Nozze gay e il resto: i frutti malati del governo – di Andrea Zambrano

governo-renziUna cosa è certa: il governo di Matteo Renzi che si sta avviando alla chiusura dopo la legge di stabilità passerà alla storia come il governo più laicista e appiattito sul pensiero unico che la storia repubblicana ricordi. Ancor più di quello guidato da Mario Monti, per il quale non c’è stato tempo sufficiente per portare a termine molte derive.

Per Renzi invece, che nell’esecutivo ha agito non solo come premier, ma anche come segretario del partito di maggioranza relativa, si può tranquillamente utilizzare l’appellativo di governo della rivoluzione antropologica.

Mai infatti come nei mille giorni in cui il rottamatore è stato a Palazzo Chigi si è avuta una concentrazione tale di provvedimenti e leggi apertamente anti vita e anti famiglia.

Prima che l’ex sindaco di Firenze passi la campanella di governo in mano a quello che ancora oggi è un mister x e proprio per esorcizzare l’ipotesi remota di un reincarico anche se temporaneo in vista del voto, sarà bene fissare nella memoria le “battaglie” principali per le quali il governo si è distinto. Governo che vedeva un cattolico ostentatamente fiero di questo appellativo.

L’elenco è lungo, tanto che, per gli amanti della lirica, potrebbe essere utilizzato anche come il catalogo del don Giovanni.

UNIONI CIVILI: Il governo Renzi passerà alla storia per aver posto la fiducia su un provvedimento che solitamente si affida alla discrezionalità del Parlamento. Il lavoro in commissione sul Ddl Cirinnà è arrivato blindato. Di fatto con la legge Cirinnà il Governo ha sdoganato le nozze gay.

A questo si aggiunge lo stralcio della stepchild adoption dalla legge che però è confluito nelle competenze del ministro Boschi per una riorganizzazione della disciplina che è ancora in essere. Pesano inoltre le norme applicative emanate del governo, attraverso il Ministero degli Interni con Angelino Alfano che obbligano i sindaci a ratificare le Unioni civili indossando la fascia tricolore.

E’ ferma al palo, ma doveva essere la madre di tutte le battaglie, la legge sull’OMOFOBIA, portata avanti nel nome dal sottosegretario del Governo Ivan Scalfarotto che prevede pene fino al carcere per un reato inesistente e affidato alla discrezionalità di un giudice.

Palazzo Chigi l’ha sempre sostenuta. Così come ha sempre sostenuto la legge sul cyberbullismo dove c’è stato il tentativo da parte dell’esecutivo di mettere il cappello sugli aspetti “omofobici”.

Con questo governo abbiamo avuto anche il DIVORZIO BREVE, che accorcia drasticamente i tempi di separazione e le procedure di addio. E sempre l’Esecutivo non si è mai opposto all’iter, attualmente fermo, del divorzio lampo.

LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE: curiosamente portata avanti da un sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, la legalizzazione delle droghe leggere è al momento bloccata alla Camera, dove però vi era arrivata a seguito di un impegno di un membro di questo esecutivo.

UTERO IN AFFITTO: a margine della discussione fasulla sulle Unioni civili è emerso l’intervento a gamba tesa del Governo su una vicenda giudiziaria già avviata del riconoscimento di un figlio nato con la pratica dell’utero in affitto.

Il parlamentare di Idea Carlo Giovanardi ha scoperto che lo stesso Governo tramite il ministro Graziano Delrio si era costituito presso la Corte Costituzionale sostenendo che le adozioni per le coppie omosessuali erano consentite.

A fronte dell’insistita richiesta degli atti il governo non ha mai fornito il parere legale, che è stato poi dato dal presidente della Corte Costituzionale

EUTANASIA: il capogruppo Rosato è un renziano di ferro e non è un caso che l’orientamento del comitato ristretto per il riordino dei 16 disegni di legge sia di marca strettamente eutanasica.

Essendo fermi provvedimenti esplicitamente eutanasici, si mandano avanti leggi sul testamento biologico che si avvicinano moltissimo alla pratica della “dolce morte”.

Curioso che il capogruppo in Commissione abbia annunciato recentemente che la materia, finalmente riorganizzata, su cui poi i parlamentari avrebbero dovuto apporre gli emendamenti, fosse stata congelata fino al 4 dicembre.

Un segnale del Governo che il provvedimento sull’eutanasia era pronto, ma per evitare scontri e divisioni, se ne sarebbe riparlato dopo il Referendum. Resta da vedere con quale spinta ora, dopo la fine del governo Renzi, il provvedimento verrà ridiscusso.

Stesso destino, uno stop in vista del 4 dicembre, ha avuto il progetto su cui si è lavorato in commissione cultura che introduce l’insegnamento GENDER nelle scuole.

L’azione costante delle lobby gay di influenza del Governo si è vista anche con il Decreto sulla Buona scuola del ministro Stefania Giannini, che istituisce le linee guida sulle quali, fortunatamente, ci si è riusciti a fermare. Ma la materia è ancora viva e condizionata agli orientamenti del prossimo governo.

FERTILITY DAY: una figuraccia del governo. Dopo aver creato attraverso il ministero della Salute la prima seria campagna sulla fertilità, sia in chiave di studio e prevenzione cinica, sia in chiave di inversione dell’inverno demografico, lo stesso Matteo Renzi ha abbandonato al suo destino il ministro Beatrice Lorenzin, colpevole di aver licenziato una campagna choc. In realtà il governo si è piegato alle solite lobby per le quali la cura dell’infertilità rappresentava un serio ostacolo al business dell’utero in affitto e della cosiddetta gestazione per altri.

In conclusione: se Matteo Renzi avesse vinto le elezioni sulla base di un programma ostentatamente da rivoluzione antropologica, avrebbe avuto almeno l’onore delle armi.

Ma Renzi non ha mai vinto le elezioni e si è servito nel suo disegno anti umano della stampella di utili idioti come i cattolici nel Nuovo Centro Destra sulla cui testa sono passati molti provvedimenti.

Ma evidentemente questo non è bastato perché Renzi ha sistematicamente forzato le regole parlamentari per imporre certe leggi, come quella sulle Unioni Civili, sulla quale è stata addirittura porta la fiducia. Con espedienti di questo tenore non è quindi uno scandalo definire il governo che si è appena concluso come il più nemico dei principi non negoziabili.

Un ultima nota: curioso che l’unico intervento per la FAMIGLIA poi sia stato un misero bonus per le neo mamme. Per tutto il resto: tabula rasa. Non proprio quello che dovrebbe essere un governo di cattolici.

Ciononostante, come si evince da alcuni commenti recenti del mondo cattolico, c’è stato chi, ed è il caso del segretario dei vescovi Galantino e del vescovo Paglia, non hanno mai nascosto la loro simpatia verso quell’esecutivo.

“Dai loro frutti li riconoscerete”, chissà che frutti si aspettavano loro?

 

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana