Papa: Il Cuore immacolato di Maria ci insegna a custodire la Parola di Dio

Città del Vaticano (AsiaNews) – Occorre imparare da Maria a ricevere e custodire la Parola di Dio, domandandosi come ci vuol dire “in questo momento” della nostra vita. Così papa Francesco ha commentato la lettura del Vangelo di oggi, nella memoria del Cuore immacolato di Maria, alla messa da lui tenuta nella cappella della Casa s. Marta.

Alla celebrazione – come riferisce la Radio vaticana – hanno partecipato diversi collaboratori di Caritas internazionale, insieme al segretario generale Michel Roy.

Nell’omelia egli ha esposto alcuni elementi molto importanti che aiutano la meditazione e l’assimilazione della Parola di Dio. Rifacendosi al brano del vangelo di Luca (2,41-51), Francesco pone la domanda: “Custodire la Parola di Dio: cosa vuol dire questo? Io ricevo la Parola e poi prendo una bottiglia, metto la Parola nella bottiglia e la custodisco? No.

Custodire la Parola di Dio vuol dire che il nostro cuore si apre, si è aperto a quella Parola come la Terra si apre per ricevere i semi. La Parola di Dio è un seme e viene seminata. E Gesù ci ha detto che cosa succede con il seme: alcuni cadono lungo il cammino e vengono gli uccelli e li mangiano; questa Parola non è custodita, questi cuori non sanno riceverla”.

Altri, ha proseguito, cadono in una terra con tante pietre e il seme muore. E Gesù dice che costoro “non sanno custodire la Parola di Dio perché non sono costanti: quando viene una tribolazione si dimenticano”. La Parola di Dio, ha detto ancora, cade in una terra non preparata, non custodita, dove sono le spine.

E cosa sono le spine? Gesù, ha sottolineato, parla dell’”attaccamento alle ricchezze, i vizi”. Ecco allora che “custodire la Parola di Dio significa sempre meditare cosa dica a noi questa Parola con quello che succede nella vita”. E questo “Maria lo faceva”, “meditava e faceva la comparazione”.

Citando poi Giovanni Paolo II, Francesco ha affermato che quello della meditazione è un vero e proprio lavoro: “Giovanni Paolo II diceva che Maria aveva, con questo lavoro, una particolare fatica nel suo cuore: aveva il cuore affaticato.

Ma questo non è un affanno, è una fatica, è un lavoro. Custodire la Parola di Dio si fa con questo lavoro: il lavoro di cercare cosa significhi questo in questo momento, cosa mi voglia dire il Signore in questo momento, questa situazione in confronto con la Parola di Dio come si capisce. E’ leggere la vita con la Parola di Dio e questo significa custodire”.

“Ci farà bene – ha concluso –  domandarci: ‘Con le cose che accadono nella vita, io mi faccio la domanda: cosa mi dice il Signore con la sua Parola, in questo momento?’. Questo si chiama custodire la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è proprio il messaggio che il Signore ci dà in ogni momento. Custodirla con questo: custodirla con la nostra memoria. E anche custodirla con la nostra speranza. Chiediamo al Signore la grazia di ricevere la Parola di Dio e custodirla, e anche la grazia di avere un cuore affaticato in questa custodia. Così sia”.