Le profezie sul futuro dell’umanità

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Da sempre gli uomini hanno cercato di conoscere il futuro nell’intento di prevenirlo e di controllarlo, così osserviamo come in epoca etrusca e poi romana gli aruspici traevano presagi dall’osservazione delle viscere degli animali sacrificati, mentre negli stessi secoli in Grecia i sacerdoti interrogavano gli oracoli. (nell’immagine Le tre Parche)

Tali forme di divinazione confidavano nell’esistenza di entità superiori che governavano e reggevano il mondo materiale e che, a certe condizioni, potevano essere interpellate dagli uomini per informarli riguardo al loro destino.

Ma sappiamo anche che nello stesso periodo storico (VII-VI sec. a C.) Dio proibì agli ebrei di contaminarsi con i riti di divinazione praticati dalle genti che occupavano i territori confinanti con la Terra Promessa1, mentre, allo scopo di guidarli nel cammino di salvezza, suscitò profeti che parlavano in nome suo, avvertendo tuttavia, una volta per tutte, che quando un profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore; l’ha detta il profeta per presunzione, o l’ha detta nel nome di altri dei.2

 

Leggiamo poi nel libro dei proverbi3, secondo l’antica vulgata, quando verrà meno la profezia, il popolo andrà in rovina e S. Tommaso conclude: “risulta evidente che la profezia è necessaria per la conservazione umana.”4 E aggiunge: “Inoltre l’illuminazione profetica si estende anche alla guida delle azioni umane. E per questo la profezia è necessaria al governo del popolo. Specialmente poi in ordine al culto di Dio, per il quale non basta la natura, ma si richiede la grazia”5

La Chiesa cattolica ha recepito questi principi al n. 2115 del Catechismo affermando: “Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità.”

 

J. RatzingerAfferma J. Ratzinger: “Dopo l’evento della Resurrezione il Signore ha continuato a suscitare tra i suoi Santi coloro che profetassero, ma occorre chiarire che profetizzare altro non è che rivelare il pensiero di Dio e il profeta non è uno che predice l’avvenire e gli avvenimenti che dovranno accadere, ma colui che dice la verità perché è in contatto con Dio e tale verità è valida per oggi illuminando anche il futuro.”6

La profezia consiste quindi primariamente e principalmente in una conoscenza: poiché i profeti conoscono cose che sfuggono alla conoscenza umana7 e quanto va sotto il nome di profezia è conoscibile solo per rivelazione divina”, aggiunge S. Tommaso.8

 

Fatte queste doverose premesse, va rilevato come anche nella nostra società iper-tecnologica, apparentemente razionale e culturalmente evoluta, permanga un desiderio quasi ossessivo di conoscere il proprio futuro e quello dell’intera umanità.

Il ricorso frequente a maghi, chiromanti, spiritisti ed ogni altro genere di indovini e manipolatori della realtà da parte di persone appartenenti un po’ a tutti i ceti sociali, benché ciò sia apertamente condannato dalla Chiesa cattolica9, rivela il sintomo di un disagio non solo esistenziale e materiale, ma soprattutto spirituale.

E a maggior ragione è preoccupante la mole sempre crescente di messaggi da parte di “Madonne” dai più incredibili appellativi, di “Gesù” maledicenti e di “Sacratissimi Cuori” sanguinanti, senza tralasciare gli “Angeli” e “Padre Pio”. E tutti, oltre a profetare, compaiono anche in effigie su alberi, facciate di case, tendaggi e persino sui pavimenti.

Non vi è Stato, città, borgo o contrada che, a seconda del numero dei suoi abitanti, non abbia almeno un/una veggente, con messaggi identici riguardo allo stile e al contenuto, che è sempre apocalittico, con predizioni di imminenti punizioni e con gli stessi generici e banali inviti alla conversione e alla preghiera.10

La questione però è molto più complessa di quanto possa sembrare e non è risolvibile semplicemente ignorando tale proliferare di veggenze e profezie, perché esse sono la controprova che il momento che stiamo vivendo è drammatico e che la voce del Cielo, quella vera, è continuamente offuscata dal cicaleccio ingannatore e sviante suscitato da colui che, menzognero e padre della menzogna,11 cerca di soffocare e confondere la verità con i suoi raggiri e prodigi.

