Memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (Santa Teresa di Lisieux – Teresina)

Teresina (Alençon, 1873 – Lisieux, 1897) praticò in modo singolare la semplicità evangelica e l’abbandono in Dio. Posta dalla vocazione contemplativa nel cuore della Chiesa, si aprì all’ideale missionario tanto da essere proclamata con san Francesco Saverio, patrona delle Missioni. Fu canonizzata da Pio XI nel 1923. Proclamata Dottore della Chiesa il 19 ottobre 1997.

Amare è dare tutto, è dare anche se stessi“. Qui sta il segreto di questa giovane ardente e sapiente ragazza di 24 anni… Son bastati 24 anni alla giovane Teresa Martin per diventare “la più grande santa dei tempi moderni” (Pio X), “Patrona universale delle Missioni” (Pio XI), “Dottore della Chiesa” (Giovanni Paolo II).

A dire il vero, non ebbe gran fortuna nella vita: malgrado una felice infanzia ad Alençon, dove nacque il 2 gennaio 1873 (ultima di nove bimbi dei quali quattro morti alla nascita), perde ben presto la madre (tumore al seno) e rimane profondamente ferita.

Si impone un trasloco del papà con le cinque ragazze a Lisieux, nella bella villa dei Buissonnets.

Le entrate successive delle sue due sorelle maggiori al Carmelo esasperano la sua angoscia. Infelice a scuola, nonostante la pronta e non comune intelligenza, cade gravemente malata. Un’insistente preghiera a Maria la salva il 13 maggio 1883: ha 10 anni. La “Vergine del sorriso” diventa sua Madre.

Teresa di Gesù Bambino si decide anche lei a donare la sua vita a Gesù. Ma dovrà ancora aspettare…

Intanto fa la sua prima Comunione che è per lei una “fusione d’amore”. La notte di Natale 1886 otterrà la grazia della sua trasformazione, della sua completa conversione. Riceve la forza di Cristo e la guarigione di una specie di nevrosi (timidezza eccessiva, ipersensibilità, fragilità emotiva, scrupoli, paure…) che la paralizza.

Ormai rassicurata, si apre a grandi interessi ed intensi desideri. Prega ardentemente per la conversione di Pranzini, condannato alla ghigliottina, e l’ottiene. È il suo primo figlio…

Ma esplode in lei irresistibile il richiamo del Carmelo. Affronta tutti gli ostacoli per entrarvi, come lei vorrebbe, anche subito a quindici anni. Per superare tutte le resistenze ricorre personalmente perfino al Papa, in occasione d’un viaggio con il padre in Italia… E finalmente entra al Carmelo.

Al Carmelo incontra “più spine che rose”, ma ella tutto offre, compresa la terribile malattia mentale del papà tanto amato, per la salvezza delle anime e per i sacerdoti in particolare. Porta avanti una oscura vita quotidiana fatta di preghiera e lavoro. Legge San Giovanni della Croce, il Dottore dell’Amore.

Teresina non si rassegna ad una certa mediocrità. Non riesce a rendersi ragione di come alcune sue consorelle abbiano “paura di Dio”. Si sente un po’ sola nella ricerca della santità, perché il suo padre spirituale è andato missionario in Canada.

Verso al fine del 1894, un giorno, proprio durante l’orazione, due versetti dell’Antico Testamento la illuminano. In san Paolo e nel Vangelo trova conferma.

Anche lei, che si sente così piccola, fragile, debole e impotente, incapace di cose grandi, può aspirare alla santità: l’ascensore che le permetterà di salire così in alto saranno “le braccia di Gesù”. Basta aver confidenza totale in Lui, abbandonarsi, restare piccola e divenirlo sempre più. Scopre la “piccola via”.

Questa ispirazione dello Spirito Santo trasforma la sua vita. Il 9 giugno 1895 si offre all’Amore Misericordioso: “oceani di grazia arrivano ad inondare l’anima sua”.

È proprio in quell’anno che la Priora le domanda di scrivere i suoi appunti, quasi un diario. Su di un piccolo quaderno di scuola, comincia a “Cantare le Misericordie del Signore” nella sua vita. Scrive pure dei poemi e delle scene teatrali per le ricreazioni nei giorni di festa particolare per la comunità.

Né la malattia – una grave forma di tubercolosi la sta divorando! – né una tremenda prova interiore contro la fede e la speranza (e qui arriva a comprendere e com-patire gli increduli del suo tempo!) riescono ad arrestare la sua audace fiducia in Gesù Salvatore.

Nel corso del suo ultimo ritiro (settembre 1896), Teresa scopre la sua vocazione: “Nel cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l’amore!”. Nella corrispondenza con i suoi due fratelli spirituali sacerdoti missionari, matura una mentalità ed una passione missionaria per tutta la Chiesa.

Ormai spossata dalla tubercolosi, passa i tre ultimi mesi della sua vita nell’infermeria, soffrendo molto, rigurgitando sangue, sempre serena e sorridente, perfino spiritosa, abbandonata come un bambino.

Si sforzò di vivere fino all’eroismo, nelle piccole cose e nel quotidiano, la sua piccola via di fiducia e d’amore, la via che vuole segnalare al mondo intero, percorribile da tutti. E’ convinta che la sua missione sarà di “Fare del bene sulla terra fino alla fine del mondo”.

Teresina muore il 30 settembre 1897, a ventiquattro anni, dicendo semplicemente, ma con l’intensità di tutta la sua vita: “Mio Dio… ti amo!“.

Un anno dopo, compare “Storia di un’Anima”, un libro composto dai suoi scritti. Un semplice ed umile libro (erano modestissimi quadernetti di scuola pieni zeppi di appunti!) che in breve conquista il mondo e divulga in tutta la Chiesa il forte messaggio di questa monaca sconosciuta, che subito diventa “la ragazza più amata dal mondo”.

Decine di edizioni, milioni di esemplari, traduzioni in più di 60 lingue. La piccola Teresa di Lisieux agli inizi del nuovo secolo ventesimo attira folle di pellegrini alla sua tomba e al suo monastero.

Guarigioni interiori, conversioni, vocazioni, miracoli, un benefico influsso denunciato ovunque sul fronte missionario. Teresina fa parlare di sé ormai il mondo intero. In tempo record (1923-1925) viene proclamata beata e santa.

Le cronache del tempo parlano di “un uragano di gloria”. Teologi insigni scoprono nella sua Autobiografia consistenti verità teologiche e correttivi per il cammino dello spirito. Giovanni Paolo II il 2 giugno 1980 a Lisieux dichiara che l’essenziale del messaggio di Teresina è l’essenziale del messaggio evangelico: questa ragazza di 24 anni non fa che ricordare al mondo intero che davvero Dio è nostro padre, così come Cristo ce l’ha rivelato e ce lo rivela.

E nell’agosto 1997 nel centenario della sua morte la dichiara “dottore della Chiesa”, una ragazza di 24 anni, chiusa in clausura da nove anni.

E morte o vita che m’importa. Gesù, mia sola gioia, è amare Te!

 

Fonte:  Carmelo di Monza