Ridendo castigat mores. « Chiamarla Befana è sessismo? » di Marcello Veneziani

Ma si potrà nominare la Befana invano, almeno per oggi che entra in servizio, o si rischia l’accusa di sessismo da parte delle femministe, dell’Anpi, di qualche sboldrinella? È un insulto alle donne rappresentarla in quel modo indecente, decrepita, con la scopa tra le gambe, le scarpe tutte rotte e il sacco gravoso sulle spalle? Penderà sui bambini l’accusa di molestie sessuali e sfruttamento femminile per la petulante richiesta di prestazioni alla suddetta vegliarda e la pretesa di estorcerle calze piene di regali?

E gli adulti consenzienti rischieranno l’imputazione di tentato befanicidio perché lei è costretta a mettere a repentaglio la sua incolumità volando a rischio smog su mezzi molto precari, nella fascia notturna e calandosi in canne fumarie e camini accesi?

Si risentirà il Sindacato Trasporti Aerei, che so, la Cgil-Befane, riconducibile alla Camusso o alla Cisl della Furlan? Chi critica la Bonino verrà deplorato come un attacco sessista alla sua versione radicale? E come la mettiamo con la Fornero, visto che la Befana sfonda quota mille?

Si potranno poi citare, almeno oggi, i Re Magi o si devono prima dimettere dal regno e sottoporsi alle primarie? E se insistono a rivendicare la loro regalità dovremo subito seppellirli a Vicoforte, come i Savoia?

Si potrà dire che i suddetti tre regnanti vanno al presepe seguendo la stella cometa o devono per forza scaricare l’app col navigatore e lasciare le corone ai metal detector e proseguire a piedi perché la grotta è nella ztl di Betlemme?

E non rischiano di essere fermati ai controlli doganali, uno per contrabbando di valuta (l’oro), l’altro per detenzione stupefacenti (l’incenso) e passa solo il terzo perché nessuno sa cosa sia la mirra?

Ma soprattutto la loro presenza offende i migranti perché sono facoltosi e non bisognosi, portano doni e non chiedono aiuti, arrivano con mezzi autonomi e non con barconi di fortuna e accorrono per adorare il nostro Dio e non per imporne uno loro.

E il Papa cosa dice, che dobbiamo trasformare i Re Magi in Poveri Migranti, di religione islamica magari, accolti nel presepe non da spaesati angeli ma da Organizzazioni non governative?

E il presepe, già il presepe, si potrà smantellare domani con l’idea di usarlo l’anno prossimo o si dovrà farlo esplodere gridando Allah Akbar e l’anno prossimo sostituirlo con una struttura polivalente, un po’ moschea, un po’ museo dell’olocausto, un po’ centro ricreativo per non credenti? Si potrà salvare solo l’albero per ragioni ambientaliste?

E Gesù Bambino dovrà prima passare dall’anagrafe, Erode permettendo, per registrarlo come Perù Bambino e per escludere ogni paternità surrogata, anche divina, e ogni intrusione dello Spirito Santo?

E la Madonna dovrà denunciare San Giuseppe perché lei è minorenne e lui maneggia seghe e bastoni e dunque è un potenziale violento?

Tra i pastori adoranti dovremmo prevedere anche una quota gay e trans, più una percentuale di neri e di clandestini? Nel presepe sarà obbligatorio un insediamento rom? E tra i Re Magi almeno uno dovrà essere disabile?

E come la mettiamo con tutte quelle pecore, quelle mucche e quegli agnelli che gremiscono il presepe, di cui è prevedibile la brutta fine, non teniamo conto dei vegani e degli animalisti?

Il prossimo presepe si dovrà fare solo con i cereali?

Apprensioni legittime soprattutto perché, come è noto, l’Epifania ogni festa porta via e da domani si torna alla realtà, che pressapoco è questa qua.

MV, 6 gennaio 2019

 

il sito di Marcello Veneziani