Lettera aperta a S.E. Mons Delpini, arcivescovo di Milano e Primate di Lombardia.

Eccellenza molto reverenda,

perdoni l’ardire di rivolgermi direttamente a lei ma il momento che stiamo vivendo me ne dà il coraggio, sentendomi anche confortata dal nostro Catechismo (907), per cui ho fiducia che vorrà accogliere questo scritto come di credente che si affida al suo pastore in terra.

Lei saprà che la città di Milano e la Lombardia tutta, di cui lei è il Primate, versano in gravi condizioni sanitarie, economiche e viepiù spirituali, perché a fronte dei generici inviti alla preghiera nessuno ha potuto più accostarsi ai sacramenti.

Come la storia della nostra Chiesa insegna e come già alcuni Vescovi stanno mettendo in pratica, anche a nome di molti altri fedeli le chiedo di consacrare la nostra città e la regione tutta a Maria Santissima.

Lei, Eccellenza, ricorderà che il Santuario di S. Maria dei Miracoli presso S. Celso, in cui prima di essere nominato ordinario veniva a celebrare la S. Messa nella ricorrenza dell’Assunzione, è stato edificato come ringraziamento alla Beata Vergine per aver liberato Milano dalla peste del 1485, quando si animò un affresco che la ritraeva con il Bambin Gesù. Era il 30 dicembre di quell’anno e da quel momento la pestilenza ebbe fine.

Quel dipinto ora è sormontato da un altare su cui è appoggiato un tabernacolo in oro, mentre su tutto campeggia un bellissimo altorilievo di Maria nel momento della sua assunzione al Cielo.

Eccellenza reverendissima, perché non torna da noi per consacrare alla Madre celeste, davanti a quell’altare, la sua e le altre diocesi lombarde? Perché non chiede agli altri ordinari di unirsi a lei, quantomeno spiritualmente, in un giorno e in un’ora prestabilita, dandone notizia al popolo che, al suono di tutte le campane di questo territorio, potrà elevare preci alla Madre del Signore contemporaneamente a voi?

E, perdoni ancora l’eccesso di zelo per la Chiesa a cui orgogliosamente appartengo, per non far torto agli altri ecclesiastici potremmo tutti, sacerdoti e laici, pregare con l’invocazione che S. Giovanni Paolo II scrisse per consacrare il mondo a Maria, ovviamente mutatis mutandis.

I buoni Padri Oblati la riceverebbero con commozione, tenendosi a doverosa distanza e a porte chiuse, mentre noi ci uniremmo spiritualmente a voi all’interno delle nostre case invocando la S. Vergine con il testo concordato che potreste pubblicare sui siti delle vostre diocesi.

Fiduciosa che vorrà accogliere favorevolmente questo invito che le rivolgo, invoco la benedizione di Dio su di lei e su tutti.

 

Paola de Lillo