La minaccia dello yoga nelle scuole

È successo ad Encitas, sobborgo abbiente a Nord di San Diego, California. Un gruppo di genitori agguerriti ha fatto sapere alla direzione della Paul Ecke Central Elementary School – e ai media – che reputavano assolutamente inaccettabile il fatto che i loro figli a scuola dovessero seguire delle lezioni di yoga. A darne notizia, lo scorso 16 dicembre, è stato il New York Times [1] . Improvvisamente, il pedo-yogismo alla ribalta in USA. Ai bambini – fra i 6 e i 7 anni – venivano insegnati vari asana (le posizioni dello yoga) mentre dovevano ripetere particolari mantra di autostima. «Respirate. Espirate. Ora la posizione del Guerriero».

 

La foto riportata nel giornale mostra la bambina Miriam Ruiz, probabilmente in seconda elementare, mentre medita nella posizione del loto. Un’immagine che lascia un po’ scioccati, come accade spesso quando si vede un infante fare qualcosa di adulto: una foto che ha un qualcosa di osceno, quasi pornografico. I genitori della scuola hanno reagito, accusando la scuola e i promotori del corso di yoga infantile di violazione del Primo Emendamento della Costituzione Americana: la terzietà della legge rispetto al culto e al suo libero esercizio.

 

«C’è una trasparante promozione della credenza e della pratica hindu nella pubblica istruzione attraverso questo programma di Ashtanga Yoga» ha detto Dean Broyles, avvocato del National Center for Law and Policy. La difesa immediata – la solita – messa in campo dai promotori dell’indottrinamento pedo-yogico è che non si tratta di una pratica religiosa, ma di semplici esercizi che stimolano il corpo e aiutano a rilassarsi, come una ginnastica avanzata.

La qualcosa è una buffonata, e lo è ancora di più in questo caso: il programma attuato nella scuola di Encitas è infatti finanziato dalla Jois Foundation, una organizzazione fondata in memoria del guru Krishna Patthabhi Jois, il padre dell’Ashtanga Yoga, il quale – lo si desume da vari aforismi leggibili nel sito ufficiale della Fondazione – considerava inseparabile la parte fisica dello yoga dal suo valore spirituale.

Che lo yoga possa essere inteso come puro esercizio corporeo è una colossale menzogna che i “praticanti” ripetono, a mo’ di mantra, infinite volte. Il fine di tale menzogna ribadita ad nauseam è ovviamente quello di tranquillizzare le bovine masse occidentali, non rivelando lo yoga per quello che è, ossia un patente proselitismo del paganesimo indù. I casi di convertiti all’induismo tramite lo yoga non si contano. Così come è innegabile che, dopo un corso di yoga, si è per forza più tolleranti verso la cultura indiana.

 

Del resto, l’India è pienamente consapevole di quanto lo yoga sia in concreto un grande prodotto di esportazione, prontamente usato anche nel marketing del ministero del turismo. Non è difficile, in qualsiasi palestra, trovare un corso di yoga, nel quale, dopo un periodo preliminare, agli esercizi fisici l’insegnante assocerà un bel mantra in lingua sanscrita, che il discente deve ripetere ad infinitum mentre “pratica” le varie posizioni.

 

«Cosa vuol dire quello sto dicendo?» si posso chiedere alcuni, ma più spesso non se lo chiedono nemmeno, lanciandosi senza remore in una preghiera (è bene ricordare che mantra vuol dire “preghiera”) rivolta ad entità che non conoscono e che a guardar bene hanno fattezze inquietanti. Magari ci si trova a recitare «Om tryambakam yajamahe sugandhim pusti vardhanam urvarukam iva bandhanan mrtyormuksiya mamrtat», cioè il Maharityunjaya mantra (= “preghiera per conquistare la grande morte”, detta anche Rudra Mantra) che possiamo tradurre così: «Veneriamo il Signore dai tre occhi, profumato, che dà la forza e la libera dalla morte. Possa liberarci dai legami della morte».

Oppure, il Gayatri Mantra: «Om bhur bhuvah svah tat savitur varenyam bhargo devasya dhimahi dhiyo yo nah pracodayat» che qualche studioso traduce in «Possiamo noi ottenere la gloria di Savitar il dio: possa egli stimolare le nostre preghiere». O, ancora, il più semplice «On namah Shivaya», ossia «io mi inchino innanzi a Shiva», magari mormorato a ripetizione da persone che mai in vita loro si sono messe in ginocchio, né a messa (se mai ci sono andati) né altrove… In breve, si inizia con lo stretching, e si finisce – quasi subito – con preghiere idolatriche.

