La Russia tra i gay e la Madonna di Fatima

Pare che dovrò imparare il russo. Così, in caso di emergenza, potrò espatriare a Mosca per avere un lavoro. E con l’aria che tira, non è poi un’ipotesi così assurda. Cosa sta succedendo?

 

Ebbene, mentre in Italia sembra urgentissimo introdurre i matrimoni tra invertiti, pardon, omosessuali (eppure il termine “invertito” mi sembra elegante, dotato di un fascino retrò che la parola “gay” di sicuro non ha) e la Chiesa, come accaduto a Venezia, se la fa sotto nei confronti dei sodomiti (altro termine aulico e addirittura biblico), tanto da silenziare un insegnante di religione che segue il Catechismo, in Russia non si scherza.

La Duma ha infatti approvato, in prima lettura e a stragrande maggioranza, la legge che prevede il divieto di propaganda omosessuale. Basta leggere Repubblica per testare l’umore dei radical-chic nostrani.

I sostenitori del PCI di ieri si stracciano le vesti (i soliti ipocriti) e danno del comunista a Putin, perché riesumerebbe, pur attenuandolo, il celebre art. 21, con cui Stalin comminava 5 anni di galera per il reato di omosessualità. Ah, i bolscevichi di una volta!

Certo che se Togliatti o Berlinguer fossero ancora vivi, a furia di vedere i loro eredi così occupati nel difendere i gay, diventerebbero subito fascisti!

Comunque, il grande amico di Berlusconi, da uomo democratico e liberale qual è, propone soltanto pesanti multe per i gai che fanno troppo i gai in pubblico. E il bello è che i russi sono d’accordo! Ma, si sa, per i progressisti de ‘noaltri la maggioranza ha ragione solo se la pensa come loro… Se poi a questo provvedimento aggiungiamo il ripristino dell’insegnamento della religione nelle scuole a partire dal prossimo settembre, non possiamo che esultare e vedere nella Russia di Putin un vero e proprio baluardo contro le forze diaboliche e disgregatrici dell’ordine naturale esistenti al mondo.

 

Signori miei, qua non si tratta di essere cattivi, ottusi e senza cuore. Molto più semplicemente, non possiamo tollerare che il vizio diventi pubblico, che il peccato si trasformi in diritto e che la gioventù venga cresciuta con queste idee malsane. Con tutti i problemi delle famiglie con figli, proprio degli omosessuali dobbiamo preoccuparci? Il Magistero della Chiesa parla chiaro.

La tendenza omosessuale in sé non è peccato e il gay va amato, perché, se credente, vive la propria situazione con disagio, come una croce. E il confessionale, per chi cade, è sempre pronto per amministrare il perdono e la misericordia di Dio.

Ma l’atto omosessuale è peccato. Punto e basta. Lo dicono la Bibbia e il Catechismo. Un peccato orribile, condannato da ogni santo. E chi ama davvero il gay, deve raccomandargli di resistere, di vivere castamente, di pregare, di vincere la tentazione (come del resto tutti devono fare) e di offrire le sofferenza derivate da questa anomalia al Signore.

Non è vero che la Chiesa è contro gli omosessuali: basta leggere la lettera di S. Caterina da Siena a un sodomita per comprenderlo. La Chiesa è contro l’omosessualità praticata e sbandierata, perché va contro natura e sovverte l’ordine impresso da Dio. Tutto qui.

Se queste cose venissero maggiormente ribadite dai nostri pastori, vi sarebbe meno confusione. E invece, salvo casi isolati come quello di Trieste, spesso anche il mondo cattolico si lascia trascinare dal buonismo e dalle lusinghe del mondo. Ecco allora i distinguo, i compromessi e l’oscurità di linguaggio.

 

Fortunatamente in Russia non seguono il politically correct e pure la Chiesa ortodossa, con tutti i suoi limiti, è meno prona alla modernità di quanto non lo sia la cattolica. Bisogna ribadire con fermezza che “omofobia” non è una parolaccia. Il vero omofobo è infatti colui che ha paura e detesta gli atti impuri contro natura, ovvero il peccato.

Pertanto, se a casa loro i gay possono fare quel che vogliono (fermo restando il dovere di dissuaderli dal compiere atti peccaminosi), nella pubblica piazza devono parlare solo in quanto persone, non come omosessuali. Dove sta scritto che uno debba mettere al primo posto ovunque e con chiunque la propria sessualità, che è invece un affare intimo?

Concludo con un tema a me caro. La Madonna a Fatima, nel 1917, ha profetizzato la conversione della Russia (non degli Stati Uniti, tanto per essere chiari con gli amici troppo yankee!). Ora, viste queste buone premesse, che rendono il governo di Mosca uno dei più filo-tradizionali, almeno in senso lato, non resta che aspettarsi il compimento del messaggio mariano.

Quando la Russia, consacrata al Cuore Immacolato di Maria, diventerà cattolica, e pure la Chiesa si sarà risistemata, allora davvero vivremo il trionfo di Maria, che poi è il trionfo della regalità sociale di Gesù Cristo. Preghiamo ed agiamo perché tutto questo possa realizzarsi nel più breve tempo possibile.

Federico Catani

 

Fonte: Campari & De Maistre