ll futuro trionfo “luminoso, solenne e completo” della Chiesa secondo le visioni della Beata Anna Maria Taigi

Quasi tutte quelle anime eroiche che rifulsero in Roma nella prima metà del secolo XIX, dal Ven. Pallotti al Beato Del Bufalo, dal Ven. Clausi alla Ven. Canori-Mora, profetizzarono come dopo la tempesta, che al loro tempo si addensava sulla Chiesa, e dopo le persecuzioni, che affliggevano allora il Papato, sarebbe venuto il trionfo del Cattolicesimo, trionfo luminoso, solenne e completo.

Ma quando si sarebbe verificato questo trionfo? A quale epoca della storia era riservato di salutare questo grandioso avvenimento, che tante parte credente dell’umanità va da molto tempo aspettando?

Ecco il misterioso enimma, sul quale la Beata Taigi viene a gettare, se non m’inganno, un raggio di luce che ne conforti e rassicuri. (…)
Ecco quanto il Natali (ndc: confessore della Beata Anna Maria, P. Raffaele) ci riferisce testualmente intorno a cotale profezia, in una sua deposizione giurata:
 
“Fin dai tempi della S. M. di Pio Papa VII, cioè nell’anno 1818, la Serva di Dio mi descrisse la rivoluzione di Roma e tutto ciò che è accaduto, e me ne parlò in seguito più volte, anzi più spaventosamente, dicendomi che essa era stata mitigata per le preghiere di tante anime care a Dio, le quali si erano a lui offerte in soddisfazione della Divina Giustizia, ma che l’iniquità sarebbe andata in trionfo, che molti creduti buoni si sarebbero levata la maschera, che voleva il signore scoprire la zizzania perché in seguito avrebbe saputo esso che farne, e che le cose si sarebbero in modo ridotte che l’uomo non sarebbe stato capace di ordinarlo, ma che il suo braccio onnipotente avrebbe tutto rimediato.
 
Mi disse che il flagello della terra era stato mitigato, non così quello del cielo che era orribile, spaventoso ed universale, che non l’aveva il Signore comunicato ad anima a lui più cara di questa terra, che sarebbe venuto all’impensata, che gli empi sarebbero stati distrutti, che prima di detto flagello tutte quelle anime che nella sua epoca erano in credito di santità dovevano essere tutte sepolte; che più milioni di uomini dovevano morire per mano di ferro parte nelle guerre, parte nei litigi, parte proditoriamente, ed altri milioni di morte improvvisa (s’intende per tutto il mondo): che nazioni intere sarebbero indi venute all’unità della Chiesa cattolica, molti Turchi, Gentili ed Ebrei si sarebbero concertati, quali sarebbero stati di confusione ai rimasti cristiani nell’ammirare il fervore e l’esattezza della loro vita.
 
In una parola, mi disse che il Signore voleva purgare il mondo e la sua Chiesa, per la quale preparava un nuovo piantato di anime che, sconosciute, sarebbero comparse ad opere grandi ed a miracoli sorprendenti. Mi disse che sfogato che avrebbe la terra con guerre, rivoluzioni ed altre calamità, avrebbe cominciato il cielo ed avrebbe avuto fine il detto flagello con un trambusto generale di meteore le più spaventose e con grande mortalità.
 
Mi disse la detta Serva di Dio più volte che il Signore le fece vedere nel misterioso sole il trionfo ed il gaudio universale della novella Chiesa così grande e sorprendente, che non poteva spiegare. Siccome però il flagello proveniente dalla terra fu mitigato per le preghiere di tante anime a Dio care, speriamo che anche quello del cielo venga mitigato, e che il signore voglia trionfare più nella sua misericordia che nella sua giustizia (Processo Ordinario, fol. 695-696)”.
 
Dinanzi a questo vaticinio si rimane a prima vista turbati: vi hanno, è vero, dei punti oscuri che solo possono essere chiarificati dagli eventi futuri; ma vi si scorgono anche predizioni che, fatte fin dall’anno 1818, ebbero la loro realizzazione nella storia; il che c’induce a prestar fede a tutto il vaticinio. Vi si parla di due castighi e flagelli, uno da parte della terra, l’altro da parte del cielo; ma si aggiunge tosto che le preghiere di anime buone possono mitigarlo. (cfr. op. cit., pagg. 337, 339, 340 e 341)
 
Dall’opera “La Beata Anna Maria Taigi – secondo la storia e la critica” (Libreria Editrice Religiosa, Roma, 1922), dell’autorevole Cardinale e Prefetto della S. Congregazione dei Riti Mons. Carlo Salotti (1870-1947).