Santa Messa per i Martiri dell’Uganda. Omelia del Santo Padre – Omelia di Giovanni Paolo II nel Santuario di Namugongo

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Davanti all'albero della torturaSantuario dei Martiri Ugandesi di Namugongo. Sabato, 28 novembre 2015
«Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8).

Dall’età apostolica fino ai nostri giorni, è sorto un grande numero di testimoni a proclamare Gesù e a manifestare la potenza dello Spirito Santo.

Oggi, ricordiamo con gratitudine il sacrificio dei Martiri ugandesi, la cui testimonianza d’amore per Cristo e la sua Chiesa ha giustamente raggiunto “gli estremi confini della terra”.

Ricordiamo anche i martiri anglicani, la cui morte per Cristo dà testimonianza all’ecumenismo del sangue.

Tutti questi testimoni hanno coltivato il dono dello Spirito Santo nella propria vita ed hanno dato liberamente testimonianza della loro fede in Gesù Cristo, anche a costo della vita, e molti in così giovane età.

Anche noi abbiamo ricevuto il dono dello Spirito, per diventare figli e figlie di Dio, ma anche per dare testimonianza a Gesù e farlo conoscere e amare in ogni luogo. Abbiamo ricevuto lo Spirito quando siamo rinati nel Battesimo, e quando siamo stati rafforzati con i suoi doni nella Confermazione. Ogni giorno siamo chiamati ad approfondire la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, a “ravvivare” il dono del suo amore divino in modo da essere a nostra volta fonte di saggezza e di forza per gli altri.

Il dono dello Spirito Santo è un dono che è dato per essere condiviso. Ci unisce gli uni agli altri come credenti e membra vive del Corpo mistico di Cristo.

Non riceviamo il dono dello Spirito soltanto per noi stessi, ma per edificarci gli uni gli altri nella fede, nella speranza e nell’amore.

Penso ai santi Joseph Mkasa e Charles Lwanga, che, dopo essere stati istruiti nella fede dagli altri, hanno voluto trasmettere il dono che avevano ricevuto. Essi lo fecero in tempi pericolosi.

Non solo la loro vita fu minacciata ma lo fu anche la vita dei ragazzi più giovani affidati alle loro cure. Poiché essi avevano coltivato la propria fede e avevano accresciuto l’amore per Dio, non ebbero timore di portare Cristo agli altri, persino a costo della vita.

La loro fede divenne testimonianza; oggi, venerati come martiri, il loro esempio continua ad ispirare tante persone nel mondo. Essi continuano a proclamare Gesù Cristo e la potenza della Croce.

Se, come i martiri, noi quotidianamente ravviviamo il dono dello Spirito che abita nei nostri cuori, allora certamente diventeremo quei discepoli missionari che Cristo ci chiama ad essere.

Per le nostre famiglie e i nostri amici certamente, ma anche per coloro che non conosciamo, specialmente per quelli che potrebbero essere poco benevoli e persino ostili nei nostri confronti.

Questa apertura verso gli altri incomincia nella famiglia, nelle nostre case, dove si impara la carità e il perdono, e dove nell’amore dei nostri genitori si impara a conoscere la misericordia e l’amore di Dio. Tale apertura si esprime anche nella cura verso gli anziani e i poveri, le vedove e gli orfani.

La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascoltato la loro storia, allora e oggi, che i piaceri mondani e il potere terreno non danno gioia e pace durature.

Piuttosto, la fedeltà a Dio, l’onestà e l’integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire.

Ciò non diminuisce la nostra cura per questo mondo, come se guardassimo soltanto alla vita futura. Al contrario, offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune e a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie della natura, il creato, la nostra casa comune.

Cari fratelli e sorelle, questa è l’eredità che avete ricevuto dai Martiri ugandesi: vite contrassegnate dalla potenza dello Spirito Santo, vite che testimoniano anche ora il potere trasformante del Vangelo di Gesù Cristo.

Non ci si appropria di questa eredità con un ricordo di circostanza o conservandola in un museo come fosse un gioiello prezioso. La onoriamo veramente, e onoriamo tutti i Santi, quando piuttosto portiamo la loro testimonianza a Cristo nelle nostre case e ai nostri vicini, sui posti di lavoro e nella società civile, sia che rimaniamo nelle nostre case, sia che ci rechiamo fino al più remoto angolo del mondo.

