La santa Prudenza in bilico tra virtù cardinale e colpevole inerzia. Il caso coronavirus.

Nell’antico modo di insegnare ai bambini il Catechismo, quando la preparazione alla prima Comunione avveniva in un solo anno, si obbligava loro ad imparare a memoria le principali definizioni delle verità di fede e ancora oggi tutti coloro che studiarono la religione cattolica in quei tempi ricordano quanto appresero.

Oggi invece si preferisce diluire la preparazione in più anni con l’ausilio di testi, rallegrati da disegni infantili (trattandoli perciò come dei minus habens), dove si racconta solo quanto è buono e bravo Gesù, mentre ai più grandicelli si propongono riflessioni aggiuntive su svariati temi fino alle recenti stramberie tipo “Maria madre ecologica”, oppure “Cristo Re dell’Universo e l’ecologia”.

Fatto sta che, dopo oltre cinquant’anni dalla messa in soffitta del precedente Catechismo, l’attuale generazione brilla per la sua ignoranza pressoché totale in materia di fede, né è valsa la pubblicazione di un nuovo testo completo e dettagliato voluto da S. Giovanni Paolo II, rinvenibile anche sul web (qui), per la semplice ragione che se una persona non sa che esiste un certo argomento, ad esempio sulle Virtù, nemmeno lo può andare a cercare per approfondimenti.

Rimandiamo quindi al Catechismo la spiegazione di cosa siano le Virtù cardinali e perché si chiamino così, a differenza di quelle dette “teologali”, perché qui ci interessa in particolar modo quella della Prudenza, definita comunemente, e giustamente, “santa”.

Accade infatti che in questi giorni i soliti allarmisti si stiano agitando per la comparsa di un’ennesima forma di infezione virale chiamata coronavirus. Anche qui rimandiamo al web per gli approfondimenti. Ma non bastano gli spaventati per proprio carattere perché (piatto ricco mi ci ficco, come pare dicano certi giocatori di poker) gli pseudo-veggenti del soprannaturale, i soliti mistici farlocchi, hanno già incominciato ad avere messaggi e visioni di una punizione divina planetaria che ha addirittura “potenzialità devastanti per il futuro dell’umanità”.

Sarà, ma chi può dirlo con certezza? Non certo chi porta a dimostrazione del proprio misticismo fenomeni incredibili come la trasudazione di sangue persino dai muri di casa propria, fenomeni che noi addebiteremmo con miglior buonsenso e Prudenza a interventi diabolici piuttosto che celesti.

Di fronte alla ingenua credulità degli sprovveduti dovrebbe intervenire invece la santa Prudenza degli uomini di Chiesa che avrebbero il dovere, magari su mandato del Vescovo locale, di andare a benedire quelle abitazioni dove gli eventi appaiono più inverosimili. E così si scoprirebbe facilmente che la fonte è altra dal soprannaturale, facendo terminare immediatamente quegli episodi.

Colpevole, per contro, è quella “prudenza” dietro la quale si cela l’indifferenza, l’omissione dei propri doveri di pastore e la cura di un popolo tratto in inganno.

Però esiste anche una santa Prudenza personale che dovrebbe guidarci a non prendere per segni di Dio tutto ciò che è fuori dall’ordinario senza fare discernimento e senza confrontarci con chi sappiamo che ne sa, o dovrebbe saperne, più di noi in materia di fede, come ad esempio i sacerdoti. E, soprattutto a non fare da cassa di risonanza a falsi veggenti e falsi messaggi.

Questo sito ha già dedicato una sezione alla voce “discernimento” (qui) allo scopo di aiutare, in conformità alle Norme emanate dalla Chiesa, a non cadere in inganni umani (e non solo) e in fanatismi perniciosi per la salute della propria anima.

Ma tornando al coronavirus  giova ricordare che le epidemie hanno sempre afflitto l’umanità: pensiamo alla peste seicentesca trattata nel capolavoro di Alessandro Manzoni, o alla più recente spagnola, che si diffuse durante la prima Guerra mondiale  e che provocò decine di milioni di morti, o all’asiatica della metà del Novecento, un’altra pandemia che causò un numero molto inferiori di decessi solo perché nel frattempo erano stati scoperti gli antibiotici.

Comunque i cattolici di fronte alle calamità, non solo epidemiche ma anche naturali, hanno sempre risolto chiedendo l’aiuto di Dio, della Madonna e dei Santi, organizzando processioni e recitando novene. E puntualmente hanno ottenuto aiuto dal Signore. (qui)

Va ricordato inoltre che Gesù ci ha insegnato a star sempre pronti e a vegliare con le lampade accese “perché non sappiamo né il giorno né l’ora.” (Mt 25, 1-13)

Potrebbe infatti darsi il caso che ci agitiamo per un evento che probabilmente nemmeno ci toccherà e non ci preoccupiamo del fatto che la nostra vita potrebbe all’improvviso interrompersi per altre cause.

Perciò compiamo bene oggi il nostro dovere verso Dio e verso il prossimo riflettendo su quello che Gesù ha detto: “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt 6,34)

 

Paola de Lillo