 

È ridicolo pensare allo yoga come ad una tecnica neutra: bene lo sapeva la vasta serqua di guru orientali che, a seguito della strada aperta dai Beatles con il loro viaggio in India, invasero l’occidente post-sessantottardo creando situazioni anche molto incresciose: scandali, abusi, perfino qualche episodio di terrorismo come nel gruppo di seguaci di Osho che infettò 751 persone con la salmonella in Oregon (1984): il volto stragista della spiritualità indiana, che nessuno si è sentito al momento di raccontarci bene.

 

E non è nemmeno da escludere, che dietro alla maxi-diffusione dello yoga, non vi sia la pressione strategica dei movimenti della cosiddetta hindutva. Movimenti e partiti politici, molto organizzati e radicati, che in occidente vengono etichettati sommariamente come “destra indù”, ma che in realtà hanno ramificazioni capillari (per esempio nelle mafie che controllano gli slum delle megalopoli come Bombay) così come teorizzazioni vertiginose, basate chiaramente sulla supremazia dell’induismo su ogni altra religione, in ispecie sul cristianesimo e sull’islam.

 

Alcuni pensatori dell’hindutva come Ram Swarup, approfittando dell’ondata neopagana della nuova destra europea (che sappiamo bene, da Thiriart a Benoist, essere di matrice prettamente massonica) si sono persino spinti a proporre il politeismo indù come la miglior religione per l’Europa del futuro, ricordando il sostrato indoeuropeo che accomunerebbe l’umanità del vecchio continente con quella del subcontinente [2].

 

Al di là di slogan e proclami, l’hindutva ha potere politico e soprattutto menti lucidissime in grado di pensare a lungo termine: impossibile che non sia stata pensata una politica di proselitismo politeista che si serva delle palestre di yoga. A quanto scriviamo, aggiungiamo la nuova perla della BBC, oramai fucina di degrado e perversione: la nuova serie pensata per infanti in età prescolare Waybuloo.

Pensata come nuovo surrogato dei Teletubbies (quegli orrendi alieni colorati che ipnotizzano vaste porzioni della prole occidentale, il più riuscito programma per bambini piccoli abbandonati ufficialmente davanti alla TV). I Waybuloo, esserini dai grandi occhi, compaiono in un mondo fantastico di computer graphic per poi porsi didatticamente a spiegare ai bimbi in ascolto delle posizioni per la meditazione. Il comunicato stampa BBC scrive: «Waybuloos non è una serie, è filosofia per una vita felice»[3]. Un filosofia per una vita felice spiegata a dei bambini piccoli: capiamo che la cultura che promuove un simile nonsenso è la stessa che vuole imbottire i piccoli di Ritalin ed altri psicofarmaci.

Come abbiamo visto, la battaglia, in California, è bella intensa: genitori, avvocati, fondazioni, leggi, religioni… il dibattito è accesissimo, proporzionalmente alla gravità degli avvenimenti, e al senso di protezione dei genitori per i propri figli [4].

 

Lo yoga, nel quale già ora vengono gettati i bimbi statunitensi, arriverà anche in Italia? Dispiace doverlo ammettere, ma per una volta il nostro paese è proprio all’avanguardia: i corsi di yoga nelle scuole pubbliche sono già una concreta realtà. Apprendiamo così che il nostro governo ha risolto ogni dubbio, e «a tenere lontane perplessità di qualsiasi genere ci pensa un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione e la Federazione Italiana Yoga (FIY) – scrive un articolo del settimanale bolognese La Stefani riportante da un gongolante sito della Federazione Italiana Yoga – Si tratta di un riconoscimento importante dello Yoga come disciplina utile nel percorso educativo e sociale che la scuola dovrebbe offrire.

 

Ma c’è di più: l’accordo, firmato nel 2003, riconosce l’Unione Europea di Yoga (UEY) – citata esplicitamente per la prima volta in un documento ufficiale tra un governo centrale e una federazione nazionale – come referente diretto della FIY a livello comunitario e quale garante della qualità della formazione degli insegnanti federali che andranno a operare nelle scuole italiane»[5].

