Multe e carcere per chi si oppone all’omosessualizzazione di bambini e adolescenti

A Parigi, nel ridente quartiere del Marais, c’è un locale che si chiama “One Way”, senso unico, frequentato, soprattutto in tempi di Gay Pride da robusti signori in salopette di cuoio e borchie, magari anche senza camicia, o altro abbigliamento altrettanto folcloristico, sempre un po’ di tendenza dominatore.

E come si può capire dal nome del locale, il senso, anche in materia di preferenze sessuali, è davvero unico.

Mi è venuto in mente leggendo il comunicato emesso ieri dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”, e che vi riportiamo:

“Gender/ Gandolfini: Da Cirinnà e Lo Giudice ennesimo ddl ideologico

La strategia contro l’umano – ma anche contro il buon senso – non si ferma. Il 14 luglio scorso è stato depositato al Senato il ddl 2402 con il titolo “Norme di contrasto alle terapie di conversione dell’orientamento sessuale dei minori”.

Primo firmatario il Sen. Sergio Lo giudice (Pd) – che ha contratto matrimonio gay ad Oslo e oggi è “padre” di un bimbo avuto con utero in affitto. Fra i firmatari anche la Sen. Monica Cirinnà (Pd)”.

Spiega Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore degli ultimi due Family Day.

“In buona sostanza il ddl chiede la galera fino a due anni e una multa da 10mila a 50mila euro – prosegue Gandolfini – per “chiunque esercitando la pratica di psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counsellor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista faccia uso su soggetti minorenni di pratiche rivolte alla conversione dell’orientamento sessuale” (art.2).

Va, quindi, sanzionata “ogni pratica finalizzata a modificare l’orientamento sessuale … eliminare o ridurre l’attrazione emotiva, affettiva o sessuale verso individui delle stesso sesso, di sesso diverso o di entrambi i sessi” (Art.1, comma 1)”.

“Ciò significa – afferma ancora il portavoce del Family Day – che un minore che vive con disagio il suo orientamento sessuale, con l’aiuto e l’approvazione dei genitori, non può e non deve trovare alcun professionista che lo aiuti, salvo solo confermarlo nell’orientamento vissuto con sofferenza.

Siamo allo Stato Etico: omosessualità, bisessualità e transessualità sono dogmi morali intoccabili a anche difronte alle valutazioni che può fare un esperto medico psichiatra.

Che ne è della libertà? La libertà di scelta, la libertà di ricerca, la libertà di educazione dei genitori? Senza contare quanto instabili ed insicure sono le scelte emotivo-affettive che caratterizzano gli anni dell’adolescenza!”

“La solita schizofrenia tipica delle menti che si credono illuminate e che si alimentano solo di insensate ideologie: da un lato la pretesa di libertà assoluta di scegliere l’orientamento e l’identità di genere che si vuole fin dalle scuole dell’infanzia, dall’altro la negazione di essere liberi di scegliere il percorso di assistenza psicologica che meglio si addice alla propria condizione di disagio emotivo, sempre qualora esso si manifesti.

Un appello a tutte le persone di buon senso: uniamo le nostre forze per fermare, con tutti gli strumenti democratici a disposizione, questo folle treno in corsa”. Conclude Gandolfini”.

Insomma, se un adolescente, cioè una persona nel momento forse di maggiore instabilità psicologica della sua esistenza, ha bisogno di qualcuno per aiutarlo a uscire da una situazione di disagio, nisba. Con tanti saluti alla responsabilità di madri e padri. Fotografato nel suo disagio, e stop. One Way, appunto. Imbocchi quella e basta.

Marco Tosatti

 

Fonte: S. Pietro e dintorni