). L’articolo è stato tratto principalmente dal sito ufficiale delle suore Francescane dell’Immacolata Concezione, che conservano, insieme alla loro Diocesi, i testi originali di quelle rivelazioni.

Prima di tutto bisogna sottolineare che le profezie si fermarono al secolo XX, mentre noi siamo nel XXI, e che esse non fanno alcun accenno a  pontefici, a prigionie, lacrime, pianti e invocazioni.

Il linguaggio che fu trascritto è estremamente scarno e asciutto, senza compiacenze o descrizioni di qualsiasi natura, mentre la fake usa lo stile tipico dei messaggi che girano ad opera di veggenti, veri o fasulli che siano, dei giorni nostri.

Va inoltre precisato che l’articolo di questo sito è stato scritto dopo un’attenta consultazione di vari portali ecuadoriani, e anche italiani, in cui erano riferite, in forma sparsa, le principali profezie enunciate dalla Signora del Buon Successo, ma in nessuno di essi viene menzionato un pontefice.

Si deve quindi concludere che dopo S. Francesco, P. Pio, i Santi e le Sante del Paradiso, Gesù Cristo e le Madonne varie, qualche gigante del pensiero ha provato a mettere in bocca anche ad un’apparizione di quasi cinquecento anni fa quello che ha in mente lui.

Ma gli è andata male, perché si è dimenticato, sempre che l’abbia saputo, che le bugie hanno le gambe corte.

 

Paola de Lillo