Pakistan. Suor Daniela: vogliono cacciare i cristiani

Nella capitale pakistana, Islamabad, 300 famiglie sono in fuga dopo le violenze di sabato scorso quando una folla inferocita voleva dare alle fiamme una bambina di 11 anni, affetta dalla sindrome di down, accusata di blasfemia. E nel giorno delle celebrazioni del Eid al-Fitr, che chiudono il Ramadan, il presidente Asif Ali Zardari ha chiesto un rapporto dettagliato sulla vicenda.

 

Il Pakistan musulmano festeggia oggi la fine del mese sacro del Ramadan dedicato al digiuno e alla preghiera, mentre circa 300 famiglie cristiane sono in fuga dalle violenze degli integralisti che nel fine settimana a Islamabad si sono scagliati contro una bambina cristiana con sindrome di down di 11 anni con l’accusa di blasfemia. La piccola sarebbe stata trovata con dei frammenti bruciati di un libro islamico e solo l’intervento della polizia ha impedito che la situazione degenerasse. Ora, però, Rimsha Masih si trova nel carcere minorile di Rawalpindi e rischia l’ergastolo. Intanto nel giorno del Eid al-Fitr è stato di massima allerta, per paura di attentati, nelle città di Lahore, Multan e Karachi: qui abbiamo raggiunto telefonicamente suor Daniela Baronchelli delle Figlie di San Paolo:

“Siamo stati informati che la bambina non sa rispondere alle interrogazioni. L’hanno trovata con una borsa con dentro parti del Corano bruciate. Non sanno, però, chi gliele abbia date e dove le abbia prese, non sanno niente. La volevano bruciare viva, perché dicono che sia una grande offesa al Corano. Questa situazione sta diventando purtroppo comune: il fatto che gli estremisti non vogliano più i cristiani qui. Basta quindi un niente – vero o non vero – per suscitare rivolte”.

Una situazione difficile quella dei cristiani in Pakistan, secondo l’agenzia AsiaNews, solo un mese fa un disabile mentale è stato arso vivo a Bahawalpur, nel sud del Paese, per aver “profanato il Corano”. E dove Asia Bibi, la donna cristiana madre di cinque figli, dal 9 giugno 2010 sconta l’ergastolo, dopo aver rischiato la vita, sempre per blasfemia. Ancora suor Daniela:

“Non è l’islam, qui si parla di estremisti e non si sa come controllarli: non si riesce con il dialogo, non si riesce con il nostro buon comportamento, con il favorire le loro feste, ad aiutarli e così via. Sono gruppi. Questi casi spesso vengono causati di proposito: a volte qualcuno che va in giro a spargere pezzetti del Corano, per poi accusarci. In questo caso, trattandosi di una bambina disabile, è molto facile che sia stata usata, ma non ho notizie per confermarlo”.

In questo scenario il presidente Asif Ali Zardari ha chiesto un rapporto dettagliato sulla vicenda della piccola Rimsha e il consigliere del ministro per l’Armonia nazionale, il cattolico Paul Bhatti – fratello del ministro cattolico per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso da estremisti islamici – ha invitato i leader religiosi musulmani alla calma e a fugare ogni forma di estremismo. Suor Daniela:

“Prego Dio perché benedica i cristiani, perché dia forza in questi momenti così difficili e perché benedica i musulmani, affinché trovino la via della pace, del dialogo e della buona convivenza”.
di Massimiliano Menichetti

Fonte: Radio Vaticana