La scuola statale sciopera per non cambiare e viene usata per indottrinare al gender

Gli insegnanti entrano in sciopero contro la riforma della pubblica istruzione del governo Renzi. Ma non per risolvere il problema di fondo, che è e resta il monopolio statale dell’istruzione pubblica, con pochissima concorrenza permessa. Anzi: protestano per assumere più insegnanti statali e per evitare l’introduzione di una (seppur minima) meritocrazia.

La scuola resta pubblica e il Pd la usa anche come strumento di indottrinamento alle teorie gender. Lo dimostra l’ultimo emendamento introdotto, fra il lusco e il brusco, nella pausa domenicale: rende obbligatorio l’insegnamento della parità di genere nelle scuole di ogni grado e livello.

INSEGNANTI IN SCIOPERO PER DIFENDERE UN DISSERVIZIO di Robi Ronza
Facile prevedere che lo sciopero degli insegnanti, indetto per oggi, non risolverà i problemi che sono alla radice della crisi dell’educazione. Il disservizio continua finché la scuola sarà un monopolio di Stato. Gli scioperanti chiedono che resti tale, mentre vogliono ancora più assunzioni e meno merito. Sono difesi dagli studenti, loro vittime.

 

SCUOLA, LA RIFORMA NASCOSTA: IMPORRE IL GENDER di Tommaso Scandroglio
Approfittando della pausa domenicale, della distrazione dell’opinione pubblica e del polverone sollevato dalla riforma scolastica, il Pd riesce a introdurre un emendamento che introduce l’insegnamento alla parità di genere nelle scuole di ogni ordine e grado. Perché così tante leggi sul gender? Perché sono così nascoste?

 

LA PETIZIONE: PER UNA SCUOLA CHE INSEGNA E NON INDOTTRINA

 

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana