Novena di Natale di S. Alfonso Maria de Liguori

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Primo giorno

O fuoco che sempre ardi, diciam con S. Agostino, accendimi. O Verbo Incarnato, voi vi siete fatt’uomo per accendere ne’ nostri cuori il divino amore, e come avete potuto poi incontrare tanta sconoscenza ne’ cuori degli uomini? Voi per farvi da essi amare non avete risparmiato niente, vi siete indotto sino a dare il sangue e la vita; e come poi gli uomini vi sono cosi ingrati? Forse non lo sanno? Si lo sanno, e lo credono, che per essi voi siete venuto dal cielo a vestirvi di carne umana ed a caricarvi delle nostre miserie; sanno che per loro amore avete menata una vita di pene, ed abbracciata una morte ignominiosa; e poi come vivono cosi scordati di voi?

Amano i parenti, amano gli amici, amano anche le bestie; se da quelle ricevono qualche segno d’affetto, cercano di rimunerarcelo e poi solo con voi sono così disamorati e sconoscenti? Ma oimè ch’io accusando quest’ingrati, accuso me stesso che peggio degli altri v’ho trattato! Ma mi dà animo la vostra bontà, la quale so che mi ha sopportato tanto, affin di perdonarmi e di accendermi del vostro amore, purch’io voglia pentirmi e voglia amarvi.

Sì, mio Dio, ch’io voglio pentirmi e mi pento con tutta l’anima d’avervi offeso; e voglio amarvi con tutto il cuore. Vedo già, mio Redentore, che ‘l mio cuore non meriterebbe più d’essere da voi accettato, poiché ha lasciato voi per amore delle creature; ma vedo che voi ciò non ostante pur lo volete; ed io con tutta la mia volontà ve lo consagro e dono. Infiammatelo dunque voi tutto del vostro santo amore, e fate che da oggi avanti non ami altro che voi, bontà infinita, degna d’un infinito amore. V’amo, Gesù mio, v’amo, sommo bene, v’amo, unico amore dell’anima mia.

O Maria madre mia, voi che siete la madre del bell’amore, Madre del bell’amore, voi impetratemi questa grazia di amare il mio Dio; da voi la spero.


Secondo giorno

O dolce, o amabile, e santo mio Bambino, voi per farvi amare dagli uomini non avete saputo più che fare. Basta dire che da Figlio di Dio vi siete fatto figlio dell’uomo; e tra gli uomini avete voluto nascere come tutti gli altri bambini, ma più povero e più avvilito degli altri, eleggendovi una stalla per casa, una mangiatoia per culla, e un poco di paglia per letto.

Avete voluto comparire a noi la prima volta in questa sembianza di povero pargoletto, per cominciare così a tirarvi i nostri cuori sin dalla vostra nascita; seguendo poi per tutta la vostra vita a dimostrarci sempre maggiori segni del vostro amore, sino a voler morire svenato e svergognato sopra di un legno infame.

E come avete potuto poi trovare tanta sconoscenza appresso la maggior parte degli uomini, mentre vedo che pochi vi conoscono, e più pochi sono quelli che v’amano? Ah Gesù mio, tra questi pochi voglio essere anch’io.

Per lo passato io pure v’ho sconosciuto, e scordato del vostro amore non ho atteso che a soddisfarmi, senza far conto di voi e della vostra amicizia. Ma ora conosco il male che ho fatto: me ne dolgo, me ne dispiace con tutto il cuore. Bambino mio, e Dio mio, perdonatemi per li meriti della vostra santa infanzia.

Io v’amo, e v’amo tanto, o Gesù mio, che se sapessi che tutti gli uomini avessero a ribellarsi da voi e abbandonarvi, io vi prometto di non lasciarvi, ancorché avessi a perdervi mille volte la vita. So già che questa luce e questa buona volontà che ora ho, voi me la date; ve ne ringrazio, amor mio, e vi prego a conservarmela colla grazia vostra. Ma voi sapete la mia debolezza, sapete i tradimenti che vi ho fatti, per pietà non mi abbandonate; altrimenti io tornerò ad essere peggiore di prima. Accettate ad amarvi il mio povero cuore che un tempo v’ha disprezzato, ma ora s’è innamorato della vostra bontà, o infante divino.