Possano i Martiri ugandesi, insieme con Maria, Madre della Chiesa, intercedere per noi, e possa lo Spirito Santo accendere in noi il fuoco dell’amore divino!

Omukama Abawe Omukisa! (Dio vi benedica!)

 

Fonte: La Santa Sede

 

CELEBRAZIONE NEL SANTUARIO DEI MARTIRI UGANDESI DI NAMUGONGO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Kampala (Uganda) – Domenica, 7 febbraio 1993

 

Baana bange abaagalwa, Mbalamusizza mwenna. Mwebale okujja. Katonda Kitaffe tumugulmize. (Miei amati figli e figlie, saluto tutti voi. Grazie per essere venuti. Lodiamo Dio nostro Padre.)  “Il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità” (Ef 5, 9). Oggi è domenica. Gesù Cristo, la luce del mondo (cf. Gv 8, 12), è risorto dalla morte! Siamo riuniti nel Santuario dei Santi Martiri dell’Uganda per celebrare Cristo luce del mondo.

Con la Risurrezione di Cristo si realizzano le parole pronunciate dal Profeta Isaia alla Città Santa di Gerusalemme: “viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te… su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te” (Is 60, 1-2).

Isaia disse allora: “Cammineranno i popoli alla tua luce… I tuoi figli vengono da lontano” (Is 60, 3-4) Sì. I popoli sono venuti da molto lontano: da molti paesi e da diverse nazioni della terra. Per duemila anni. Anche voi siete venuti, popolo dell’Uganda, figli e figlie d’Africa. Anche voi avete visto la luce della Risurrezione di Cristo.

La luce che produce “ogni bontà, giustizia e verità”.

2. Questo è il luogo sulla vostra terra dove la luce di Cristo ha brillato con particolare splendore. Questo era il luogo dell’oscurità, Namugongo, dove la luce di Cristo si è rivelata con grande splendore nel vivo fuoco che consumò San Charles Lwanga e i suoi compagni.

Possa la luce di questo sacrificio non smettere mai di splendere in Africa!

Il sacrificio eroico dei martiri ha contribuito a avvicinare l’Uganda e l’intera Africa a Cristo, la vera luce che illumina tutti gli uomini (cf. Gv 1, 9).

Uomini e donne di ogni tribù, lingua, popolo e nazione (cf. Ap 5, 9) hanno risposto alla chiamata di Cristo, lo hanno seguito e sono diventati membri della sua Chiesa, come i tanti che anno dopo anno vengono in pellegrinaggio a Namugongo.

Oggi anche il Vescovo di Roma, Successore di San Pietro è giunto in pellegrinaggio al santuario dei Santi Martiri dell’Uganda.

Seguendo le orme di Papa Paolo VI che elevò questi figli della vostra terra alla gloria degli altari e che in seguito fu il primo Papa a visitare l’Africa, anch’io desidero dare uno speciale bacio di pace a questo sacro suolo.

(parole di benvenuto ai religiosi e politici presenti)

3. San Paolo disse agli Efesini: “Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore” (Ef 5, 8). Quanto sono state eloquenti le parole di Papa Paolo VI nella sua omelia in occasione della canonizzazione dei martiri dell’Uganda!

“Chi avrebbe potuto prevedere che insieme alle grandi figure storiche dei martiri e dei confessori africani come Cipriano, Felicita e Perpetua e lo straordinario Agostino, un giorno avremmo citato gli amati nomi di Charles Lwanga, Matthias Mulumba Kalemba e i loro venti compagni?” chiese il Papa (18 ottobre 1964).

In verità i martiri dell’Uganda sono diventati luce nel Signore! Il loro sacrificio ha accelerato la rinascita della Chiesa in Africa.

Ai nostri giorni, l’intera Africa è chiamata alla luce di Cristo! L’Africa è chiamata a scoprire la sua vera identità nella luce della fede nel Figlio di Dio.

Tutto ciò che è realmente africano, tutto ciò che c’è di vero, buono e nobile nelle tradizioni e nelle culture africane è destinato a compiersi in Cristo.

I martiri dell’Uganda lo dimostrano chiaramente: essi erano i più autentici degli africani, degni eredi delle virtù dei loro avi.

Nell’abbracciare Gesù Cristo essi aprirono la porta della fede al loro popolo (cf. At 14, 27), affinché la gloria del Signore potesse risplendere sull’Uganda e sull’Africa.

