Quando Pio X voleva i Giochi a Roma

Sembraimpossibile che personaggi storici di indubbio spessore, già studiati in modo approfondito, dalla chilometrica bibliografia e dagli studi biografici a tre o quattro zeri, possano essere ancora di attualità, come se fossero oggetti di indagine storica in ambiti di assoluta novità di studio, a prima vista improbabili. Eppure, di tanto in tanto, emergono spunti di interpretazione e di ricerca del tutto nuovi, del tutto impensati (e impensabili).

San Giuseppe Sarto, il Papa Pio X di origine trevigiana, è una personalità che rientra in questi parametri. Per quanto lo riguarda, si può affermare che, sebbene non proprio ogni argomento attuale possa essere a lui ricondotto, moltissimi spunti lo pongono come traghettatore fondamentale e riformatore imprescindibile tra sensibilità tradizionaliste, da un lato, e proiezioni futuribili di sviluppo e di modernità, dall’altro.

Attorno al Papa trevigiano si è andato cristallizzando uno stereotipo, secondo il quale sembra proprio necessaria la conclusione che su Pio X non possano esistere ulteriori motivi di indagine, e non esistano riscontri su originali interpretazioni aggiuntive, imposte da tematiche emergenti. Tuttavia in questa breve pubblicazione possiamo affermare di essere all’avanguardia in nuove ricerche, riferite al collegamento di Pio X con il mondo dello sport, con le Olimpiadi in modo particolare.

Il progetto è partito da una citazione rinvenuta da Antonella Stelitano, che riguardava la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 1908, argomento di cui poco si parla nella storia delle Olimpiadi. Uno storico ricordava, tra gli avvenimenti dell’epoca, un incontro tra De Coubertin e il Vaticano, che doveva servire a rafforzare il progetto di Roma olimpica e ad avvicinare la Chiesa allo sport. Poco tempo dopo, la pubblicazione integrale delle Memorie di De Coubertin riportava con maggiore precisione i contenuti di questo incontro, citando espressamente Pio X e il suo appoggio all’idea olimpica.

È stata, tuttavia, la recente candidatura di Roma a sede dei Giochi Olimpici 2020, a far scattare la curiosità di andare a vedere cosa fosse successo un secolo prima, quando gli eventi sembravano ricalcare, in modo quasi identico, quelli del 1908: la candidatura capitolina che si scontra, inizialmente, con quella di una città dell’Italia settentrionale, il dibattito tra chi voleva e chi non voleva i Giochi Olimpici, il ritiro della candidatura da parte del presidente del Consiglio Giolitti per ragioni economiche.

Così, scorrendo alcuni documenti del tempo, è emersa la figura di Pio X come primo Pontefice che si è interessato all’idea olimpica in un’epoca in cui questo avvenimento era davvero poca cosa rispetto a oggi. Che Pio X fosse un Papa trevigiano ha aumentato la curiosità e, in un certo senso, ha spinto alla ricerca di atti e documenti che potessero aiutare a definire un profilo di questo Pontefice “sportivo”.

La felice intuizione si è sposata subito a una altrettanto felice collaborazione perché Antonella Stelitano ha potuto essere messa in contatto con chi conosceva bene la storia di questo Papa e poteva portare un contributo determinante per realizzare il lavoro. È nata così la collaborazione con Quirino Bortolato, il quale ha coinvolto Alejandro Mario Dieguez dell’Archivio Segreto Vaticano.

Quello che ci auguriamo di aver fatto, con questo piccolo saggio, è di aver svelato un punto di osservazione nuovo su questo Pontefice, riconoscendogli il merito di aver intuito nello sport, quando era solo in fieri, una nuova dimensione delle relazioni sociali, destinata a diventare quel fenomeno di massa che è certo tra i più rilevanti del XX secolo.

Stralcio dalla prefazione al libroPio X, le Olimpiadi e lo Sport di Antonella Stelitano,Quirino Bortolato e Alejandro Mario Dieguez (Treviso, San Liberale, 2012, pagine 144, euro 15).

Fonte: L’Osservatore Romano