O Maria, o gran Madre del Verbo Incarnato, non mi abbandonate neppure voi che siete la madre della perseveranza e la dispensiera delle divine grazie. Aiutatemi e aiutatemi sempre; col vostro aiuto, o speranza mia, confido d’esser fedele a Dio sino alla morte.

 

Terzo giorno

O Gesù mio, voi per mio amore e per liberarmi dalle catene dell’inferno avete voluto farvi servo; e non solo del vostro Padre, ma anche degli uomini e de’ carnefici, sino a perdervi la vita; ed io tante volte per qualche misero e avvelenato piacere mi sono licenziato dalla vostra servitù e mi son fatto schiavo del demonio.

Maledico mille volte quei momenti in cui abusandomi così male della mia libertà, ho disprezzata la vostra grazia, o Maestà infinita. Deh perdonatemi e legatemi a voi con quelle amabili catene d’amore con cui tenete a voi strette l’anime vostre dilette.

V’amo, o Verbo incarnato; v’amo, mio sommo bene. Altro ora non desidero che amarvi, e d’altro non temo che di vedermi privo del vostro amore. Deh non permettete ch’io abbia a separarmi più da voi. Vi prego, o Gesù mio, per tutte le pene della vostra vita e della vostra morte, non permettete che io abbia più a lasciarvi: Non permettere che io mi separi da te (dalla preghiera Anima di Cristo, ndr).

Ah mio Dio s’io dopo tante grazie che mi avete fatte, dopo che tante volte mi avete perdonato, e dopo che ora con tanta luce m’illuminate, e con tanto affetto m’invitate ad amarvi, io infelice ritornassi a voltarvi le spalle, come potrei sperare da voi più perdono? e non temere che giustamente in quello stesso punto voi non mi subissaste all’inferno? Ah non lo permettete, torno a replicarvi: Non permettere che io sia separato da te.

O Maria, rifugio mio, voi sinora siete stata la mediatrice felice per me, che mi avete fatto aspettare da Dio e perdonare con tanta misericordia; aiutatemi ora, impetratemi la morte e mille morti prima ch’io avessi a perdere di nuovo la grazia di Dio.

 

Quarto giorno

O mio Redentore e Dio, e chi son io che tanto mi avete amato e tanto seguite ad amarmi? Che cosa avete mai ricevuto da me, che a tanto amore vi ho obbligato, se non disprezzi e disgusti, che v’obbligano ad abbandonarmi e discacciarmi per sempre dalla vostra faccia? Ma, Signore, io accetto ogni castigo, ma non questo. Se voi mi abbandonate e mi private della vostra grazia, io non vi posso più amare. Io non pretendo di sfuggire la pena; ma voglio amarvi e voglio amarvi assai. Voglio amarvi, com’è tenuto ad amarvi un peccatore che dopo tanti favori speciali, e tanti segni d’amore da voi ricevuti, ingrato tante volte vi ha voltato le spalle; e per gusti miseri, momentanei e avvelenati ha rinunziato alla vostra grazia e al vostro amore.

Perdonatemi, amato mio Bambino, mentr’io mi pento con tutto il cuore di quanti disgusti vi ho dati. Ma sappiate che non mi contento del semplice perdono; io voglio ancora la grazia d’amarvi assai, voglio compensar quanto posso coll’amor mio l’ingratitudine che vi ho usata per lo passato.

Un’anima innocente v’ama da innocente, con ringraziarvi d’averla preservata dalla morte del peccato. Io debbo amarvi da peccatore, cioè da ribelle che vi sono stato, da condannato all’inferno per tante volte, per quante me l’ho meritato; e poi tante volte aggraziato da voi e rimesso in stato di salute, e di più arricchito di lumi, d’aiuti, e d’inviti a farmi santo.