4. È giusto che qui a Namugongo rendiamo grazie a Dio per tutti coloro che si sono prodigati e che hanno pregato e versato il loro sangue per la rinascita della Chiesa in questo continente.

Rendiamo grazie per tutti coloro che hanno proseguito il lavoro dei martiri impegnandosi a costruire una Chiesa realmente cattolica e realmente africana.

In primo luogo desidero sottolineare l’eccezionale servizio svolto dai vostri catechisti. Ultimamente alcuni di loro sono stati chiamati, come i martiri del passato, a dare la loro vita per Cristo.

La storia della Chiesa in Uganda dimostra chiaramente che generazioni di catechisti hanno dato “un contributo singolare ed insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa” (cf. Ad gentes, 17) nel vostro paese.

Come fu evidente questo anche all’alba della Cristianità in Uganda! Nonostante il fatto che loro stessi avessero conosciuto Cristo solo da poco tempo, i vostri martiri condivisero gioiosamente con gli altri la Buona Novella su Colui che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

Essi capirono che “la fede si rafforza donandola” (Redemptoris missio, 2).

Cari catechisti: ciò che avete liberamente ricevuto dovete liberamente donare (cf. Mt 10, 8)!

Approfondite la vostra conoscenza della fede della Chiesa affinché possiate condividere ancora più pienamente le sue ricchezze con gli altri. Cercate sempre di pensare con la Chiesa.

Soprattutto dovete dedicarvi alla preghiera personale. Solo se il vostro ministero è alimentato dalle preghiera e sostenuto da un’autentica vita cristiana porterà frutti duraturi.

La vostra catechesi non dovrà mai essere solo insegnamento su Dio e sulla sua Chiesa. Essa deve essere anche scuola di preghiera dove i battezzati imparano a crescere in un rapporto sempre più profondo e consapevole con Dio Padre, con Gesù, il primogenito tra molti fratelli e sorelle (cf. Rm 8, 29), e con lo Spirito Santo, che dona vita eterna.

Il frutto della luce di Cristo si deve manifestare chiaramente nella bontà delle vostre vite! Voi dovete essere l’esempio di una fede profondamente radicata in un rapporto personale con Gesù, vissuto in piena comunione con la Chiesa.

La vostra fede deve manifestarsi chiaramente nella vostra obbedienza al Vangelo, nella vostra vita di carità e di servizio verso il prossimo e nel vostro impegno missionario verso coloro che ancora non credono o che non seguono più la fede ricevuta con il battesimo.

Prendete a cuore la lezione di San Paolo: siate esempio di pazienza e carità verso tutti sapendo che se non avete amore voi non sarete nulla (cf. 1 Cor 13).

5. “Voi siete luce nel Signore!”. Come risplende chiaramente la luce di Cristo nella vita dei laici, uomini e donne, impegnati a perseguire la santità nelle quiete e spesso umili circostanze delle loro vite! Vorrei in particolar modo esprimere la stima della Chiesa per le donne dell’Uganda.

Vi esorto: non abbiate paura di far sentire le vostre voci! Dio ha offerto alle donne ugandesi doni preziosi da condividere per costruire una società più umana e piena di amore, una società che rispetti la dignità di tutti, in particolar modo dei bambini e dei bisognosi.

Quanto è importante l’apostolato delle famiglie cristiane per la crescita della società e della Chiesa! Coppie cristiane sposate: siate reciprocamente fedeli!

Non dimenticate mai la sacra vocazione che avete ricevuto per tramandare la fede e insegnare alla generazione più giovane a vivere secondo i comandamenti di Dio.

L’Africa ha bisogno della testimonianza delle famiglie cristiane, famiglie che siano scuole di generosità, pazienza, dialogo e rispetto per le necessità degli altri!

Sono lieto di vedere qui i rappresentanti delle varie associazioni e dei movimenti ecclesiali che svolgono un ruolo tanto importante nella vita delle vostre Chiese locali. Cari amici: il vostro desiderio di santità e di autentica vita cristiana è un grande dono che Dio fa alla Chiesa in questi tempi.

Siate una mente e un cuore solo con i Pastori della Chiesa. Gesù vi chiama a essere missionari del suo amore e lievito di riconciliazione e di rinnovamento in mezzo al suo popolo.

