Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Curry pesanty, dolci zuccherati, bibite e snack salati: le elemosine dei fedeli possono minare la salute – e la linea – dei monaci buddisti thai. I sempre più diffusi casi di diabete, ipertensione e dolori alle ginocchia definiscono la portata della crisi sanitaria che ha colpito il clero buddista del Paese. Lo scorso dicembre, funzionari della Sanità e degli enti religiosi thai hanno pubblicato una “Carta della salute dei monaci”. Il documento ordina ai religiosi di prestare attenzione al proprio regime alimentare.
Ogni giorno, il monaco buddista si dedica alle elemosine. La raccolta di cibo ed offerte è una pratica disciplinare, sia dei monaci che delle monache. I religiosi partono ogni giorno alle prime luci con le loro ciotole e vagano attraverso villaggi e città per raccogliere le offerte della giornata. I thailandesi, che attraverso la generosità cercano di guadagnarsi meriti e onorare gli antenati, spesso forniscono loro abbondanti quantità di cibo.
“Se mangiano e sono soddisfatti, sentiamo il conforto che quel cibo sarà trasferito ai nostri cari”, afferma Prachaksvich Lebnak, vicesegretario generale dell’Ufficio nazionale di sicurezza sanitaria. “Alcune persone – prosegue – danno loro persino le sigarette, come offerta simbolica agli antenati che erano accaniti fumatori”.
Secondo l’Asian Development Bank, i thailandesi vantano alcuni dei più alti tassi di obesità in Asia. I membri del clero sono tra i più colpiti: una ricerca condotta nel 2016 dai monaci dell’Università di Chulalongkorn a Bangkok rivela che il 48% dei religiosi è obeso ed il 42% soffre di ipertensione.
I precetti buddhisti vietano ai monaci di mangiare dopo mezzogiorno. Ma alcuni succhi, indicati come pana nelle scritture religiose, sono ammessi dopo mezzogiorno. Ciò li rende perfetti veicoli per un eccessivo apporto di zucchero. Ad esasperare il problema vi sono anche le elemosine preconfezionate, che includono alimenti processati e sono facilmente reperibili nei negozi thai.
Sebbene le nuove linee guida, che non sono obbligatorie, richiedano ai monaci di prendersi cura della salute, rifiutare le offerte dei devoti è un argomento delicato. “Secondo l’insegnamento del Signore Buddha, dobbiamo accettare qualunque cosa essi offrano. Non possiamo sottrarci, non possiamo rifiutare” spiega Phra Rajvoramuni, assistente abate del tempio di Sungvej a Bangkok.
Il monaco, che ha collaborato alla redazione della Carta, spera che l’educazione alla salute, l’esercizio fisico e controlli medici di base portino cambiamenti positivi. “Anche i monaci dovrebbero fare qualcosa, come camminare meditando, pulire il tempio al mattino, spazzare i pavimenti”, suggerisce. Jongjit Angkatavanich, ricercatrice dell’Università di Chulalongkorn che condotto lo studio del 2016, è fiduciosa: “Vedremo un cambiamento tangibile in tre anni”.