L’Inghilterra dice no all’eutanasia. Ma non si deve sapere – di Giuliano Guzzo

camera dei comuniPer la serie notizie insabbiate, ieri (11 settembre, ndr) è accaduto un fatto politicamente parlando – e non solo – di un certo peso: la Camera dei Comuni britannica, a vastissima maggioranza (330 no, 118 sì), ha silurato un progetto di legge finalizzato all’introduzione del suicidio volontario, medicalmente assistito, dei malati con una prognosi inferiore ai sei mesi di vita.

Ora, considerato che non si tratta d’un Paese qualunque, e tenuto conto che la “dolce morte” è tema che ciclicamente monopolizza l’attualità, ci si sarebbe aspettati che la notizia della sonora bocciatura dell’eutanasia da parte del Parlamento inglese, ecco, non passasse completamente sotto silenzio.

E invece: sui siti internet dei principali quotidiani italiani – controllare per credere – la notizia è del tutto assente o ridotta, quando c’è, all’intramontabile formato francobollo.

Un caso? Una dimenticanza accidentale?

Macché: solo la conferma che la ben oliata macchina della propaganda non perde un colpo: quando si tratta di manipolare, manipola; quando si tratta di insabbiare, insabbia.

Così che il popolino – che poi saremmo noi – non s’accorga che la contrarietà a suicidio assistito ed eutanasia, anche per malati gravi, non è materia teologica essendo condivisa anche dalla laicissima Camera dei Comuni; così che ci possano ancora vendere la storiella del Vaticano cattivo che impone la propria morale al mondo, altrimenti destinato a planare sereno verso le «magnifiche sorti e progressive».

Del resto, si può solo provare ad immaginare quale finimondo sarebbe esploso se il Parlamento inglese avesse votato altrimenti: titoloni, dibattiti, Pannella in sciopero della sete, Veronesi e Saviano su di giri, a chiedere che l’Italia la faccia finita col Medioevo: il solito, insomma.

Il bello è che i fatti, a volte, sanno fregarsene del Pensiero Unico. Di più: riescono a fargli 330 pernacchie.

Fonte: il blog di Giuliano Guzzo