Desidero incoraggiare i vostri sforzi per portare la Buona Novella di Cristo a tutti, in particolar modo agli indifferenti e a coloro che non sono stati ancora raggiunti dalle normali cure pastorali della Chiesa.

6. “Rivestiti di luce, perché viene la tua luce” (Is 60, 1). Le parole di Cristo sono rivolte a voi, laici impegnati dell’Uganda!

A ognuno di voi Cristo dice: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16).

Quanto ha bisogno il popolo ugandese della luce del Vangelo per disperdere l’oscurità lasciata da lunghi anni di tensioni civili, violenza e paura.

Oggi l’Uganda si trova a un crocevia: il suo popolo ha bisogno del sale della parola di Dio per fare emergere le virtù dell’onestà, della bontà, della giustizia e dell’interesse per la dignità degli altri, che sole possono garantire la ricostruzione del suo Paese su un solido fondamento.

L’Uganda ha bisogno di sentire la voce di Dio! Quanti dei vostri fratelli e sorelle non hanno ancora incontrato Cristo!

A tutti voi ripeto oggi la sfida che Papa Paolo VI vi ha lasciato: voi dovete divenire missionari nel vostro Paese!

Fate sì che il vostro entusiasmo si unisca a un impegno sempre più sincero per lavorare per l’unità di tutti coloro che professano il nome di Cristo.

I rapporti tra cristiani dovrebbero essere caratterizzati dall’armonia e da uno spirito di rispetto reciproco.

Nonostante le divisioni, gli sforzi per promuovere l’unità cristiana sono un segno evidente della riconciliazione che Dio desidera compiere in mezzo a noi (cf. Redemptoris missio, 50).

7. Laici dell’Uganda! “Voi dovete essere sale della terra e luce del mondo” (cf. Mt 5, 13-14). Se le vostre opere contengono il sale della “bontà, giustizia e verità”, le vostre vite diventeranno veramente luce per i vostri vicini.

Cristo vi chiama a vivere una vita gradita a Dio. Quando siete rinati nelle acque del battesimo siete stati nuovamente creati, vi è stato permesso di partecipare alla sua vita divina e siete stati inviati a portare testimonianza a Colui che ci ha chiamati dalle tenebre nel suo regno di luce (cf. Col 1, 13). San Paolo lo dice molto chiaramente: “e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre” (Ef 5, 11).

Voi avete rinunciato a Satana e alle sue opere. Voi siete stati salvati al prezzo del sangue di Cristo, quindi non dovrete mai rinnegarlo adorando idoli o abbandonando la vostra vita cristiana per le vuote promesse di una cultura di morte!

“Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore” (Ef 5, 9). Fate sì che i martiri siano la vostra ispirazione!

 Essi non hanno professato Cristo solo con le loro parole. Essi hanno manifestato il loro amore per Dio osservando i suoi comandamenti (cf. 1 Gv 5, 3).

 L’immagine di Cristo si rifletteva in loro con una forza spirituale che ancora oggi attira le persone verso di lui.

Nella loro vita e nella loro morte i martiri hanno rivelato la forza della croce, la forza di una fede più forte della paura, una vita che trionfa sulla morte, una speranza che illumina il futuro, e un amore che riconcilia i più acerrimi nemici.

8. “Il Signore sarà per te luce eterna” (Is 60, 20). Ringrazio Dio per questa opportunità di celebrare insieme a voi nel santuario dei Santi martiri dell’Uganda la Santa Eucaristia.

 I martiri sono stati chiamati in mezzo a questo amato popolo africano perché “la loro luce risplenda davanti agli uomini” (cf. Mt 5, 16).

In loro si sono compiute le parabole di Cristo del sale e della luce. Nella loro vita terrena i martiri “hanno cercato di scoprire ciò che vuole il Signore” (cf. Ef 5, 10) e agito in maniera degna della chiamata che avevano ricevuto.

Come seguaci di Cristo sono stati disposti a dare persino la loro vita per Lui. Lo Spirito Santo “ha fatto risplendere questa luce” a Namugongo.

Attraverso il ministero della Chiesa egli ha fatto sì che la luce non rimanesse nascosta ma “splendesse per ognuno nella casa” (cf. Mt 5, 15): nella vostra casa in Uganda e in tutta l’Africa.

 

Fonte: La Santa Sede