 

Capito? Neanche in America: siamo avanti di dieci anni. Vi sono persino corsi per tenere corsi di yoga nelle scuole. Questo simpatico affiorare di un culto non-cristiano in territorio nazionale, non poteva non ricevere il plauso del quotidiano di De Benedetti: «Lo Yoga entra nelle scuole italiane – scrive un articolo del marzo 2011 – e, a quanto pare, funziona meglio del basket e della ginnastica artistica. Offre benefici fisici, ma soprattutto aiuta a concentrarsi e propone ai bambini “difficili” (troppo attivi, ribelli o aggressivi) una strada che potrà portarli a “sciogliere i nodi” e, chissà, anche a diventare degli adulti capaci di meditare. La disciplina indiana, nota già 2000 anni prima di Cristo, può essere praticata a livelli diversi: dalle “asana” (le posizioni di base, ndr) più facili fino, per chi ci crede, all’illuminazione dello spirito»[6].

 

Capito? C’era prima di Cristo – che è qui il vero intruso, tant’è che i crocifissi a scuola vanno rimossi – e fa meglio della pallacanestro (!?!). Non manca la nota sui bambini iperattivi – avevamo accennato, più sopra, allo yoga come surrogato degli psicofarmaci infantili – ed anche, in grande sincerità, l’ammissione che in effetti questi corsi di yoga nella scuola pubblica potrebbero renderli adulti migliori, che hanno “sciolto i nodi” (qualsiasi cosa volesse dire la povera articolista) poiché capaci di “meditare”.

 

Siamo alle prese neanche con il solo induismo, ma con una pseudoreligione confusionaria e cretina, la cui divulgazione è pagata dal contribuente e propinata impunemente ai nostri figli indifesi. Uno scandalo. Ma il vero scandalo impressionante, è la totale mancanza di reazione da parte delle famiglie italiane, o quantomeno delle parrocchie, della Chiesa. Nessun anticorpo sociale o ecclesiastico reagisce alla propaganda dei pedo-yogin.

 

Certo, qualche sparuto sacerdote, di qualche gruppetto carismatico, si è eroicamente peritato di diffondere ciclostili sui pericoli dello yoga. Ma nell’ambito specifico dello yoga a scuola – un “esperimento” che si è visto in molte scuole al nord – nessuno pare aver alzato la voce. Nessuno che dica qui «via le vostre mani dai bimbi». Nessuno. Zero.

Eppure si tratta di uno scandalo religioso, bello e buono. Fuori il crocifisso, dentro Shiva e Vishnu. I cosiddetti «laici» (cioè gli atei, che nella declinazione scolastica sono anche petulanti seccatori monomaniaci), avessero la decenza tra le loro poche virtù, dovrebbero riconoscere che anche questa è una invasione della religione nella sfera della scuola pubblica bella e buona.

 

Il relativismo religioso, di fatto insegnato a scuola dal corpo docente – del resto grazie al genio curiale del nostro tempo, gli insegnanti di religione come Giovanni Zenone vengono licenziati in tronco – ora sta facendo il salto di qualità: dalla teoria alla pratica.

 

Induismo – volontario o involontario che sia – alle elementari e alle medie, per bambini pronti ad accogliere la pluralità di Shiva, Vishnu, Brahma, Kali, Lakshmi, Indra, Rudra, e via enumerando tutto il pantheon degli idoli indiani, antropomorfi, zoomorfi, teriomorfi che siano. Ora, sarebbe il caso che qualcuno cominciasse a fare qualcosa: si sveglino le associazioni, i genitori, i gruppi cattolici, i parroci che ancora hanno a cuore il loro gregge. È il caso di interessare seriamente anche i (pochi) parlamentari cattolici rimasti.

 

Nella prossima, drammatica, legislatura, pensino anche a questo scempio: a farne le spese – come per l‘aborto e per tutti gli altri orrori della modernità ri-paganizzato – sono sempre i più piccoli, gli indifesi. I figli che non riusciamo più a difendere.

NOTE:

[1] Yoga Class Draws a Religious Protest, New York Times 16 dicembre 2012

[2] Si veda ad esempio questa pagina internet, forsennatamente anticristiana.

[3] The new Teletubbies? BBC unveils animated, yoga-loving hippies that teach children to get in touch with their emotions, Daily Mail online.

[4] Nonché al senso di protezione per la propria tradizione religiosaGli Stati Uniti sono un paese che ha ancora anticorpi contro il paganesimo di ritorno: basta guardare questo video per vedere come i rappresentanti americani si rifiutino di vedere “benedetto” il loro senato da un sacerdote hindu: http://www.youtube.com/watch?v=EZ9To30Hz7A

[5] Suona la campanella, è l’ora di yoga, La Stefani 2007. Qui la pagina della Federazione Italiana Yoga che riporta il sito.

[6] Posizione del loto, del cane, dell’albero. Lo yoga tra i banchi di scuola. La Repubblica, 29 marzo 2011.

 

Fonte: Libertà e Persona

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