Analizzando l’insieme dei contenuti si osserva che la costante rappresentazione della realtà è sicuramente corrispondente a quella attuale, soprattutto dal punto di vista spirituale, così come l’attesa di prossimi castighi apparrebbe conseguenziale alle effettive azioni malvage degli uomini del nostro tempo, perciò si potrebbe essere indotti a concludere che essi siano tutti veritieri.

Quello che i “veggentiignorano è che spesso essi sono ingannatori e ingannati nello stesso tempo12 da una stessa “entità”, cioè che sono vittime della nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio”13, che è causa della ripetitività dei messaggi e che conosce le verità immanenti ma non le modalità esatte ed il tempo preciso in cui si realizzerebbero i “castighi” annunciati.

E tale “spirito maligno”, che chiamiamo demonio, non ha come fine il bene dell’umanità bensì la sua sottomissione mediante derive superstiziose, fanatiche ed illusorie, sostituendo se stesso e la propria religiosità deviata al vero Dio ed alla vera dottrina, dottrina che manipola a suo vantaggio per i suoi scopi.

 

S. Giovanni della CroceBen spiega ciò S. Giovanni della Croce quando afferma: “Il demonio, per poter ingannare e insinuare menzogne, prima adesca con verità e con certe cose molto verosimili per dare sicurezza, ma subito dopo inganna. Egli suggerisce molte cose vere e conformi alla ragione, che si avvereranno. Le anime, quindi, possono facilmente cadere nell’inganno, convinte che, essendo cose vere e che si realizzano, non possono venire che da Dio.

In realtà ignorano che è facilissimo per chi, come il demonio, possiede un lume naturale così grande, conoscere gli avvenimenti o molti di essi, passati e futuri già nelle loro cause. Poiché il demonio possiede questa luce molto viva, con estrema facilità può predire che alla tal causa seguirà quel determinato effetto, anche se a volte si sbaglia perché tutte le cause dipendono dalla volontà di Dio. Il demonio può conoscere queste cose, non solo naturalmente, ma anche per esperienza, perché ha visto Dio fare cose simili; può quindi rivelarle in antecedenza e indovinare.”14

Va aggiunto poi che se il Signore ha rivelato ad una o più anime quanto potrà accadere agli uomini di una certa epoca se non si convertiranno e se queste anime, per obbedienza al confessore o al superiore, hanno scritto le profezie confidate loro dall’Altissimo, anche il demonio ne viene a conoscenza e può utilizzare quelle informazioni per crearsi i propri veggenti, i propri messaggi e i propri seguaci.

Spiega S. Tommaso: “Anche l‘insegnamento che i demoni impartiscono ai loro profeti contiene delle verità che lo rendono accettabile: poiché l’intelletto si lascia condurre alla falsità dall’apparenza della verità, come la volontà si lascia trascinare al male dall’apparenza del bene. Da cui le parole del Crisostomo: «È stato concesso al demonio di dire talora delle verità per avallare, con quel poco di verità, la sua menzogna».15

Similmente, se come afferma Ratzinger profetizzare altro non è che rivelare il pensiero di Dio, colui che parlando delle cose di Dio alterna verità e menzogna e si contraddice frequentemente, se non sussistono ragioni psichiche, va sospettato di essere sotto la nefasta influenza del demonio. E tale persona, se discettasse alla stessa maniera di argomenti specificatamente umani, non troverebbe credibilità in nessun consesso.

Ma può anche capitare che un’anima riceva delle rivelazioni, ma che poi cada in peccato e si lasci vincere da vizi spirituali quali la presunzione, la superbia e la vanagloria. “Costoro irritano talmente Dio che egli li lascia volutamente cadere nell’errore, nell’inganno e nell’accecamento dello spirito – afferma S. Giovanni della Croce citando Isaia – Il Signore ha mandato in mezzo a loro uno spirito di smarrimento, che, in parole povere, significa lo spirito di capire alla rovescia.”16

 

Teologia della SalvacionVi sono anche altre caratteristiche che accomunano i falsi messaggi e una di queste è la loro verbosità. Insegna il teologo domenicano Antonio Royo Marin: “Le rivelazioni che sono prolisse senza necessità, o sovraccariche di prove e di ragioni superflue non sono divine. Le rivelazioni divine sono molto brevi e discrete, sono espresse con poche parole molto chiare e precise”17

 

Il massimo esempio di rivelazioni divine, della specie indicata dal Royo Marin, sono le profezie messianiche. A loro proposito Antonio Socci nel suo fondamentale libro Indagine su Gesù afferma: “Esse descrivono con una precisione sconvolgente e con secoli d’anticipo i particolari della vita di Gesù”, indicando in trecento il numero complessivo di volte in cui appaiono nella Sacra Scrittura, “diversificate per peso e valore” ma tutte confluenti nella descrizione dell’avvento del Cristo18.