O Redentore dell’anima mia, l’anima mia già si è innamorata di voi, e v’ama. Troppo voi mi avete amato, onde vinto dal vostro amore non ho potuto più resistere a tante finezze, finalmente già mi son renduto a collocare in voi tutto l’amor mio. V’amo dunque, o bontà infinita, v’amo, o amabilissimo Dio. Accrescete voi sempre più fiamme e più saette al mio cuore. Per vostra gloria fatevi amare assai da chi assai v’ha offeso.

Maria madre mia, voi siete la speranza, il rifugio de’ peccatori, aiutate un peccatore che vuol esser grato al suo Dio; aiutatemi ad amarlo e ad amarlo assai.

 

Quinto giorno

Mio sommo Dio e Redentore, io era perduto, voi col vostro sangue mi avete riscattato dall’inferno; ma io misero poi più volte mi son perduto di nuovo, e voi mi avete ricuperato dalla morte eterna. Io sono tuo, salvami (Salmo 119). Giacché ora son vostro, come spero, non permettete ch’io abbia da ritornare a perdermi con ribellarmi da voi. Io son risoluto di soffrire la morte e mille morti, prima che vedermi di nuovo vostro nemico e schiavo del demonio. Ma voi sapete la mia debolezza, sapete i miei tradimenti, voi avete da darmi la forza a resistere agli assalti che mi darà l’inferno. Io so che nelle tentazioni sarò da voi soccorso, sempreché a voi ricorrerò, mentre vi è la vostra promessa: Chiedete e otterrete (Gv 16,24). Chiunque chiede riceve (Mt 7,8). Ma questo è il mio timore, temo che ne’ miei bisogni io trascuri di raccomandarmi a voi, e cosi miseramente resterò vinto. Questa è la grazia dunque che maggiormente vi domando: datemi luce e forza di ricorrere sempre a voi, e d’invocarvi ogni volta che sarò tentato; e di più vi domando l’aiuto per sempre domandarvi questa grazia. Concedetemela per li meriti del vostro sangue.

E voi Maria, ottenetemela per l’amore che portate a Gesù Cristo.

 

Sesto giorno

Oh me felice, se da oggi avanti potrò sempre dire con la sacra Sposa: Il mio diletto è per me e io per lui. (Cant. 2, 16). Il mio Dio, l’amato mio s’è dato tutto a me; è ragione ch’io mi dia tutto al mio Dio, e dica sempre: Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terraLa roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre. (Salmo 73, 25-26)

O diletto mio Bambino, caro mio Redentore, giacché voi siete sceso dal cielo per donarvi tutto a me, che altro voglio andar cercando io nella terra e nel cielo fuori di voi, che siete il sommo bene, l’unico tesoro, il paradiso dell’anime? Voi siate dunque l’unico Signore del mio cuore, voi possedetelo tutto. Solo a voi il mio cuore ubbidisca e cerchi di piacere. Solo voi ami l’anima mia, e voi solo siate la mia parte.

Si procurino gli altri, e si godano – se mai può trovarsi vero godimento fuori di voi – i beni e le fortune di questo mondo; voi solo voglio che siate la mia fortuna, la mia ricchezza, la mia pace, e la mia speranza in questa vita e nell’eternità.

Eccovi dunque il cuore, tutto ve lo dono; egli non è più mio, è vostro. Siccome voi in entrare nel mondo offriste all’Eterno Padre e gli donaste tutta la vostra volontà, secondo ci fate sapere per Davide: Sul rotolo del libro di me è scritto che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io voglio (Salmo 40, 8-9); così oggi io offro a voi, mio Salvatore, tutta la mia volontà. Ella un tempo vi è stata ribelle, e con quella io v’ho offeso; ma di tutti i miei malvagi consensi, coi quali ho perduta miseramente la vostra amicizia, ora me ne dolgo con tutto il cuore, e questa mia volontà a voi tutta la consacro.

