L’ultima bufala sul Papa – di Andrea Tornielli

bergoglio-ratzingerLa quotidiana e ricerca di qualunque appiglio utile per attaccare Papa Francesco da parte di quegli ex papisti che appena due anni fa s’indignavano per qualunque mancanza di rispetto verso Benedetto XVI mentre ora bombardano con sarcasmo e talora con disprezzo il suo successore, sta raggiungendo livelli comici.

E’ vero, non c’è proprio nulla da ridere, pensando a ciò di cui si parla. Hanno pesantemente criticato il Papa (meglio Bergoglio, come lo definiscono, senza mai ricordare una volta il nome pontificale di Francesco, dato che per qualcuno di costoro il vero Papa è l’emerito) per i suoi presunti “silenzi” circa l’Iraq, con le stesse identiche motivazioni per le quali esattamente mezzo secolo fa, pochi anni dopo la sua morte, venne messo alla berlina Pio XII.

Dimenticano di rileggersi le dichiarazioni analoghe fatte dai predecessori negli ultimi decenni in casi di persecuzioni, guerre, emergenze umanitarie (scoprirebbero che il Papa quando interviene in questi casi, evita sempre di additare con nome e cognome i “cattivi” e la loro eventuale appartenenza religiosa, si vedano gli interventi di Papa Wojtyla sul Kosovo).

Finiscono per mettere erroneamente sullo stesso piano gli appelli papali lanciati in occasioni di crisi internazionali e di emergenze umanitarie con un passaggio dell’importante discorso accademico di Papa Ratzinger dedicato al dialogo tra fede e ragione (la lectio di Ratisbona): frasi che vennero distorte e male interpretate, sulle quali lo stesso Benedetto XVI volle fare chiarezza spiegandone il significato con una lettura che nulla concesse ai desiderata dei fautori dello “scontro di civiltà”.

 

L’ultima – nel senso della più recente – puntata di questa “guerra” contro il successore di Pietro combattuta con la carta e il web s’inventa un’opposizione tra l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e Papa Benedetto, proprio sul caso Ratisbona.

La presunta “notizia”, “scoperta” dal Telegraph, è stata subito rilanciata sui social network da quanti si sentono investiti della missione di cantargliele al Papa qualunque cosa dica, faccia o non faccia.

I fatti sono questi: padre Guillermo Marcó, giornalista, incaricato dei rapporti con la stampa dell’arcidiocesi di Buenos Aires, nel 2006, dopo il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, si fece intervistare dal “Newsweek” (nella sua versione in lingua spagnola), criticando Ratzinger: disse di non sentirsi rappresentato da quelle parole sull’islam, affermò di ritenere quello di Ratisbona un passo indietro rispetto all’atteggiamento di Giovanni Paolo II.

L’intervista fece ovviamente scalpore, anche in Vaticano. Marcó spiegò di aver rilasciato l’intervista non in quanto incaricato dei media della diocesi, ma come presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso. Leggendola appare del tutto evidente che il sacerdote parlava a titolo personale (“quelle parole non MI rappresentano”), senza alcun mandato della diocesi né tantomeno dell’allora arcivescovo di Buenos Aires.

Ciononostante, visto il comprensibile imbarazzo che quell’intervista – e anche altre dichiarazioni – avevano provocato, padre Marcó, venne rimosso dal suo incarico di responsabile dei rapporti con la stampa, per volere del cardinale Bergoglio, e destinato altrove.

Una circostanza che quanti hanno scovato e rilanciato la presunta notizia si guardano dal raccontare, perché rovinerebbe questa nuova pretestuosa accusa.

 

Attribuire al futuro Papa le parole di Marcó, per contrapporlo a Benedetto XVI è dunque un’operazione propagandistica. Non dissimile da quelle messe in atto da Horacio Verbitsky, che per anni ha cercato di attribuire a Bergoglio una qualche vicinanza con il regime argentino durante la dittatura (venendo peraltro magistralmente smentito dalla documentata inchiesta di Nello Scavo, pubblicata col titolo “La lista di Bergoglio”).

O da quella infelice tentata subito dopo l’Habemus Papam del 13 marzo 2013 dal regista americano Michael Moore, che twittò la foto di un anziano prelato mentre dava la comunione a Videla dicendo che si trattava del nuovo Papa e fu sbugiardato nel giro di pochi minuti.

 

articolo pubblicato sul blog di Andrea Tornielli Sacri Palazzi