Papa Francesco a Rio: non ho oro né argento, porto Cristo. L’entusiasmo della folla rallenta il corteo papale

Il primo giorno di Papa Francesco a Rio de Janeiro ci ha già lasciato l’immagine dell’entusiasmo travolgente del popolo brasiliano che ha accolto con grande affetto e calore il Successore di Pietro. Il Pontefice è giunto nella città carioca per il suo primo viaggio internazionale in occasione della 28.ma Giornata mondiale della gioventù. Il Papa ha voluto dare subito la sua impronta a questo viaggio abbracciando il popolo brasiliano con la jeep scoperta che tra due ali di folla festante, ha attraversato le strade di Rio, dalla cattedrale fino al Palazzo Guanabara dove ha incontrato la presidente Rousseff che è stata la prima ad accoglierlo sotto la scaletta dell’aereo insieme all’arcivescovo di Rio, mons. Tempesta.

Significativa anche l’utilitaria bianca “in pieno stile Bergoglio”, con cui il Papa ha lasciato l’aeroporto, tanto da disorientare la gente lungo il tragitto che lo ‘cercava’ sulle più eleganti auto del seguito.

E la sicurezza ha avuto il suo ben da farsi per allontanare i giovani che per salutarlo si sono accalcati con troppa foga intorno all’auto papale che in alcuni momenti è rimasta congestionata nel traffico di Rio. Ed è al popolo brasiliano che il Papa ha dedicato il suo primo discorso a Rio: “Aprendi que para ter acesso ao Povo Brasileiro, é preciso ingressar pelo portal … “Ho imparato che, per avere accesso al popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta per trascorrere questa settimana con voi. Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo!”.   Il Papa ha quindi reso grazie alla benevolenza divina che gli ha dato la possibilità di ritornare nella sua amata America Latina. Per la Gmg ha detto il Pontefice “sono venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia aperte del Cristo Redentore, giovani che parlano lingue differenti, portatori di culture variegate e che trovano una verità limpida e un amore autentico che li uniscono al di là di ogni diversità. Ed è un’energia potente – ha osservato – che si sprigiona quando i giovani sono conquistati dall’esperienza con Cristo”. “A juventude é a janela pela qual o futuro entra no mundo … “La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo e quindi ci impone grandi sfide. La nostra generazione si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane, quando saprà offrirgli spazio; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l’educazione; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere”. Il pensiero è andato alle aspettative dei tanti giovani che nelle scorse settimane hanno manifestato in tutto il Brasile per chiedere un futuro migliore. Nel suo discorso, Dilma Rousseff ha affermato che le manifestazioni sono state un atto democratico ed una opportunità per rinnovare la speranza in un mondo migliore.

 

La presidente riferendosi al Papa ha affermato che “sappiamo che abbiamo davanti a noi un leader religioso sensibile ai desideri di giustizia sociale dei nostri popoli” ed ha rinnovato la lotta alla povertà soprattutto in Africa.

Oggi per il Pontefice sarà una giornata di riposo nella residenza di Sumaré, per smaltire il fuso orario e le 12 ore di volo prima di affrontare gli impegni ufficiali della Gmg, ma da quanto visto in queste prime ore a Rio, con Papa Francesco tutto è possibile. Il servizio del nostro inviato a Rio, Roberto Piermarini:   Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana