Solennità di S. Giuseppe

Maria Santissima, Madre del Salvatore, è la beata fra tutte le donne e san Giuseppe è certamente il beato fra tutti gli uomini: venne scelto da Dio per essere sposo della Vergine e padre putativo del Messia. Le sue responsabilità furono immense e le adempì santamente. Di san Giuseppe si hanno scarse notizie, quelle che hanno trasmesso gli evangelisti Matteo e Luca, ma sono sufficienti per spiegare la sua grandezza. Egli era nobile di stirpe (discendeva da Re Davide), ma fu umilissimo nello stile di vita.

 

Lo straordinario evento della divina maternità di Maria sconvolse la sua esistenza: fu avvertito dall’angelo dopo la sofferta decisione di non ripudiarla e divenne uomo di perfetta fede: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi». Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, «che egli chiamò Gesù» (Mt. 1, 18-25).

 

San Giuseppe fu il premuroso custode della Madre di Dio e fu  il devoto custode del Re dei re. I suoi sacrifici esprimono plasticamente il punto a cui arrivò il suo amore per la Trinità e per la Regina degli angeli e dei santi. Egli fu il garante dell’incolumità della Vergine: mistero preannunciato dai profeti che va al di là dell’umana ragione. E la bellezza di ciò che avvenne grazie anche al «» di Giuseppe è prefigurazione della vita in Paradiso.

 

Nel 1621 Gregorio XV dichiarò di precetto la festività liturgica del 19 marzo e il beato Pio IX lo elesse patrono della Chiesa Universale. I Sommi Pontefici successivi arricchirono san Giuseppe di altri titoli, istituendo una seconda commemorazione al 1° maggio, legata al suo lavoro di artigiano, dove l’abilità manuale si intreccia all’arte del legno. Di lui la Tradizione afferma: «Delizia degli Angeli, terrore dell’inferno, onore dei giusti». Affermava santa Teresa d’Avila: «Per la grande esperienza che ho dei favori di san Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. E già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia e sempre mi sono vista esaudita».

Di dignità superiore a tutti gli altri santi, san Giuseppe è uomo di preghiera e di azione, di silenzio e di tenacia, di coraggio e di obbedienza, di legge e di pazienza: si reca a Betlemme per il censimento, assiste Maria nella Notte Santa, accoglie i pastori e i re Magi, conduce in salvo la Sposa e il Bambino per sottrarlo alla ferocia di Erode… per poi ritirarsi nella laboriosa quiete della Casa di Nazareth, garantendo il sostentamento della Sacra Famiglia con il sudore della propria fronte.

 

La Chiesa insegna che san Giuseppe, modello sia dei consacrati che dei padri di famiglia, ha una potenza di intercessione senza eguali sui Cuori di Gesù e di Maria; inoltre egli, che spirò nella dolce compagnia della Vergine Santissima e di Gesù, è il patrono dei moribondi, la speranza degli infermi ed è in grado di allontanare gli agonizzanti dagli attacchi di Satana. San Giuseppe nutrì, tutelò e difese la sua Famiglia, così come nutre, tutela e difende la Santa Chiesa Universale. A lui, dunque, in prossimità della sua festa, giunga la nostra supplica, affinché la tempesta “moderna” che si è abbattuta sulla Chiesa cessi la sua luciferina azione.

Cristina Siccardi

 

Articolo pubblicato su Corrispondenza Romana