Lo scrittore mostra, con elenchi comparativi, la corrispondenza perfetta fra ogni profezia ed il suo compimento, ma la caratteristica comune a tutte è l’essenzialità del contenuto e la brevità di linguaggio. A scopo esemplificativo si cita la più conosciuta: Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele19

Se quindi molto dubbia è la veridicità delle profezie attualmente circolanti, miglior certezza sulla loro origine divina offrono quelle delle anime mistiche che sono vissute nel nascondimento del mondo e nel raccoglimento interiore di unione a Cristo.

Afferma infatti il Catechismo: “In questi duemila anni Gesù si è manifestato e ha parlato in vario modo ad anime elette in un’unione spirituale definita “mistica” perché è partecipe del mistero di Cristo mediante i sacramenti  – “i santi misteri” – e, in Lui, al mistero della Santissima Trinità.”20

FaustinaInfatti, riguardo alle modalità con cui si rivela ad un’anima, Gesù confida a S. Faustina Kowalska: “Procura di vivere nel raccoglimento, in modo da poter udire la Mia voce; essa è tanto sommessa che possono udirla solo le anime che vivono in grande raccoglimento21

 

S. Teresa d'AvilaParimenti S. Teresa di Gesù chiarisce che la prima disposizione attraverso cui un’anima inizia il percorso di unione a Gesù è la condizione di quiete delle potenze intellettive, solo attraverso la quale può giungere allo stato di contemplazione.22

 

Afferma S. Tommaso: “Si deve però notare che la profezia, avendo per oggetto dati che esulano dalla nostra conoscenza, più una cosa è lontana dalla conoscenza umana, più propriamente appartiene alla profezia e oggetto proprissimo della profezia è la rivelazione di eventi futuri.23

Per tutto quanto si è finora esposto, sembra proprio che le profezie più credibili siano quelle segretamente custodite negli scritti delle anime mistiche e che sono state svelate solo dopo la loro morte.

 

Paola de Lillo

 

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Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni

 

 

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Note

1. Dt 18, 9-14

2. Dt 18, 20-22

3. Pr 29,18 – cum prophetia defecerit, dissipabitur populus, nella nuova vulgata cum visio defecerit, dissipabitur populus; tradotto in italiano, secondo la versione CEI, senza la rivelazione il popolo diventa sfrenato, mentre BJ traduce con “visione” facendo riferimento all’attività dei profeti

4. S. Tommaso d’Aquino, Somma teologica, IIª-II, q. 172 a. 1 arg. 4

5. Ivi, a. 1 ad 4

6. J. Ratzinger, intervista a Niels Christian Hvidt

7. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 171 a. 1 co

8. Ivi, a. 3 ad 2

9. Catechismo, n 2116. Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che “svelino” l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo a cui molti pur affermano di appartenere

10. Per un discernimento su vera e falsa profezia si rimanda all’articolo Come riconoscere i falsi veggenti ed alle Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni emanate dalla Sacra Congregazione per la dottrina della fede.

11. Gv 8,44

12. 2Tm 3,13

13. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 394

14. S. Giovanni della Croce, Salita del Monte Carmelo, libro II, ed. OCD

15. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 172 a. 6 co.

16. S. Giovanni della Croce, Salita del Monte Carmelo, cit.

17. Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Edizioni S. Paolo, p. 1078

18. Antonio Socci, Indagine su Gesù, ed. Rizzoli, pp.137-139

19. Is. 7,14

20. Catechismo, n. 2014

21. La Misericordia di Divina nella mia vita – Diario di S. Faustina Kowalska, Libreria editrice vaticana, 2.VI.1938

22. Teresa d’Avila, Libro della mia vita, Edizioni S. Paolo, cap. 15

23. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, cit., q. 171 a. 3 co.