Non ci sarà alcun “arcobaleno” ma una tragedia peggiore, se non smetteremo di offendere Dio.

Infatti come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti. (Mt 24, 38-39)
Non solo. Ecco, la sventura passa di nazione in nazione, un grande turbine si alza dall’estremità della terra  (Ger 25,32)
Ha devastato come un giardino la sua dimora, ha demolito il luogo della riunione. Il Signore ha fatto dimenticare in Sion la festa e il sabato e ha rigettato nel furore della sua ira re e sacerdoti. (Lam 2,6)

Bastava leggere le Sacre Scritture, era sufficiente meditare su quelle poche apparizioni della Madonna riconosciute autentiche dalla Chiesa per prevenire quello che sta accadendo in questi giorni. Invece non abbiamo voluto accogliere gli ammonimenti che il Cielo ci ha mandato nel secolo scorso né stupirci che cinquecento anni fa era già stato tutto profetizzato.

Nel 2015 questo sito ha pubblicato tre articoli sui veri avvertimenti della S. Vergine, articoli che sono stati poi autorevolmente rilanciati: quello della Signora del Buon Successo (qui) è stato riportato da Antonio Socci nel libro “La profezia finale” (qui), mentre quello sui messaggi della Madonna di Kibeho (qui) è stato pubblicato dalle Edizioni Ares (qui).

Infine “La Nuova Bussola Quotidiana” aveva pubblicato quello su gli ammonimenti dati dalla Madonna a Fatima dandogli un bel titolo “«… se non smetteranno di offendere Dio… »: gli avvertimenti della Madonna” (qui), che aveva avuto un numero di lettori tali da tenerlo in prima pagina per settimane.

Ma non ci si è fermati. Nel 2017 ricorreva il primo centenario delle apparizioni di Fatima e, dopo aver accuratamente visionato il sito del Santuario, si sono tratte le conclusioni: eravamo arrivati alla resa dei conti (qui).

Nell’articolo c’era anche un capoverso inquietante: “Il 13 ottobre la Madonna ricapitolò le conseguenze della disubbidienza avvertendo: “Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso. Se il popolo si corregge finisce la guerra, altrimenti, se non si corregge, finisce il mondo.”

Ma quest’ultimo articolo non ha avuto la stessa sorte dei precedenti perché, pur avendolo inviato a tutti, non l’ha preso in seria considerazione nessuno. Non che il rilanciarlo potesse risolvere la situazione ma quantomeno oggi potremmo fronteggiare meglio tutti quegli interrogativi che rimbalzano sui social e sui media e che non trovano risposta nemmeno dagli alti vertici della Chiesa.

E ora eccoci qua a darci coraggio disegnando gli arcobaleni insieme ai bambini.  Ma quanti sanno che l’arcobaleno fu il  segno della prima alleanza tra Dio e gli uomini dopo il diluvio? (Gen 9, 12-17). Vogliamo illuderci, andrà tutto bene, poi tutto tornerà come prima, ma Dio ne scampi! Vorrebbe dire che siamo proprio gente di dura cervice, che ci ostiniamo nel peccato, che approviamo la vita pagana che abbiamo continuato a condurre da cent’anni in qua, che ci sta bene pregare con le parole delle canzonette, che quelle stesse chiese che abbiamo disertato o profanato con le nostre comunioni sacrileghe andremo a rioccuparle con la stessa protervia di prima perché noi siamo la società dei diritti, contrapposta alla società dei doveri.

Ma un organismo invisibile e malefico, una pestilenza a cui potrebbe seguire una dura carestia, e altro ancora profetizzato da secoli, ha azzerato le nostre superbe sicurezze e continuerà così finché non ci umilieremo dinnanzi all’unico Onnipotente che può salvarci.

Perché il salmo recita: Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede (Sal 33,12)

 

Paola de Lillo