Signore, che cosa vuoi che io faccia? (Atti 9,6)  Ditemi quel che volete da me, che tutto voglio farlo. Disponete di me e delle mie cose come vi piace, ch’io tutto accetto ed in tutto mi rassegno. So che voi volete il meglio per me, onde tutta abbandono nelle vostre mani l’anima mia. Nelle tue mani affido  il mio spirito (Salmo 31, 6). Aiutatela per pietà e conservatela voi, e fate che sia sempre vostra e tutta vostra, giacché l’avete redenta con tutto il vostro sangue. Mi hai riscattato Signore, Dio di verità (Ibid.)

O beata voi, SS. Vergine Maria! Voi foste tutta e sempre tutta di Dio; tutta bella, tutta pura e senza macchia: Tutta bella sei, o Maria, e macchia non vi è in te (Cant. 4,7). Voi foste quell’una chiamata fra tutte l’anime dal vostro Sposo la sua colomba, la sua perfetta: Una est columba mea, perfecta mea (Cant. 6,9) Voi l’orto chiuso ad ogni difetto e colpa, e tutto colmo di fiori e frutti di virtù. (Cant. 4, 12) Ah regina e madre mia, voi che siete così bella agli occhi del vostro Dio, abbiate pietà dell’anima mia ch’è divenuta così deforme per li suoi peccati!

Ma se per lo passato io non sono stato di Dio, ora voglio esser suo e tutto suo. La vita che mi resta voglio spenderla solo in amare il mio Redentore che mi ha tanto amato: basta dire che si è dato tutto a me. Impetratemi voi, speranza mia, forza d’essergli grato e fedele sino alla morte. Amen, così spero. Così sia.

 

Settimo giorno

Oh caro mio Redentore, …vi ringrazio da parte di tutti gli uomini; ma specialmente vi ringrazio io, misero peccatore. Che ne sarebbe di me, che speranza potrei avere di perdono e di salute, se voi, Salvator mio, non foste venuto dal cielo a salvarmi? Vi lodo dunque, vi ringrazio e v’amo.

V’amo più d’ogni cosa, v’amo più di me stesso, v’amo con tutta l’anima mia, e tutto a voi mi dono. Ricevete, o santo Bambino, questi atti d’amore; e se son freddi, perché escono da un cuore gelato, riscaldate voi questo povero mio cuore: cuore, che v’ha offeso, ma cuore pentito.

Sì, mio Signore, mi pento sopra ogni male di aver disprezzato voi, che mi avete tanto amato. Ora non desidero altro che amarvi, e questo solo vi cerco: datemi il vostro amore e fatene di me quel che vi piace. Sono stato un tempo misero schiavo dell’inferno; ma ora che son libero da quelle infelici catene, tutto a voi mi consacro; vi consacro il mio corpo, i miei beni, la mia vita, l’anima mia, la mia volontà, e tutta la mia libertà. Io non voglio esser più mio, ma solo di voi unico mio bene. Deh legate a’ piedi vostri questo povero mio cuore, acciocché non si parta più da voi.

O Maria SS., impetratemi voi questa grazia, che io viva sempre legato dalle beate catene d’amore verso il vostro Figlio. Ditegli che mi accetti per schiavo del suo amore. Egli fa quanto voi gli domandate. Pregatelo, pregatelo. Così spero.

 

Ottavo giorno

Caro mio Gesù, infiammatemi del vostro santo amore, giacché a questo fine voi siete venuto in questa terra. È vero ch’io misero, per avervi offeso dopo tanti lumi e grazie speciali a me fatte, non meriterei più di ardere di quelle beate fiamme, di cui ardono i santi, solamente mi toccherebbe ad ardere nel fuoco dell’inferno; ma trovandomi ora fuori di quel carcere da me meritato, sento che voi, rivolto anche verso di me ingrato, mi dite: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore (Mt 22,37).

Vi ringrazio, mio Dio, che ritornate a darmi questo dolce precetto; e già che mi comandate ch’io vi ami, sì, voglio ubbidirvi, e voglio amarvi con tutto il mio cuore. Signore, per lo passato sono stato uno sconoscente, un cieco, perché ho voluto scordarmi dell’amore che mi avete portato. Ma ora che di nuovo m’illuminate e mi fate conoscere quanto avete fatto per amor mio: or che penso che vi siete fatto uomo per me, e vi siete addossato le mie miserie: or che vi vedo sulla paglia tremar di freddo, vagire e piangere per me, o mio Dio bambino, come posso vivere senza amarvi?

Deh perdonatemi, amor mio, tutti i disgusti che vi ho dati. O Dio, come io, sapendo per fede quanto voi avete patito per me, ho potuto darvi tanti disgusti ? Ma queste paglie che vi pungono, questa vil mangiatoia che vi accoglie, questi teneri vagiti che mandate, queste amorose lacrime che spargete, queste mi fanno fermamente sperare il perdono e la grazia di amarvi nella vita che mi resta. V’amo, o Verbo incarnato: v’amo, o Fanciullo divino, e tutto a voi mi dono. Per quelle pene che patiste nella stalla di Betlemme, accettate, o Gesù mio, questo misero peccatore che vuole amarvi. Aiutatemi, datemi perseveranza, tutto a voi spero.

O Maria, o gran Madre di questo gran Figlio, e da questo Figlio la più amata, pregatelo per me.

 

Nono giorno

O Gesù mio disprezzato, voi col vostro esempio avete reso troppo cari ed amabili i disprezzi a’ vostri amanti. Ma come va ch’io poi, invece d’abbracciarli, come l’avete abbracciati voi, in ricevere qualche disprezzo dagli uomini, mi son portato con tanta superbia, che per causa loro ho ancora offeso voi, maestà infinita? Peccatore e superbo! Ah Signore. ben intendo; io non ho saputo prendere gli affronti con pazienza, perché non ho saputo amarvi. S’io vi amava, quelli ben mi sarebbero stati dolci e grati. Ma giacché voi promettete il perdono a chi si pente, io mi pento con tutta l’anima di tutta la vita mia disordinata, e tutta dissimile alla vita vostra. Ma voglio emendarmi, e perciò vi prometto di voler soffrire con pace da oggi avanti tutti i disprezzi che mi saran fatti, per amor vostro, o Gesù mio, che per mio amore siete stato così disprezzato. Intendo, che le umiliazioni sono le miniere preziose colle quali voi fate ricche l’anime de’ tesori eterni. Altre umiliazioni ed altri disprezzi merito io che ho disprezzata la grazia vostra; merito di esser calpestato da’ demoni. Ma i meriti vostri sono la speranza mia.

Io voglio mutar vita, non vi voglio più disgustare; e da oggi innanzi non voglio cercar altro che ‘l vostro gusto. Io ho meritato più volte d’esser mandato ad ardere nel fuoco dell’inferno; voi che sinora mi avete aspettato ed anche perdonato, come spero, fate che invece di ardere di quel fuoco infelice, arda del fuoco beato del vostro santo amore.

No che non voglio vivere più, o amor mio, senza amarvi. Aiutatemi voi, non mi fate più vivere a voi ingrato, come ho fatto per lo passato. Per l’avvenire voi solo voglio amare; voglio che di voi solo sia il mio cuore. Deh prendetene il possesso, e questo possesso sia eterno; sicché io sia sempre vostro e voi siate sempre mio: io sempre v’ami e voi sempre mi amiate. Sì, così spero, o mio Dio amabilissimo, ch’io sempre v’amerò e voi sempre mi amerete. Credo in voi, bontà infinita: spero in voi, bontà infinita: amo voi, bontà infinita: v’amo, e sempre vi dirò, io v’amo, io v’amo, io v’amo, e perché v’amo voglio far quanto posso per compiacervi.

Disponete voi di me come vi piace. Basta che mi diate la grazia d’amarvi, e fate di me quel che volete. L’amor vostro è e sarà sempre l’unico mio tesoro, l’unico desiderio, l’unico mio bene, l’unico mio amore.

Maria, speranza mia, madre del bell’amore, aiutatemi voi ad amare assai e sempre il mio amabilissimo Dio.

 

Fonte:
Opere Omnia Italiane, S. Alfonso Maria de Liguori (1696-1787), Novena del Santo Natale.